Monumenti etruschi o di etrusco nome - Warburg Institute

02 DEGLI EDIFIZI ETRUSCHI
pluvio che vale lo stesso. Feste chiama area quello spazio
di mezzo, nel quale cadevano le acque dai tetti: Vairo-
ne lo chiama impluvio perchè ivi scolavano le piogge rac-
colte nel compluvio , ed aggiunge che per esso entrava il
lume ; circostanza che nell' area ricordata da Festo dovea
necessariamente verificarsi: Varrone chiama Atrio questa fab-
brica, e dà per sicura la derivazione di tal nome da Adria;
Festo la pone solo per probabile. A questo confronto dei
due scrittori aggiunge il Marquez le figure di un Atrio o
cavedio toscanico, alle dottrine loro conforme, lo le ripui-
to alle Tavv. VII e Vili come le trovo nelI' originale '.
Siano A B DO ì muri ap|>artenenti ad una casa etrusra,
dove in e si vede la entrata e porta principale. Tra i mu-
ri resta patulo ed aperto pel davanti f i '\\ sito f e h i,
ed il luogo libero a comune uso di tutti , perchè poi vie-
ne in faccia il campo aperto o la strada pubblica. Q l, l
K, p o, M N, N R, son tutti legni che formano un pal-
co attorno, sopra il quale si fanno i tetti similmente at-
torno, ed inclinati verso il recinto o area di mezzo/, s r
N, che si lascia allo scoperto. Ivi scolano le acque da' tetti
come dice Festo: in essi unisconsi le medesime per calar
giù insieme, come per compiovere, da dove nasce il nome
di compluvio indicato da Varrone; e conseguentemente
al luogo di mezzo , dove dal compluvio cadono le acque
si dà il nome di impluvio, secondo il medesimo Autore.
La figura superiore della Tav. Vili mostra il compluvio o
i tetti del cavedio , che lasciano la parte di mezzo scoper-
ta onde possa di la entrare il lume. La figura inferiore
della Tav. VII mjstra la elevazione del cavedio, ed ivi si
1 Marq-iez, dello case di Giltù, lav. i , fig. i , 2 , 3 , 4-
,