Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...
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COLTURE PER LA PRODUZIONE DI BIOMASSE AD USO ENERGETICO<br />
Tab. 3 - Bilancio energetico delle <strong>colture</strong> erbacee* (GJ ha -1 anno -1)<br />
Ovviamente, il potenziale effetto <strong>di</strong> riduzione<br />
dell’inquinamento non puntiforme delle acque<br />
<strong>di</strong>pende fondamentalmente, oltre che dalle caratteristiche<br />
delle principali coltivazioni che si vanno<br />
a sostituire e, quin<strong>di</strong>, dalla quantità <strong>di</strong> fertilizzanti<br />
effettivamente risparmiati, anche dal tipo <strong>di</strong> terreno<br />
interessato, dall’orografia dell’area, dalle caratteristiche<br />
climatiche della stessa ecc. Suoli sabbiosi,<br />
in pendenza o irrigui, con falde acquifere superficiali,<br />
sistemi colturali molto intensivi ecc., sono<br />
senz’altro quelli più vulnerabili da questo punto <strong>di</strong><br />
vista. Del resto, poi, il ricorso a impianti “nastriformi”<br />
costituiti da <strong>colture</strong> poliennali a destinazione<br />
energetica potrebbe talvolta essere <strong>di</strong> ausilio anche<br />
nell’intercettazione dei nutrienti (buffer strip) in<br />
uscita dai tra<strong>di</strong>zionali or<strong>di</strong>namenti colturali se adeguatamente<br />
collocati lungo le scoline e i fossi o<br />
nelle apposite aree costruite per intercettare il<br />
“runoff” degli appezzamenti.<br />
È pressoché unanimemente riconosciuto, inoltre,<br />
che le <strong>colture</strong> poliennali da energia, sia erbacee<br />
che arboree ad alta densità <strong>di</strong> impianto, costituiscono<br />
uno dei mezzi più efficaci per ridurre i rischi<br />
<strong>di</strong> erosione nelle aree in pen<strong>di</strong>o e nei terreni pianeggianti<br />
particolarmente sensibili, ciò sia per la<br />
presenza pressoché continua della vegetazione sul<br />
terreno, che costituisce <strong>di</strong>rettamente una valida<br />
copertura del suolo, sia per l’incremento <strong>di</strong> sostanza<br />
organica che si registra negli strati superficiali<br />
del terreno e per l’effetto “mulching”, prodotto<br />
soprattutto nel caso della SRF dalle foglie cadute<br />
annualmente, sia – infine – per l’effetto <strong>di</strong> trattenimento<br />
delle masse terrose operato dagli apparati<br />
ra<strong>di</strong>cali durante i perio<strong>di</strong> maggiormente piovosi<br />
dell’anno.<br />
Alcune stime in tal senso, da noi recentemente<br />
condotte relativamente alle <strong>colture</strong> da biomassa a<br />
destinazione energetica – SRF a due <strong>di</strong>fferenti livelli<br />
<strong>di</strong> intensificazione colturale a confronto con<br />
alcune <strong>colture</strong> agrarie “tra<strong>di</strong>zionali” in avvicendamento,<br />
<strong>di</strong> cui alla sperimentazione in atto a Pisa già<br />
rammentata – hanno comunque evidenziato, an-<br />
Sorgo Miscanto Canna<br />
Totale Input 33,0 18,6 17,9<br />
Totale Output 491,4 257,0 616,2<br />
Output/Input 14,9 13,8 34,4<br />
Output - Input 458,4 238,4 598,3<br />
Produttività energia kg GJ -1 930,3 1.511,5 2.087,8<br />
* Coltivazioni presso San Piero a Grado - Pisa.<br />
Tab. 4 - Bilancio energetico della SRF <strong>di</strong> pioppo*<br />
(GJ ha -1 anno -1 )<br />
SRF - A SRF - B<br />
Totale Input 16,3 11,1<br />
Totale Output 415,2 323,5<br />
Output/Input 25,5 29,3<br />
Output - Input 399,0 312,4<br />
Produttività energia kg GJ -1 1.356,7 1.556,1<br />
* Coltivazioni presso San Piero a Grado - Pisa.<br />
83<br />
che sotto questo profilo, un interessante miglior<br />
livello <strong>di</strong> accettabilità ecologica e/o <strong>di</strong> sostenibilità<br />
agroambientale della SRF <strong>di</strong> pioppo rispetto alle<br />
<strong>colture</strong> erbacee annuali.<br />
È evidente infatti che se è vero che i benefici<br />
maggiori si registrano soprattutto quando le <strong>colture</strong><br />
poliennali da energia – e la SRF in particolare –<br />
vengono proposte in sostituzione <strong>di</strong> <strong>colture</strong> arative<br />
annuali e <strong>di</strong> pascoli molto sfruttati, o su terreni<br />
lasciati a “set-aside” poliennale, o comunque su<br />
suoli decisamente molto degradati, anche in<br />
ambienti decisamente fertili, in un contesto produttivo<br />
basato su avvicendamenti colturali molto<br />
brevi e su terreni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o impasto o tendenzialmente<br />
argillosi, l’introduzione della SRF <strong>di</strong> pioppo<br />
ha evidenziato una notevole riduzione (fino a<br />
meno della metà) dei rischi <strong>di</strong> erosione e, conseguentemente,<br />
una decisa contrazione delle per<strong>di</strong>te<br />
<strong>di</strong> fosforo dal sistema. Una estrema sintesi delle<br />
valutazioni operate in chiave agroambientale confrontando<br />
la SRF <strong>di</strong> pioppo con le <strong>colture</strong> erbacee<br />
è riportata nella tab. 2.<br />
Per questo tipo <strong>di</strong> coltura (la SRF <strong>di</strong> una specie<br />
legnosa) sembra che il processo erosivo costituisca<br />
un problema solo nelle fasi <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento; nelle<br />
con<strong>di</strong>zioni ambientali <strong>di</strong> maggior rischio può essere<br />
assicurato comunque un certo grado <strong>di</strong> stabilità<br />
del terreno sia attraverso la realizzazione <strong>di</strong> “cover<br />
crop” e/o <strong>di</strong> “strip” inserite spontaneamente nel-