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Pluf by pluf<br />

Stefano Giovanardi<br />

Le 15: manca ancora un’ora. Come se non bastassero le giornate attese<br />

per incontrarla, e decidere che fare di questo incontro. Roma,<br />

San Marino poi Facebook e Skype come se fossero località geografiche.<br />

Lei dice che sono illusioni, lo spazio, il tempo: sarà, ma a volte<br />

fanno male. Dal divano-letto dove vivo accampato da due mesi, seguo<br />

nella luce dell’ottobre romano il breve perimetro del mio attico,<br />

ingombro di scatoloni eppure già accogliente. Che soddisfazione essere<br />

riuscito a comprare casa, un rifugio per me e i miei sogni, che<br />

continuano a seguirmi anche se forse non sono più così verticali<br />

come quando vivevo in America. Dai pacchi estraggo tavole di legno,<br />

viti, pioli; seguendo le istruzioni alla fine salta fuori un comodino.<br />

Mentre fisso l’ultima tavola dalla radio arriva opportuna la<br />

musica degli Abba: con uno squillante Mamma Mia sembrano battezzare<br />

il mio ingresso nella generazione Ikea. “Ora il tavolo, la libreria<br />

e il letto” penso: trenta giorni per scegliere se tenerli o restituirli.<br />

Ma con lei non c’erano trenta giorni di prova, solo quattro e<br />

poi se n’è andata via, a New York per cinque anni. In giardino Lollo<br />

torna a ringhiare al mio scooter parcheggiato. Mi affaccio per richiamarlo<br />

e invece un altro suono mi coglie impreparato. Non è un<br />

verso ma l’assurdo pluf di un liquido immaginario che sgocciola<br />

quando arriva un messaggio su Skype. Mi precipito al computer:<br />

sono solo le 15.30 ma è lei, si è svegliata prima! «Ci sei?» è la traduzione<br />

del pluf, accompagnata da una faccina gialla. «Eccomi», «Ti<br />

chiamo», ri-pluf. Indosso l’auricolare e dalla webcam appare Elena,<br />

raggiante. Al suo inimitabile sorriso il facile compito di conquistarmi<br />

dicendo: «Ho una news: verrò a Venezia per un convegno. Ci<br />

vediamo?». Nella mezz’ora successiva capisco, un fotogramma per<br />

volta, pluf by pluf, che andremo insieme verso un futuro di aeroporti<br />

e stazioni, binari e nuvole; un groviglio di non-luoghi e nontempi<br />

nei quali a sorpresa si può accomodare una storia vera.<br />

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