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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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7. I residui colturali<br />

Enrico Bonari, Ricardo Villani, Mariassunta Galli<br />

Laboratorio Land Lab, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa<br />

Pur non essendo inizialmente compresa nel progetto<br />

Bioenergy Farm, nel corso del triennio <strong>di</strong> attività<br />

sperimentali e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o a questo collegate, è<br />

stata condotta anche una valutazione delle <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> biomasse residuali <strong>di</strong> origine agricola presumibilmente<br />

in essere nel territorio della Toscana.<br />

La stima <strong>di</strong> cui si dà conto rappresenta soltanto<br />

un tentativo <strong>di</strong> aggiungere alcune ulteriori informazioni<br />

sulla “potenzialità” dei <strong>di</strong>versi territori<br />

agricoli della nostra regione, da considerare anch’essa<br />

nell’ambito <strong>di</strong> un’analisi territoriale orientativa,<br />

tendente all’identificazione <strong>di</strong> eventuali aree<br />

agricole <strong>di</strong> maggiore potenziale interesse per la<br />

strutturazione <strong>di</strong> una possibile filiera agroenergetica<br />

locale.<br />

Sul piano della scelta delle <strong>colture</strong> agrarie, ai cui<br />

residui lignocellulosici è oggi possibile fare “a priori”<br />

riferimento, abbiamo riservato la nostra attenzione<br />

a pochissimi comparti produttivi tipici del<br />

nostro territorio: quello viticolo (foto 1, 2, 3), quello<br />

olivicolo (foto 4, 5, 6, 7) e quello cerealicolo. Ciò<br />

in quanto è “storicamente” noto che quelle sopramenzionate<br />

costituiscono le <strong>colture</strong> agrarie <strong>di</strong> gran<br />

lunga più rappresentative (e più <strong>di</strong>ffuse) dell’agricoltura<br />

toscana, rispettivamente per le specie<br />

legnose agrarie e per le <strong>colture</strong> erbacee <strong>di</strong> pieno<br />

campo.<br />

Anche in questo caso, il lavoro è consistito, da<br />

un lato, nella stima sintetica delle quantità <strong>di</strong> residui<br />

colturali “in gioco” in ambito comunale e, dall’altro,<br />

nella successiva rappresentazione cartografica<br />

delle <strong>di</strong>sponibilità stimate e nel contestuale inserimento<br />

<strong>di</strong> queste nel costruendo SIT sulla effettiva<br />

potenzialità <strong>di</strong> una valorizzazione energetica delle<br />

biomasse nell’agricoltura regionale. I dati statistici<br />

<strong>di</strong> riferimento sono stati quelli del V Censimento<br />

dell’Agricoltura (ISTAT, 2002) per quanto riguarda<br />

le superfici comunali della vite, dell’olivo e dei <strong>di</strong>f-<br />

ferenti cereali sia autunno-invernali che primaveriliestivi)<br />

e quelli rilevati dalla Regione Toscana sulle<br />

produzioni “utili” delle <strong>di</strong>verse <strong>colture</strong> (forniti<br />

invece a scala provinciale) per unità <strong>di</strong> superficie.<br />

Appare subito evidente che, sul piano della definizione<br />

della produzione “per comune” delle <strong>colture</strong><br />

<strong>di</strong> che trattasi, la presente stima risente della forzata<br />

semplificazione operata attraverso l’attribuzione<br />

<strong>di</strong> una uguale resa me<strong>di</strong>a per ettaro (quella provinciale)<br />

a tutte le superfici censite per ciascun Comune<br />

<strong>di</strong> una medesima provincia.<br />

Una volta rilevate le superfici e le rispettive produzioni<br />

delle <strong>colture</strong>, per la stima delle quantità <strong>di</strong><br />

residui colturali potenzialmente presenti nei territori<br />

comunali sono state utilizzate, sia per la vite<br />

che per l’ulivo, le due relazioni empiriche specifiche<br />

– fra residui a resa utile – recentemente messe<br />

a punto (per territori simili a quello regionale) dall’ANPA-Unità<br />

Normativa Tecnica, riportate nel volume<br />

I rifiuti del comparto agroalimentare ed.<br />

2001, <strong>di</strong> seguito trascritte:<br />

a) Sarmenti <strong>di</strong> vite (t/ha <strong>di</strong> s.s.)<br />

= 0,113 x resa in uva (t/ha) + 2,00<br />

b) Ramaglia <strong>di</strong> olivo (t/ha <strong>di</strong> s.s.)<br />

= 0,566 x resa in olive (t/ha) + 1,496<br />

Per la stima delle produzioni <strong>di</strong> paglia e/o <strong>di</strong><br />

stocchi delle <strong>di</strong>fferenti <strong>colture</strong> <strong>di</strong> cereali, tenendo<br />

anche conto delle caratteristiche bioagronomiche<br />

delle varietà <strong>di</strong> cereali e paglia più <strong>di</strong>ffuse in Toscana,<br />

abbiamo considerato che il rapporto fra produzione<br />

<strong>di</strong> granella e quella <strong>di</strong> paglia sia sostanzialmente<br />

pari ad 1 (con Harvest Index del 50%).<br />

Nelle figg. 7.1, 7.2 e 7.3 sono rappresentati cartograficamente<br />

– rispettivamente per i residui dell’olivo,<br />

della vite e per le paglie <strong>di</strong> cereali – le

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