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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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COLTURE PER LA PRODUZIONE DI BIOMASSE AD USO ENERGETICO<br />

con i fiori femminili, questi ultimi raggruppati in<br />

un’infiorescenza non vistosa e i semi che si sviluppano,<br />

che presentano meccanismi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminazione<br />

anemofila, sono caratterizzati dalle<br />

ridotte <strong>di</strong>mensioni. Il genere Populus, come tutte le<br />

Salicaceae, presenta spesso la facoltà <strong>di</strong> riprodursi<br />

per via vegetativa e dunque asessuata: questo fa sì<br />

che, oltre alle piantine prodotte da seme, possano<br />

essere impiegate per realizzare nuovi impianti<br />

anche talee <strong>di</strong> rami o giovani fusti. Il grado <strong>di</strong> attecchimento<br />

<strong>di</strong> questo materiale vegetativo sarà più o<br />

meno spiccato in funzione delle specie e del clone<br />

(la specie Populus alba, ad esempio, ha generalmente<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> attecchimento da talea legnosa).<br />

Come vedremo, però, l’uso delle talee piuttosto<br />

che <strong>di</strong> piantine da seme, a ra<strong>di</strong>ce nuda o in contenitore,<br />

può presentare numerosi vantaggi economici<br />

e tecnici, primo fra tutti la possibilità <strong>di</strong> impiegare<br />

cloni con elevato grado <strong>di</strong> uniformità.<br />

Esigenze e adattamento ambientale<br />

Per quanto concerne le esigenze termiche i<br />

pioppi hanno bisogno <strong>di</strong> un periodo vegetativo <strong>di</strong><br />

almeno 220 giorni con temperatura superiore a<br />

5°C. Tutte le specie <strong>di</strong> pioppo <strong>di</strong> origine europea<br />

o americana resistono a temperature minime invernali<br />

anche inferiori ai –20°C e sono quin<strong>di</strong> poco<br />

sensibili alle gelate tar<strong>di</strong>ve, mentre durante il<br />

periodo vegetativo possono resistere fino a temperature<br />

<strong>di</strong> –2°C purché queste non si protraggano<br />

per troppe ore.<br />

<strong>Le</strong> specie utilizzate per la produzione <strong>di</strong> biomassa<br />

e per la pioppicoltura tra<strong>di</strong>zionale sono<br />

accomunate dal tipo <strong>di</strong> habitat naturale che occupano;<br />

come in precedenza accennato, i pioppi<br />

sono comunque specie esigenti quanto a fertilità<br />

del suolo, <strong>di</strong>sponibilità d’acqua e aerazione del terreno.<br />

Ne consegue che la coltivazione della SRF<br />

debba ove possibile essere realizzata in terreni agricoli<br />

con tessitura tendenzialmente sciolta o <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>o impasto, comunque mai eccessivamente fine<br />

(con un contenuto <strong>di</strong> limo e argilla non superiore<br />

al 50%), con giacitura pressoché pianeggiante<br />

(anche per consentire la meccanizzazione delle<br />

varie operazioni colturali), <strong>di</strong> sufficiente profon<strong>di</strong>tà<br />

