Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...
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124 QUADERNO ARSIA 6/2004<br />
4. Macchina pellettizzatrice<br />
5. Campioni <strong>di</strong> pellet <strong>di</strong> 10 e 6 mm prodotti dall’impianto<br />
<strong>di</strong>mostrativo <strong>di</strong> Pisa<br />
Il macchinario utilizzato è in grado <strong>di</strong> lavorare<br />
con umi<strong>di</strong>tà dei materiali in ingresso variabile dal<br />
10 al 35%, mantenendo una capacità produttiva <strong>di</strong><br />
circa 500 kg/h e, grazie alla tecnologia adottata<br />
(in cui l’estrazione dell’umi<strong>di</strong>tà in eccesso avviene<br />
per depressione), ha un consumo elettrico relativamente<br />
ridotto (circa 50 kWh).<br />
Nell’ambito del progetto, sono state sperimentate<br />
con successo due <strong>di</strong>verse matrici, con <strong>di</strong>ametro<br />
del prodotto in uscita <strong>di</strong> 6 e 10 mm rispettivamente,<br />
ed è stata trattata, pur se in tempi <strong>di</strong>versi,<br />
una grande quantità <strong>di</strong> biomassa legnosa ed erbacea<br />
<strong>di</strong> provenienza agricola e forestale.<br />
Qualità del pellet prodotto<br />
Come in precedenza affermato, la tecnologia <strong>di</strong><br />
pellettizzazione consente <strong>di</strong> utilizzare, come materia<br />
prima, qualsiasi tipo <strong>di</strong> biomassa vegetale, anche<br />
eterogenea, come quello che si potrebbe trovare in<br />
una grande azienda agricola (potature <strong>di</strong> arboree,<br />
paglie <strong>di</strong> cereali, cippato <strong>di</strong> legno ecc.). Con il carro<br />
macinatore a monte del processo, si possono,<br />
inoltre, mescolare <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> biomassa per ottenere<br />
mix in proporzioni prestabilite che, pur utilizzando<br />
in parte biomassa <strong>di</strong> minor qualità, portino<br />
a un prodotto finale conforme alle normative<br />
proposte. È noto, infatti, che la biomassa erbacea<br />
(paglie o <strong>colture</strong> <strong>de<strong>di</strong>cate</strong>) ha, generalmente, una<br />
bassa qualità (alto contenuto in ceneri ricche <strong>di</strong><br />
ossi<strong>di</strong> alcalini), mentre il legno presenta bassi contenuti<br />
in ceneri (che peraltro aumentano all’aumentare<br />
del rapporto corteccia/legno, e quin<strong>di</strong><br />
del contenuto in sali minerali) e nella percentuale<br />
<strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> alcalini, rendendo questa biomassa un<br />
eccellente biocombustibile.<br />
Nelle prove condotte con la macchina pellettizzatrice,<br />
nell’ambito del progetto, sono state impiegate<br />
biomasse erbacee e arboree, sia da scarti e<br />
potature agricole che da <strong>colture</strong> <strong>de<strong>di</strong>cate</strong> (paglia,<br />
fieno <strong>di</strong> erba me<strong>di</strong>ca, sorgo, canna, vite, olivo,<br />
pesco, pioppo da SRF ecc.). I pellet ottenuti (foto 5)<br />
si sono rivelati <strong>di</strong> ottima consistenza e conservabilità<br />
e, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno, hanno mantenuto<br />
pressoché intatte le caratteristiche fisiche originali<br />
(fatta eccezione per il pellet <strong>di</strong> cardo in cui, i pappi<br />
contenuti nei capolini limitavano l’adesione del<br />
materiale, <strong>di</strong>minuendone la conservabilità). L’umi<strong>di</strong>tà<br />
finale dei pellet è risultata essere, in ogni caso,<br />
sod<strong>di</strong>sfacente, se si esclude il cardo e il mix pioppo+sorgo,<br />
che presentavano un’umi<strong>di</strong>tà iniziale al<br />
<strong>di</strong> sopra del 10%. Nel primo caso, tale risultato è<br />
probabilmente dovuto all’elevata umi<strong>di</strong>tà che aveva<br />
il materiale da pellettare, a causa dello stoccaggio<br />
all’aperto. Per il mix pioppo+sorgo, invece, si osserva<br />
che il processo <strong>di</strong> produzione ha asportato soltanto<br />
il 10,4% dell’umi<strong>di</strong>tà iniziale, troppo poco<br />
per scendere al <strong>di</strong> sotto del 10% <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà finale.<br />
Va comunque evidenziato che quando il materiale<br />
in uscita risulta essere eccessivamente umido è,<br />
comunque, possibile inviarlo nuovamente al processo<br />
<strong>di</strong> pellettizzazione, affinché l’umi<strong>di</strong>tà venga<br />
ulteriormente ridotta fino al raggiungimento dei<br />
valori desiderati. La variabilità dei risultati ottenuti<br />
durante le prove <strong>di</strong> pellettizzazione, per l’abbattimento<br />
del contenuto idrico iniziale, rende necessarie<br />
ulteriori sperimentazioni per verificare le reali<br />
capacità della macchina <strong>di</strong> estrarre l’umi<strong>di</strong>tà da biomasse<br />
pure o da mix (tab. 5).