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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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Il Potere Calorifico (PC) è un parametro <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza per un combustibile,<br />

determinando la quantità <strong>di</strong> energia in esso contenuta:<br />

quanto più questo valore è alto, tanto più il<br />

prodotto sarà apprezzato. Per misurare tale parametro<br />

nei pellet è stata utilizzata una bomba calorimetrica,<br />

in grado <strong>di</strong> calcolare il Potere Calorifico<br />

Inferiore 5 (PCI) dei campioni. I risultati ottenuti<br />

sono riportati nella tab. 6, in cui si osserva che il<br />

PCI dei pellet è sod<strong>di</strong>sfacente per tutti i campioni,<br />

essendo al <strong>di</strong> sopra dei valori in<strong>di</strong>cati dalla normativa<br />

del CTI, ed è massimo per il pioppo da SRF<br />

(18.273 kJ/kg), confermando il grande interesse<br />

per questa coltura da energia.<br />

L’analisi della qualità dei pellet è stata completata<br />

con un approfon<strong>di</strong>to stu<strong>di</strong>o sulle ceneri in essi<br />

contenute: la percentuale <strong>di</strong> queste sul peso del<br />

pellet è stata calcolata trattando i campioni in stufa<br />

ventilata a una temperatura <strong>di</strong> 600°C, fino a ottenere<br />

un peso costante del residuo secco. <strong>Le</strong> ceneri<br />

sono state, poi, analizzate per quantificare gli ossi<strong>di</strong><br />

alcalini e il Cloro in esse contenute. Dai risultati,<br />

esposti in tab. 6, è possibile osservare che tutti<br />

i campioni risultano avere un contenuto in ceneri<br />

superiore ai limiti posti dal CTI per le categorie A<br />

e B (fatta eccezione per il miscanto che, con<br />

l’1,38%, rientra nei limiti della categoria B, che include<br />

le biomasse erbacee). Questo risultato <strong>di</strong>scorda<br />

con quanto atteso in base alla bibliografia,<br />

infatti, nelle precedenti ricerche nazionali e internazionali,<br />

le specie legnose hanno, normalmente,<br />

un contenuto in ceneri inferiore a quello riscontrato.<br />

Tale risultato è probabilmente dovuto al fatto<br />

che il processo produttivo del pellet, per le specifiche<br />

esigenze che la sperimentazione richiede, non<br />

è stato continuativo, portando la macchina a lavo-<br />

LE ESPERIENZE DEL PROGETTO BIOENERGY FARM<br />

Tab. 5 - Umi<strong>di</strong>tà della biomassa originale e del pellet prodotto<br />

Umi<strong>di</strong>tà biomassa Umi<strong>di</strong>tà del pellet Diminuzione <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà<br />

Tipo <strong>di</strong> biomassa agroforestale agroforestale in uscita prodotto percentuale<br />

e sua provenienza dal carro macinatore (%) (%) dell’originale<br />

Cardo (San Piero a Grado - PI) 35 13,0 62,8<br />

Canna comune (San Piero a Grado - PI) 11,7 7,9 31,8<br />

Sorgo (San Piero a Grado - PI) 10,6 9,0 14,8<br />

Sorgo (Cesa - AR) 10,9 6,0 45,0<br />

Pioppo (San Piero a Grado - PI) 21,4 — —<br />

Pioppo + sorgo (San Piero a Grado - PI) 12,1 10,9 10,4<br />

Potatura pesco (San Casciano Val <strong>di</strong> Pesa - FI) 11,7 7,7 34,5<br />

Potatura olivo (San Casciano Val <strong>di</strong> Pesa - FI) 11,1 6,5 41,8<br />

Potatura vite (San Casciano Val <strong>di</strong> Pesa - FI) 12,4 7,5 39,4<br />

Me<strong>di</strong>ca dopo estrazione proteine (San Piero a Grado - PI) 19,0 7,8 58,9<br />

Me<strong>di</strong>ca (San Piero a Grado - PI) 15,8 9,3 40,7<br />

125<br />

rare in con<strong>di</strong>zioni non ottimali e aumentando così<br />

il contenuto <strong>di</strong> impurità inglobate nel pellet. Va<br />

comunque puntualizzato che i risultati delle analisi<br />

chimiche dei biocombustibili possono variare<br />

molto in funzione della strumentazione e della<br />

metodologia <strong>di</strong> analisi applicata, dato che non<br />

sempre è possibile utilizzare protocolli standar<strong>di</strong>zzati.<br />

Inoltre, va notato che, nel caso delle biomasse,<br />

il risultato delle analisi può variare sensibilmente<br />

in funzione della varietà della specie considerata,<br />

delle caratteristiche della stazione in cui è stata<br />

prodotta e delle tecniche <strong>di</strong> coltivazione, raccolta e<br />

stoccaggio utilizzate. Anche nelle analisi realizzate<br />

nel progetto si nota che la stessa varietà <strong>di</strong> sorgo<br />

(Abetone), coltivato in due <strong>di</strong>verse località, presenta<br />

notevoli <strong>di</strong>fferenze qualitative tab. 6.<br />

I dati ottenuti sono comunque vali<strong>di</strong>, particolarmente,<br />

poi, se usati per confrontare tra loro le<br />

biomasse impiegate nel progetto: in questo caso,<br />

infatti, essendo stata applicata la medesima metodologia<br />

<strong>di</strong> laboratorio, questa non costituisce una<br />

variabile sperimentale.<br />

Analizzando i risultati ottenuti sulla composizione<br />

delle ceneri si possono fare delle interessanti<br />

osservazioni:<br />

• Il miscanto, nonostante abbia il più basso<br />

contenuto in ceneri tra tutti i campioni stu<strong>di</strong>ati,<br />

presenta, in queste, un’elevatissima percentuale <strong>di</strong><br />

ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> silicio. Traducendo tale percentuale in<br />

valore assoluto per kg <strong>di</strong> pellet, si osserva che il suo<br />

contenuto in silicio è <strong>di</strong> gran lunga il più elevato<br />

tra tutte le biomasse “<strong>de<strong>di</strong>cate</strong>”. Questa caratteristica<br />

comporta una notevole riduzione qualitativa<br />

del pellet <strong>di</strong> miscanto, dato che, a seconda della<br />

tecnologia <strong>di</strong> combustione impiegata, la grande<br />

quantità <strong>di</strong> silicio potrebbe causare seri danni alle

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