(almeno 80-100 cm), e possibilmente con una<br />

falda accessibile alle ra<strong>di</strong>ci. La reazione dovrebbe<br />

essere neutra e la fertilità me<strong>di</strong>o-buona. È opportuno<br />

sottolineare che l’impianto della SRF risulta<br />

rischioso in quei terreni caratterizzati da un elevato<br />

contenuto in calcare attivo, da elevata salinità o<br />

da eccessiva torbosità; la presenza <strong>di</strong> orizzonti<br />

idromorfi a profon<strong>di</strong>tà inferiori a 1,5 m costituisce<br />

quasi sempre un fattore <strong>di</strong> rischio.<br />

55<br />

L’adattabilità ai suoli e alla <strong>di</strong>sponibilità idrica<br />

dei pioppi varia comunque in maniera sostanziale<br />

in funzione della specie e del clone considerato; in<br />

linea generale i cloni più produttivi si rivelano anche<br />

più esigenti e meno adattabili, fattore questo<br />

da tenere in dovuta considerazione giacché ripetute<br />

situazioni <strong>di</strong> stress, soprattutto idrico, facilitano<br />

spesso anche l’attacco dei parassiti (ad esempio,<br />

quello <strong>di</strong> Dothichiza populea, causa della necrosi<br />

corticale, è particolarmente temibile).<br />

Vari autori hanno cercato <strong>di</strong> stimare l’entità<br />

delle asportazioni della SFR in <strong>di</strong>versi ambienti e<br />

con specie <strong>di</strong>verse. Frison, utilizzando il clone I-<br />

214 (Populus x euramericana) con turno <strong>di</strong> due<br />

anni e densità <strong>di</strong> 10.000 piante per ettaro, ha registrato<br />

asportazioni <strong>di</strong> circa 5,6 kg t -1 <strong>di</strong> sostanza<br />

secca per l’azoto, <strong>di</strong> 2,1 kg t -1 <strong>di</strong> s.s. per la P 2 O 5 , <strong>di</strong><br />

4,2 kg t -1 <strong>di</strong> s.s. per il K 2 O e <strong>di</strong> 7,5 kg t -1 <strong>di</strong> s.s. per<br />

il CaO (Frison, 1999). Berthelot con il clone Beaupré<br />

(Populus trichocarpa x P. deltoides) e un turno <strong>di</strong><br />

otto anni ha riscontrato valori sensibilmente inferiori:<br />

2 kg t -1 <strong>di</strong> s.s. per N, <strong>di</strong> 0,53 kg t -1 <strong>di</strong> s.s. per<br />

P, <strong>di</strong> 2,27 kg t -1 <strong>di</strong> s.s. per K e <strong>di</strong> 3,5 kg t -1 <strong>di</strong> s.s.<br />

per Ca (Berthelot, 2000). Questa <strong>di</strong>fferenza è da<br />

imputarsi probabilmente a una maggiore rusticità<br />

del clone e al <strong>di</strong>verso turno <strong>di</strong> taglio e quin<strong>di</strong> al <strong>di</strong>ametro<br />

me<strong>di</strong>o dei fusti e la quantità relativa <strong>di</strong> rami<br />

che, come osserva l’autore, sono i fattori che maggiormente<br />

influenzano la quantità <strong>di</strong> nutrienti contenuti<br />

nella biomassa <strong>di</strong> pioppo.<br />

Come confermato dalle ricerche <strong>di</strong> cui sopra le<br />

asportazioni <strong>di</strong> nutrienti <strong>di</strong> questa coltura sono<br />

comunque ridotte e le reintegrazioni per mantenere<br />

la fertilità da apportare al terreno per ogni t ha -1<br />

anno -1 <strong>di</strong> sostanza secca prodotta non vanno oltre i<br />

4-6 kg dei tre elementi N, P e K.<br />

Sotto il profilo delle esigenze idriche tutte le<br />

specie afferenti al genere Populus hanno bisogno <strong>di</strong><br />

precipitazioni me<strong>di</strong>e annue <strong>di</strong> almeno 700 mm;<br />

pur tollerando <strong>di</strong>scretamente la siccità estiva, in<br />

terreni collinari e in ogni caso laddove non sia presente<br />

una falda che il pioppo possa raggiungere, è<br />

opportuno che le precipitazioni estive ammontino<br />

ad almeno 100-150 mm.<br />

Tecnica colturale<br />

La preparazione del terreno è senz’altro molto<br />

importante per una buona riuscita dell’impianto <strong>di</strong><br />

SRF e va quin<strong>di</strong> fatta in modo accurato, specialmente<br />

quando trattasi <strong>di</strong> suoli tendenzialmente<br />

pesanti. La lavorazione principale consiste <strong>di</strong><br />

norma in un’aratura tra<strong>di</strong>zionale ad adeguata profon<strong>di</strong>tà,<br />

oppure in alternativa in una lavorazione a<br />

doppio strato (<strong>di</strong>scissura profonda più aratura

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