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Le colture dedicate - Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro ...

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84 QUADERNO ARSIA 6/2004<br />

l’interfila, sia attraverso l’adozione <strong>di</strong> tecniche conservative<br />

<strong>di</strong> gestione del suolo (fin’anche alle tecniche<br />

<strong>di</strong> non lavorazione) prima e durante l’impianto<br />

delle <strong>colture</strong>.<br />

Infine, come ogni intervento che comporti una<br />

mo<strong>di</strong>fica sostanziale all’assetto del territorio deve<br />

essere attentamente valutato e rapportato alle caratteristiche<br />

dell’ambiente in cui si inserisce anche<br />

sotto il profilo paesaggistico, così anche per le <strong>colture</strong><br />

da energia – e soprattutto per quelle erbacee<br />

poliennali e per gli impianti <strong>di</strong> SRF <strong>di</strong> specie legnose<br />

– si devono valutare anche gli eventuali effetti<br />

negativi che una loro <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata introduzione sul<br />

territorio possono avere sulla tipicità del paesaggio<br />

agrario e agroforestale in cui queste possono essere<br />

inserite, ciò alla stessa stregua <strong>di</strong> un qualunque<br />

altro impianto <strong>di</strong> coltivazioni legnose permanenti a<br />

destinazione più squisitamente agricola (vigneti,<br />

oliveti, frutteti ecc.).<br />

Anche a livello aziendale le realizzazioni <strong>di</strong><br />

questo tipo <strong>di</strong> coltivazioni devono essere pianificate<br />

tenendo conto delle specifiche caratteristiche del<br />

sito, cercando <strong>di</strong> creare, per quanto possibile, un<br />

equilibrio fra aree a bosco e superfici a seminativo,<br />

evidenziando – semmai – i tratti <strong>di</strong>stintivi del territorio<br />

(piccole valli, corsi d’acqua, <strong>di</strong>rupi ecc.) ed<br />

evitando <strong>di</strong> nascondere le caratteristiche geomorfologiche<br />

<strong>di</strong> questo e gli eventuali manufatti<br />

storici che identificano ciascuna zona, anche in<br />

relazione all’orografia del territorio in cui vanno a<br />

inserirsi: nelle aree pianeggianti acquistano particolare<br />

importanza i primi piani e i contorni delle<br />

coltivazioni, mentre nelle aree declivi è la stessa<br />

estensione dell’impianto ad avere maggiore impatto<br />

a livello visivo. Vanno possibilmente evitate geo-<br />

Tab. 5 - Aspetti ambientali delle <strong>colture</strong> da energia<br />

Agente e causa Azione Effetto ambientale<br />

Copertura vegetale<br />

1. Protezione del terreno dalla pioggia<br />

2. Trattenimento del suolo dagli apparati ra<strong>di</strong>cali<br />

Riduzione rischi <strong>di</strong> erosione<br />

3. Mulching lettiera Minore rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

4. Incremento sostanza organica<br />

1. Minori lavorazioni<br />

del fosforo nell’ambiente<br />

Sostituzione<br />

2. Maggior accumulo <strong>di</strong> sostanza organica<br />

3. Maggiore perio<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> ritorno nell’atmosfera<br />

Riduzione emissione anidride carbonica<br />

superfici dei prodotti <strong>di</strong> combustione<br />

seminativo 4. Minori concimazioni fosfatiche e maggior Minore rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del fosforo<br />

bloccaggio del fosforo da parte della sostanza organica nell’ambiente<br />

Fonte: Mezzalira et al., 2003.<br />

5. Minori concimazioni azotate<br />

Minore rischio <strong>di</strong> lisciviazione<br />

e/o ruscellamento dell’azoto nitrico<br />

metrie troppo definite e per questo non è consigliabile<br />

seguire rigidamente i confini catastali e,<br />

soprattutto nelle aree declivi, è opportuno evitare<br />

che il confine della coltura segua una linea <strong>di</strong>ritta<br />

in posizione ortogonale rispetto al “profilo” del<br />

terreno. Si deve, inoltre, favorire per quanto possibile<br />

la mescolanza <strong>di</strong> specie <strong>di</strong>verse, curando anche<br />

i possibili cromatismi delle <strong>di</strong>verse stagioni, anche<br />

al fine <strong>di</strong> interrompere l’eccessiva uniformità delle<br />

forme e dei colori e al tempo stesso evitare una<br />

eccessiva varietà <strong>di</strong> tinte.<br />

In numerose situazioni, inoltre, gli impianti <strong>di</strong><br />

SRF potrebbero anche svolgere un importante<br />

ruolo ricreativo e <strong>di</strong> fruizione degli spazi ver<strong>di</strong> (ad<br />

esempio, se attraversate da percorsi sportivi), o<br />

anche sviluppare funzioni protettive <strong>di</strong>verse (ad<br />

esempio, schermanti il rumore, <strong>di</strong> filtro per le particelle<br />

volatili inquinanti e per le polveri lungo le<br />

strade e le autostrade) e, come già accennato, essere<br />

utilizzate come superfici in grado <strong>di</strong> meglio<br />

mantenere la selvaggina a scopo venatorio.<br />

Concludendo le <strong>colture</strong> poliennali erbacee<br />

hanno effetti ambientali positivi in quanto consentono:<br />

• una decisa riduzione nell’impiego dei fitofarmaci<br />

normalmente usati per la <strong>di</strong>fesa delle <strong>colture</strong><br />

agrarie;<br />

• un sostanziale controllo del fenomeno erosivo,<br />

sia per il miglioramento indotto dalle caratteristiche<br />

fisiche degli strati superficiali del terreno<br />

sia per l’effetto protettivo <strong>di</strong>rettamente operato<br />

sul suolo;<br />

• un notevole miglioramento dell’habitat per la<br />

fauna selvatica derivante dall’abbondante e dalla<br />

prolungata presenza <strong>di</strong> biomassa sul terreno;

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