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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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120 QUADERNO ARSIA 6/2004<br />

2. Impianto <strong>di</strong>mostrativo <strong>di</strong> produzione del pellet (Pisa) 3. Carro macinatore per l’alimentazione<br />

dell’impianto <strong>di</strong>mostrativo <strong>di</strong> produzione del pellet<br />

rappresenta uno dei più gran<strong>di</strong> punti <strong>di</strong> forza nel<br />

mercato dell’Europa meri<strong>di</strong>onale, e a fronte <strong>di</strong> un<br />

consumo nazionale per l’anno 2003 <strong>di</strong> circa<br />

177.000 tonnellate <strong>di</strong> pellet, sono stati censiti 36<br />

produttori italiani con una capacità produttiva <strong>di</strong><br />

circa 158.000 t/anno (il resto del fabbisogno interno<br />

viene sod<strong>di</strong>sfatto con l’importazione da Austria,<br />

Spagna, Slovenia e Croazia). Il successo del pellet<br />

nel nostro Paese è legato principalmente alla grande<br />

offerta <strong>di</strong> stufe, caldaie e bruciatori specifici per questo<br />

combustibile (che vanno da potenze <strong>di</strong> pochi<br />

kW fino ad alcuni MW), completamente automatizzati<br />

nel loro funzionamento e la cui gestione, come<br />

visto, si limita al saltuario riempimento del serbatoio<br />

e allo smaltimento della cenere. Di contro, il nostro<br />

mercato del pellet è ancora poco strutturato: manca<br />

una capillare rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stributori, per cui i prezzi per<br />

l’utente finale risultano essere ancora troppo variabili,<br />

sia nel tempo che nello spazio e in rapporto alle<br />

caratteristiche del ven<strong>di</strong>tore.<br />

Da nostre ricerche compiute nel 2003 attraverso<br />

interviste, nel territorio della Toscana, è stato<br />

realizzato il seguente quadro dei prezzi del pellet:<br />

per i piccoli consumatori, il pellet, acquistato in sacchi<br />

da 15 kg presso un riven<strong>di</strong>tore al dettaglio, ha<br />

un costo che oscilla generalmente tra 0,23 e 0,3<br />

€/kg e alcuni produttori <strong>di</strong> caldaie offrono un servizio<br />

<strong>di</strong> consegna a domicilio dei sacchi a circa 0,31<br />

€/kg. Per le gran<strong>di</strong> utenze, invece, il costo può<br />

essere sensibilmente inferiore dato che spesso fanno<br />

riferimento <strong>di</strong>rettamente ai produttori. Il pellet in<br />

questo caso viene conferito in big bag <strong>di</strong> 500 kg, in<br />

pancali da 1 tonnellata o sfuso. Il prezzo all’ingrosso<br />

del pellet <strong>di</strong> materiale legnoso <strong>di</strong> pezzatura piccola<br />

(Ø 6 mm) oscilla tra 120 e 170 €/t, mentre il<br />

pellet <strong>di</strong> pezzatura grande <strong>di</strong> materiali erbacei (Ø<br />

12 mm) viene venduto a un prezzo <strong>di</strong> circa 80-85<br />

€/t. C’è da notare che il costo <strong>di</strong> produzione del-<br />

l’ultima tipologia <strong>di</strong> pellet è sensibilmente inferiore,<br />

sia per il minor costo della biomassa d’origine che<br />

per il minor consumo <strong>di</strong> energia nel processo produttivo.<br />

Questo materiale, che presenta me<strong>di</strong>amente<br />

un alto contenuto in ceneri, può essere utilizzato<br />

soltanto da centrali con potenze me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong><br />

che, generalmente, producono energia elettrica.<br />

Normative nazionali<br />

Data l’importanza che questo combustibile sta<br />

assumendo, vari Paesi (tra cui l’Italia) si stanno<br />

dotando <strong>di</strong> normative che stabiliscano i parametri <strong>di</strong><br />

qualità del pellet, fissando, nel contempo, le caratteristiche<br />

fondamentali del prodotto commercializzato.<br />

La percentuale <strong>di</strong> ceneri e il loro contenuto in<br />

ossi<strong>di</strong> alcalini è, ad esempio, particolarmente importante<br />

per via degli effetti dannosi che questi hanno<br />

sul funzionamento delle caldaie (rammollimento<br />

delle ceneri, imbrattatura, intasatura, incrostazione<br />

e corrosione); altri parametri, come il contenuto <strong>di</strong><br />

Azoto e Cloro, possono influenzare negativamente<br />

la composizione dei fumi delle caldaie, causando<br />

problemi <strong>di</strong> inquinamento atmosferico.<br />

In Italia, il Comitato Termotecnico Italiano<br />

(CTI) ha proposto una normativa <strong>di</strong> qualità del<br />

pellet combustibile che prevede quattro categorie;<br />

due <strong>di</strong> queste (B e C) contemplano anche l’uso <strong>di</strong><br />

biomassa derivata da <strong>colture</strong> e residui erbacei, nonché<br />

da residui agroindustriali (come i gusci). A<br />

proposito <strong>di</strong> biomasse residue dell’industria, va,<br />

però, notato che in Italia il DPCM 8 marzo 2002<br />

limita l’uso <strong>di</strong> “rifiuti vegetali” per fini energetici,<br />

consentendo soltanto l’utilizzo <strong>di</strong> legno “vergine”<br />

e scarti dalla sola lavorazione meccanica <strong>di</strong> prodotti<br />

agricoli. <strong>Le</strong> <strong>di</strong>rettive europee nn. 2000/76 e<br />

2001/80 CEN/TC 335 contemplano, invece,<br />

anche l’uso <strong>di</strong> scarti dell’industria agroalimentare<br />

(tabb. 3-4).

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