Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...
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Fig. 6.1 - Schema <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong> pellettizzazione<br />
L’impianto <strong>di</strong> produzione del pellet<br />
nel progetto Bioenergy Farm<br />
e le prove <strong>di</strong> pellettizzazione<br />
Al fine <strong>di</strong> portare un contributo originale allo<br />
stu<strong>di</strong>o delle potenzialità della produzione <strong>di</strong> pellet<br />
a livello aziendale o interaziendale e per approfon<strong>di</strong>re<br />
l’analisi sulla qualità dei biocombustibili pellettati,<br />
il progetto Bioenergy Farm prevedeva l’installazione,<br />
presso il <strong>Centro</strong> <strong>Inter<strong>di</strong>partimentale</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Ricerche</strong> <strong>Agro</strong>ambientali “E. Avanzi” dell’Università<br />
<strong>di</strong> Pisa (partner del progetto), <strong>di</strong> un impianto<br />
<strong>di</strong>mostrativo (foto 2 e fig. 6.1), fornito dalla <strong>di</strong>tta<br />
EcoTre System srl <strong>di</strong> Firenze (partner del progetto),<br />
specifico per la produzione <strong>di</strong> pellet a partire da<br />
biomasse agroforestali (erbacee e legnose).<br />
L’impianto è costituito dalle seguenti componenti<br />
principali:<br />
• Carro o mulino macinatore;<br />
• Metal detector;<br />
• Trasportatore-elevatore a corrente d’aria;<br />
• Silos <strong>di</strong> stoccaggio e tamponatura <strong>di</strong> 4 m 2 ;<br />
• Pellettizzatrice;<br />
• Sistema pneumatico <strong>di</strong> estrazione e trasporto<br />
dei pellet;<br />
LE ESPERIENZE DEL PROGETTO BIOENERGY FARM<br />
• Depolveratore pellet;<br />
• Insaccatrice.<br />
123<br />
La biomassa vegetale (tal quale per le erbacee e<br />
preventivamente cippata per le specie legnose)<br />
subisce una prima frantumazione nel carro macinatore<br />
(foto 3), quin<strong>di</strong>, previo passaggio attraverso<br />
un sistema <strong>di</strong> rilevamento <strong>di</strong> corpi metallici estranei<br />
(metal detector), viene trasportata per corrente<br />
d’aria al silos <strong>di</strong> primo stoccaggio. Successivamente,<br />
viene inviata alla macchina pellettizzatrice (foto<br />
4) provvista <strong>di</strong> due “matrici contro rotanti” (con<br />
superficie cilindrica opportunamente profilata e<br />
forata) che provvedono, per estrusione, alla formazione<br />
dei pellet; questi, attraverso l’impiego <strong>di</strong> un<br />
apposito estrattore pneumatico, vengono convogliati<br />
al depolveratore (vaglio rotante) e, infine, alla<br />
fase <strong>di</strong> imballaggio (che può essere effettuato in<br />
big bag <strong>di</strong> 500 kg o <strong>di</strong>rettamente confezionati in<br />
sacchi in plastica <strong>di</strong> 25 kg). Altro notevole pregio<br />
economico dell’impianto è dato dalla praticità, per<br />
la quale un solo operatore è in grado <strong>di</strong> seguire la<br />
macchina nell’intero processo produttivo, dall’alimentazione<br />
all’insacchettatura.