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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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60 QUADERNO ARSIA 6/2004<br />

vo” nell’inverno successivo all’impianto per favorire<br />

la formazione della ceppaia e la produzione <strong>di</strong><br />

un elevato numero <strong>di</strong> polloni; si prosegue poi la<br />

coltivazione seguendo il turno prestabilito.<br />

Come in precedenza accennato, come per ogni<br />

altra coltura agraria, gli eventuali interventi <strong>di</strong> concimazione<br />

minerale trovano la loro piena giustificazione<br />

nella determinazione delle asportazioni <strong>di</strong><br />

elementi nutritivi per unità <strong>di</strong> s.s. prodotta e dalla<br />

stima delle produzioni <strong>di</strong> biomassa attese, da cui<br />

deriva quanto effettivamente asportato in termini<br />

<strong>di</strong> biomassa totale; solo in seguito è possibile determinare<br />

l’effettiva quantità <strong>di</strong> elementi della fertilità<br />

che occorre somministrare con la concimazione.<br />

Comparando il ceduo a turno breve con la<br />

pioppicoltura tra<strong>di</strong>zionale in cui le ramaglie prodotte<br />

sono tutte lasciate sul posto fino alla fine del<br />

ciclo, l’asportazione sistematica delle piante della<br />

SRF, sembra incrementare sensibilmente anche l’asportazione<br />

<strong>di</strong> nutrienti (con un massimo registrato<br />

per l’azoto circa pari all’84% in più); cimali e<br />

rami, infatti, contengono una maggior percentuale<br />

<strong>di</strong> corteccia che a sua volta è sede privilegiata dell’accumulo<br />

<strong>di</strong> nutrienti.<br />

La coltivazione del ceduo a turno breve consente<br />

in ogni caso un notevole risparmio nell’impiego<br />

<strong>di</strong> fertilizzanti minerali rispetto alle normali successioni<br />

erbacee. Con la caduta delle foglie, infatti, il<br />

pioppo restituisce sotto forma <strong>di</strong> lettiera ogni anno<br />

al terreno circa il 60-80% dei nutrienti asportati, e<br />

ciò riduce <strong>di</strong> molto le asportazioni nette.<br />

Molti autori hanno rilevato una risposta minima<br />

o nulla del ceduo a turno breve <strong>di</strong> pioppo alla<br />

concimazione azotata; in genere si osserva, infatti,<br />

che i terreni agricoli in cui siano stati realizzati<br />

comuni avvicendamenti <strong>di</strong> <strong>colture</strong> erbacee sino al<br />

