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Adesso mi chiama<br />

Francesca Panzacchi<br />

Le 15. Adesso mi chiama. Aveva detto alle 14, ma sicuramente ha<br />

avuto da fare. Può succedere. Attraverso nervosamente il salotto disegnando<br />

percorsi immaginari. Mi siedo e fisso il telefono. Mi alzo<br />

di scatto e ricomincio a vagare. Magari è appoggiato male, con i<br />

cordless succede spesso, ora controllo. No, tutto a posto. Allora<br />

sarà successo un imprevisto, si sa che gli imprevisti sono sempre in<br />

agguato. Adesso mi chiama. Devo decorare una torta che ho fatto<br />

per lui, ma preferisco aspettare per non essere interrotta, perché tra<br />

poco squillerà il telefono, io dovrò rispondere e non voglio avere le<br />

mani sporche di glassa. Sì, meglio aspettare. Altra passeggiatina<br />

lungo il perimetro del salotto, con l’orecchio teso e lo sguardo buttato<br />

nel vuoto. Immagino già la sua voce, assaporo l’attesa. Adesso<br />

mi chiama. Lui non è certo tipo da dimenticarsi, sa quanto io ci<br />

tenga. In passato qualche volta è successo, ma poi mi ha giurato<br />

che non si sarebbe mai più dimenticato. Fisso la torta. A dire il<br />

vero io detesto le torte al cioccolato. Lui invece le adora. A malapena<br />

so cucinare due uova al tegamino, ma ho imparato a fare la<br />

glassa al cioccolato meglio di un pasticcere. L’ho fatto per lui. Mi<br />

sono esercitata per ore e ore. Mi esercito continuamente, mentre<br />

lui non c’è. Mi esercito anche adesso che ormai mi viene perfetta.<br />

Adesso mi chiama. Dovrei scendere a prendere la posta, ma il telefono<br />

potrebbe squillare in quei cinque minuti che impiego per<br />

raggiungere la buchetta e poi risalire. Non è proprio il caso. Spalanco<br />

la finestra e mi affaccio. Credo che stia per piovere. Chissà se<br />

lui avrà preso l’ombrello... Tra poco glielo chiederò. Senza chiudere<br />

la finestra vado in cucina. Mescolo lentamente la glassa, consistenza<br />

perfetta. Adesso mi chiama.<br />

195

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