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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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152 QUADERNO ARSIA 6/2004<br />

ingombro minimo e siano particolarmente maneggevoli.<br />

Inoltre, le macchine devono poter lavorare a<br />

una velocità abbastanza elevata, dato che la densità<br />

del prodotto è bassa e, quin<strong>di</strong>, una buona produttività<br />

può ottenersi solo trattando superfici abbastanza<br />

estese in tempi ragionevolmente limitati.<br />

In Italia, i costruttori <strong>di</strong> macchine agricole stanno<br />

de<strong>di</strong>cando sempre maggiore attenzione a un<br />

settore che, evidentemente, considerano promettente.<br />

Il numero <strong>di</strong> attrezzature <strong>di</strong>sponibili continua<br />

ad aumentare e ormai c’è solo l’imbarazzo<br />

della scelta. Con rarissime eccezioni, le macchine<br />

derivano dalla mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> attrezzature agricole<br />

destinate ad altro tipo <strong>di</strong> lavorazioni (quelle classiche<br />

dell’agricoltura), e sono progettate per raccogliere<br />

da terra le potature già <strong>di</strong>sposte in andana e<br />

con<strong>di</strong>zionarle in modo opportuno. È il tipo <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>zionamento che <strong>di</strong>stingue le due tecnologie<br />

principali: imballatrici e trinciacaricatrici.<br />

8.3 <strong>Le</strong> imballatrici<br />

L’imballatura offre alcuni vantaggi importanti.<br />

Innanzitutto facilita la movimentazione del residuo,<br />

perché ne <strong>di</strong>minuisce l’ingombro e lo organizza<br />

in unità omogenee per forma e <strong>di</strong>mensioni.<br />

Questo consente <strong>di</strong> sfruttare meglio la capacità <strong>di</strong><br />

carico dei mezzi destinati al trasporto, prolungandone<br />

il raggio economico <strong>di</strong> azione. Inoltre, l’imballatura<br />

facilita uno stoccaggio prolungato, perché<br />

le balle occupano meno spazio del residuo<br />

sfuso e non presentano i problemi <strong>di</strong> fermentazione<br />

del cippato (<strong>Le</strong>htikangas e Jirjis, 1998).<br />

L’imballatura dei residui legnosi è stata già<br />

affrontata in passato da <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>osi italiani e<br />

stranieri. Già negli anni ottanta, il Politecnico della<br />

Virginia aveva costruito una imballatrice quadra<br />

per i residui forestali, basata su una normale pressa<br />

da fieno (Wallbridge e Stuart, 1980). Nello stesso<br />

periodo, Friedley e Burkhardt (1981) si cimentavano<br />

con una rotopressa, sempre su ramaglie, <strong>di</strong><br />

origine forestale. Pochi anni dopo, l’Università <strong>di</strong><br />

Davis sviluppava un’imballatrice stazionaria chiamata<br />

“module builder”, concepita apposta per le<br />

potature dei frutteti (in questo caso gli immensi<br />

mandorleti californiani). Questa macchina si basava<br />

sulla stessa tecnologia impiegata dai compattatori<br />

per rifiuti soli<strong>di</strong> urbani ed era particolarmente<br />

massiccia (Miles, 1983). Allo stesso periodo risalgono<br />

anche le prime prove <strong>di</strong> imballatura, condotte<br />

in Italia sui residui <strong>di</strong> potatura del vigneto (Brunetti<br />

e Dentico, 1983), ripetute circa <strong>di</strong>eci anni<br />

dopo non solo da noi (Guarella, 1994), ma anche<br />

in Francia e in Portogallo (Peca e Hevin, 1992).<br />

Anni <strong>di</strong> lavoro hanno consentito <strong>di</strong> raffinare ulteriormente<br />

la cantieristica e, oggi, l’imballatura dei<br />

residui <strong>di</strong> potatura è effettuata già a livello commerciale<br />

in alcune regioni d’Italia, soprattutto<br />

Abruzzo e Puglia.<br />

Essenzialmente, si possono utilizzare tre tipi <strong>di</strong><br />

imballatrici: imballatrici parallelepipede standard,<br />

rotoimballatrici standard e rotoimballatrici leggere.<br />

<strong>Le</strong> imballatrici parallelepipede standard sono,<br />

in pratica, delle pressa-foraggi mo<strong>di</strong>ficate, capaci <strong>di</strong><br />

confezionare balle parallelepipede tramite un normale<br />

<strong>di</strong>spositivo a stantuffo, con moto rettilineo<br />

alternativo (foto 1). Si tratta <strong>di</strong> macchine leggere,<br />

applicate a un trattore agricolo da 40-60 kW e<br />

capaci <strong>di</strong> operare su un fronte <strong>di</strong> un metro / un<br />

metro e mezzo. Un esempio tipico sono le macchine<br />

prodotte dalla <strong>Le</strong>rda, oggi <strong>di</strong>sponibili nei<br />

modelli 900, 1100 e 1500, dove il numero del<br />

modello corrisponde al fronte <strong>di</strong> raccolta (in millimetri).<br />

Originariamente allestite per raccogliere i<br />

sarmenti <strong>di</strong> vite, le imballatrici parallelepipede <strong>di</strong><br />

<strong>Le</strong>rda possono essere mo<strong>di</strong>ficate per trattare potature<br />

legnose con un <strong>di</strong>ametro massimo <strong>di</strong> 7 cm. In<br />

tal caso, occorre irrobustire la camera <strong>di</strong> compressione,<br />

lo stantuffo e il tagliente laterale, mo<strong>di</strong>ficando<br />

anche l’annodatore per consentire l’impiego <strong>di</strong><br />

uno spago più robusto. <strong>Le</strong> balle hanno <strong>di</strong>mensioni<br />

variabili, ma tutte vicine ai valori standard <strong>di</strong> 45 x<br />

35 x 70 cm. Il peso varia in funzione del tipo <strong>di</strong><br />

materiale trattato e della sua umi<strong>di</strong>tà: i sarmenti<br />

producono le balle più leggere, del peso <strong>di</strong> circa 20<br />

kg, mentre le balle <strong>di</strong> olivo possono sfiorare i 40<br />

kg. La produttività <strong>di</strong> queste macchine <strong>di</strong>pende<br />

ovviamente dal modello, dal tipo <strong>di</strong> coltura trattata<br />

(vigna, olivo o altro) e dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro,<br />

soprattutto la pendenza del terreno e gli spazi<br />

<strong>di</strong> manovra. Si va da 600 a 1000 balle al giorno,<br />

pari a sette ore <strong>di</strong> lavoro effettivo. La squadra è<br />

composta generalmente da due operatori: uno che<br />

conduce il trattore e l’altro che agevola la raccolta<br />

con un forcone. Il prezzo <strong>di</strong> un’imballatrice <strong>di</strong><br />

questo tipo varia da 8.000 a 15.000 €, in funzione<br />

del modello.<br />

Anche le rotoimballatrici standard, impiegate<br />

per raccogliere i residui <strong>di</strong> potatura, sono delle<br />

attrezzature agricole mo<strong>di</strong>ficate in modo minimo e<br />

reversibile, che possono essere utilizzate in<strong>di</strong>fferentemente<br />

nel frutteto e in foraggicoltura. Rispetto<br />

alle imballatrici parallelepipede descritte prima,<br />

queste producono balle molto più grosse, pesanti<br />

oltre cinque quintali. La movimentazione <strong>di</strong>viene<br />

allora più efficiente, dato che può essere effettuata<br />

con un trattore munito <strong>di</strong> forca, come si fa per le

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