momento dell’impianto della SRF, presentano una<br />

riserva <strong>di</strong> azoto ampiamente sufficiente per i fabbisogni<br />

del pioppo anche per alcuni anni.<br />

Data la loro scarsa mobilità nel terreno, il fosforo<br />

e il potassio devono essere interrati con i lavori<br />

<strong>di</strong> preparazione del terreno per l’impianto, mentre<br />

l’eventuale azoto previsto va <strong>di</strong>stribuito soprattutto<br />

in copertura a partire dal secondo anno e, poi,<br />

dopo ogni ceduazione. A conferma <strong>di</strong> tale impostazione,<br />

in prove condotte nella pianura pisana, è<br />

risultata ottimale la <strong>di</strong>stribuzione del fertilizzante<br />

8:24:24 in dosi <strong>di</strong> 0,6 t ha -1 .<br />

L’irrigazione è una pratica sicuramente molto<br />

costosa, da prendere in considerazione esclusivamente<br />

per interventi <strong>di</strong> soccorso nel primo ed<br />

eventualmente nel secondo anno <strong>di</strong> vita dell’impianto;<br />

l’intervento consigliato in questo caso è<br />

un’irrigazione a pioggia <strong>di</strong> almeno 20-25 mm per<br />

favorire l’attecchimento delle talee.<br />

A titolo <strong>di</strong> curiosità vale la pena osservare che la<br />

Short Rotation Forestry statunitense, basata su<br />

impostazioni ben <strong>di</strong>verse rispetto al ceduo a turno<br />

breve europeo, non solo fa spesso ricorso all’irrigazione,<br />

ma utilizza impianti <strong>di</strong> irrigazione a goccia<br />

che al contempo <strong>di</strong>stribuiscono fertilizzanti alle<br />

singole piante. Questo è possibile per la <strong>di</strong>versa<br />

impostazione <strong>di</strong> questi impianti, realizzati dalle<br />

stesse industrie cartarie che utilizzano poi la biomassa<br />

per produrre pasta <strong>di</strong> cellulosa.<br />

Anche il controllo delle piante infestanti è<br />

senz’altro determinante per un ottimale inse<strong>di</strong>amento<br />

della SRF. In terreni caratterizzati da alto<br />

rischio <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> malerbe, può essere opportuno<br />

intervenire, subito dopo la messa a <strong>di</strong>mora<br />

delle talee, con prodotti residuali ad azione antigerminello;<br />

a tale proposito, buoni risultati sono<br />

stati ottenuti utilizzando per le <strong>di</strong>cotiledoni miscele<br />

<strong>di</strong> trifluralin + linuron (0,8 + 0,4 kg ha -1 <strong>di</strong> p.a.)<br />

nei terreni più leggeri, o pen<strong>di</strong>methalin + linuron<br />

(1,3 + 0,4 kg ha -1 <strong>di</strong> p.a.) in quelli argillosi, e per<br />

le graminacee alachlor (1,4 kg ha -1 <strong>di</strong> p.a.) o metolachlor<br />

(1 kg ha -1 <strong>di</strong> p.a.). Tutti questi prodotti<br />

garantiscono <strong>di</strong> norma una copertura <strong>di</strong> circa 30-<br />

40 giorni.<br />

Successivamente al germogliamento delle talee è<br />

talvolta necessario intervenire nuovamente sulla fila<br />

<strong>di</strong>stribuendo in maniera localizzata prodotti ad<br />

azione <strong>di</strong>cotiledonicida a base <strong>di</strong> piridate (0,9 l ha -1<br />

<strong>di</strong> p.a.), fenme<strong>di</strong>fan (0,9 l ha -1 <strong>di</strong> p.a.), acifluorfen<br />

(0,4 l ha -1 <strong>di</strong> p.a.), fomesafen (0,3 l ha -1 <strong>di</strong> p.a.)<br />

e/o prodotti graminici<strong>di</strong> quali fenoxaprop-etil<br />

(0,9 l ha -1 <strong>di</strong> p.a.), <strong>di</strong>chlofop-metil (0,8 l ha -1 <strong>di</strong><br />

p.a.), fluazifop -p butil (0,3 l ha -1 <strong>di</strong> p.a.), allossifop-etossietil<br />

(0,1 l ha -1 <strong>di</strong> p.a.), setossi<strong>di</strong>m (0,3 l<br />

ha -1 <strong>di</strong> p.a.).<br />

Nell’interfila il controllo delle malerbe viene <strong>di</strong><br />

norma realizzato con una lavorazione superficiale,<br />

come la sarchiatura, che permette oltre alla rottura<br />

della crosta superficiale anche l’eliminazione delle<br />

avventizie eventualmente presenti.<br />

In genere dopo il primo anno <strong>di</strong> ogni ciclo produttivo,<br />

se lo sviluppo delle piante è stato buono,<br />

non è più necessario alcun ulteriore controllo chimico<br />

delle malerbe; ove questo dovesse comunque<br />

risultare nuovamente necessario è opportuno<br />

intervenire dopo la ceduazione e solo sulla fila con<br />

<strong>di</strong>sseccanti (non tossici per il pioppo nella fase <strong>di</strong><br />

riposo vegetativo) quali il glufosinate d’ammonio<br />

(0,45 kg ha -1 ) in aggiunta agli antigerminello<br />

sopra riportati; il terreno dell’interfila va comunque<br />

sempre adeguatamente gestito dopo il taglio<br />

con una lavorazione meccanica superficiale neces-

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