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Il 25<br />

Riccardo Scintu<br />

Quanta gente alla fermata! Ecco il 25, sarà affollato come al solito.<br />

Fortuna che è in ritardo, sarebbe dovuto passare alle 17.57. Entro<br />

da dietro, c’è più spazio. Devo attraversare l’autobus per timbrare il<br />

biglietto, tra mille persone che mi guardano di sbieco. «The lunatic<br />

is on the grass» gracchia il mio mp3, mentre si parte dalla stazione<br />

di Bologna alle 18 in punto. Ho passato la giornata in Romagna per<br />

seguire un seminario, non vedo l’ora di arrivare a casa. Via Amendola,<br />

«there’s someone in my head but it’s not me», che caldo, non<br />

c’è posto a sedere, sarà un viaggio terribile. Ah, guarda, casa di<br />

Mich... «Ah!» Che male! Una signora mi guarda con un bastone in<br />

mano e muove la bocca come un pesce. Tolgo le cuffie. «Si toglie di<br />

mezzo? Deve mica scendere?» «No signora» rispondo, «passi pure»<br />

sicuro che non debba scendere neanche lei. Il viaggio prosegue, via<br />

Ugo Bassi di corsa, poi via Rizzoli. Guardo le due torri simbolo di<br />

questa città, mentre canticchio tra me e me, «running over the same<br />

old ground, what have we found? The same old fears, wish you<br />

were here». Cambio del conducente. A questa fermata c’è un ricambio<br />

quasi completo di equipaggio e di passeggeri; pochi i superstiti<br />

tra quelli saliti alla stazione, spesso accompagnati da borse, sacche e<br />

valigie. Vita da pendolari, da una grande città alla provincia. Strada<br />

Maggiore, a tutta birra, due fermate; in una di queste entra lei, bellissima,<br />

mi si avvicina e mi chiede indicazioni. «Non c’è problema,<br />

mi fermo lì vicino» dico mentendo: è proprio carina. Ci scambio<br />

due chiacchiere, sta andando dal fidanzato. Le indico la fermata e<br />

dico che scenderò alla prossima. Però ci siamo quasi. Scendo e di<br />

corsa a casa. Sono quasi le 19, come previsto. Ma non dovevo fare<br />

qualcosa? No! Michele! Dovevo passare da lui. Mi perdonerà se non<br />

lo faccio, non pretenderà mai che faccia due ore di viaggio per un<br />

cd. Spengo l’mp3, che ha ancora la forza per dirmi che «your wise<br />

men don’t know how it feels to be thick as a brick».<br />

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