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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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112 QUADERNO ARSIA 6/2004<br />

riportata, appaiono evidenti alcuni aspetti <strong>di</strong> carattere<br />

generale che meritano alcune riflessioni orientative:<br />

in primo luogo, appare evidente che, ad<br />

eccezione del sorgo, per tutte le <strong>colture</strong> da energia<br />

(sia erbacee poliennali che legnose), le aree che<br />

sono risultate potenzialmente più interessanti<br />

(prendendo in tal senso a riferimento soltanto i<br />

comuni classificati come ottimi e, quin<strong>di</strong>, rappresentati<br />

in verde scuro) sembrano in<strong>di</strong>viduabili<br />

soprattutto in due aree della regione.<br />

Al riguardo si definiscono, infatti, un primo<br />

comprensorio, sostanzialmente occidentale o<br />

nord-occidentale, che comprende <strong>di</strong>versi comuni<br />

della provincia <strong>di</strong> Pisa (collocati in gran parte nella<br />

pianura pisana e nella Valdera) e alcuni altri comuni<br />

viciniori delle province <strong>di</strong> Firenze e <strong>di</strong> Livorno;<br />

e un altro comprensorio, nella parte più meri<strong>di</strong>onale<br />

della Toscana, avente come baricentro <strong>di</strong> maggiore<br />

interesse i Comuni della parte centro-occidentale<br />

della provincia <strong>di</strong> Grosseto (ivi compreso il<br />

capoluogo), con alcune propaggini nella parte<br />

meri<strong>di</strong>onale della provincia <strong>di</strong> Siena. Queste aree<br />

risultano sostanzialmente equivalenti per la canna,<br />

il miscanto, il cardo e la SRF <strong>di</strong> pioppo, mentre i<br />

Fig. 5.15 - Rappresentazione<br />

territoriale delle aree ritenute<br />

<strong>di</strong> livello ottimo e buono<br />

per le cinque <strong>colture</strong> <strong>de<strong>di</strong>cate</strong><br />

territori comunali potenzialmente più adatti alla<br />

coltura del sorgo sembrano essere in numero leggermente<br />

superiore ai precedenti, soprattutto nel<br />

territorio della provincia <strong>di</strong> Siena.<br />

Di contro, dalla medesima rappresentazione<br />

cartografica, appare altrettanto evidente che esistono<br />

numerosi comuni (quin<strong>di</strong> aree territorialmente<br />

assai estese) su tutto il territorio regionale, nelle<br />

quali appaiono del tutto insufficienti le con<strong>di</strong>zioni<br />

agroambientali e socioeconomiche necessarie per<br />

una possibile introduzione delle <strong>di</strong>fferenti <strong>colture</strong><br />

<strong>de<strong>di</strong>cate</strong> da biomassa a destinazione energetica.<br />

In primo luogo, pressoché tutta l’area settentrionale<br />

della Toscana, dalle province <strong>di</strong> Massa e Lucca,<br />

a Pistoia e Prato, fino al nord-est dei territori <strong>di</strong><br />

Firenze e Arezzo, non sembra assolutamente idonea<br />

alle <strong>colture</strong> del miscanto, del cardo e della canna<br />

(sono assai poco probabili anche le coltivazioni <strong>di</strong><br />

sorgo e <strong>di</strong> SRF <strong>di</strong> pioppo); ciò è senz’altro il risultato<br />

finale della somma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti parametri negativi,<br />

sia sul piano delle caratteristiche climatiche <strong>di</strong><br />

quelle aree, sia dell’alta percentuale <strong>di</strong> superficie territoriale<br />

coperta da boschi, sia – infine – della orografia<br />

particolarmente accidentata dei luoghi.

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