Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...
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ti, rappresentate in massima parte dalla provincia <strong>di</strong><br />
Grosseto, dalle aree collinari senesi e aretine e dalle<br />
colline pisane e livornesi. Nel complesso la <strong>di</strong>sponibilità<br />
potenziale delle paglie <strong>di</strong> cereali in Toscana<br />
raggiunge circa 1 milione <strong>di</strong> t/anno.<br />
Al fine <strong>di</strong> prevedere con un’approssimazione<br />
ancora migliore, eventuali “<strong>di</strong>stretti” – intesi come<br />
aggregazione <strong>di</strong> Comuni – potenzialmente più ricchi<br />
<strong>di</strong> residui lignocellulosici, sia in termini <strong>di</strong> presenza<br />
<strong>di</strong> biomassa per unità <strong>di</strong> superficie che come<br />
<strong>di</strong>sponibilità totale entro <strong>di</strong>stanze chilometriche<br />
accettabili, nella tab. 5.1 sono riportate Comune per<br />
Comune le quantità <strong>di</strong> biomassa dei soli territori<br />
che, nelle varie province, hanno fatto registrare una<br />
<strong>di</strong>sponibilità potenziale decisamente superiore.<br />
La situazione che ne scaturisce complessivamente<br />
per le tre tipologie <strong>di</strong> biomassa residua, rappresentata<br />
in maniera estremamente sintetica e<br />
ulteriormente selettiva anche nella fig. 7.4, permette<br />
<strong>di</strong> evidenziare nell’ambito del territorio regionale<br />
alcune aree che al riguardo appaiono decisamente<br />
più interessanti e che meritano senz’altro<br />
alcune ulteriori indagini e adeguati approfon<strong>di</strong>menti,<br />
anche in rapporto alle eventuali <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> biomassa residua che potrebbe risultare dalla<br />
or<strong>di</strong>naria gestione delle aree forestali presenti nei<br />
medesimi territori.<br />
In linea <strong>di</strong> massima, prendendo per il momento<br />
a esclusivo riferimento la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> biomassa<br />
residua dalle coltivazioni agrarie prese in<br />
considerazione – senza dunque tener conto delle<br />
vocazionalità dei <strong>di</strong>versi territori per quanto attiene<br />
alle eventuali <strong>colture</strong> <strong>de<strong>di</strong>cate</strong> e alla <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> biomassa residua dalle lavorazioni forestali –<br />
sembra possibile in<strong>di</strong>viduare sul territorio regiona-<br />
Bibliografia<br />
BONARI E., VENTURI G. (2004) - Produzione <strong>di</strong> biomasse<br />
da <strong>colture</strong> erbacee <strong>de<strong>di</strong>cate</strong> e non. Convegno<br />
Nazionale sulla Bioenergia, ETA-Florence, Roma [in<br />
stampa].<br />
ISTAT (2002 ) - V Censimento generale dell’Agricoltura.<br />
ISTAT. http://censagr.istat.it/<br />
LE ESPERIENZE DEL PROGETTO BIOENERGY FARM<br />
149<br />
le almeno tre o quattro “comprensori” <strong>di</strong> un certo<br />
interesse:<br />
• uno, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni consistenti e sufficientemente<br />
raccolto territorialmente, comprende una<br />
decina <strong>di</strong> Comuni dell’area grossetana (con in<br />
testa Grosseto stesso e Manciano) che potrebbe<br />
contare su un notevole quantitativo (potenziale)<br />
<strong>di</strong> paglie <strong>di</strong> cereali e <strong>di</strong> residui delle potature<br />
degli oliveti;<br />
• un altro, <strong>di</strong> pari o forse maggiore entità rispetto<br />
al precedente, ma meno “concentrato” spazialmente,<br />
comprende alcuni Comuni delle parti<br />
sud-orientali delle province <strong>di</strong> Siena (Asciano,<br />
Montalcino e Montepulciano) e <strong>di</strong> Arezzo (Cortona<br />
e il capoluogo stesso), dove però i residui<br />
colturali presenti <strong>di</strong>pendono dalle potature dell’olivo,<br />
dalle paglie dei cereali, ma anche dal<br />
vigneto;<br />
• un terzo <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> possibile interesse potrebbe<br />
essere costituito dai Comuni dell’area del<br />
Chianti fiorentino (Montespertoli, San Casciano<br />
in Val <strong>di</strong> Pesa, Greve in Chianti e Castelfiorentino)<br />
e della porzione settentrionale della<br />
provincia <strong>di</strong> Siena (Siena, Castelnuovo Berardenga<br />
e San Gimignano) dove, inevitabilmente,<br />
la gran parte dei residui colturali <strong>di</strong>sponibili<br />
sarebbero costituiti da quelli del vigneto e dell’oliveto.<br />
A questi, potrebbe essere aggiunto un quarto<br />
areale, più piccolo, comunque anch’esso <strong>di</strong> un<br />
qualche interesse per la bioenergia, collocabile nell’ambito<br />
dell’alta Valdera e basato soprattutto sulle<br />
<strong>di</strong>sponibilità (<strong>di</strong> paglie e <strong>di</strong> scarti dell’oliveto) presenti<br />
nei Comuni <strong>di</strong> Volterra e Montecatini Val <strong>di</strong><br />
Cecina.<br />
LARAIA R., RIVA G., SQUITIERI G. (ed.) (2001) - I rifiuti<br />
del comparto agroalimentare. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> settore.<br />
Rapporti ANPA, 11/2001. ANPA, Roma, 149 pp.<br />
REGIONE TOSCANA (2002) - Dati congiunturali sulle<br />
coltivazioni per Province. Regione Toscana.<br />
http://www.rete.toscana.it/index.htm