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Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

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Tabet.qxp 05/04/2011 12.06 Pag<strong>in</strong>a 249<br />

annunciatori della Parola di Dio e testimoni di Gesù<br />

Risorto, speranza del mondo» (ibidem). Si menzionano<br />

ancora i sofferenti (n. 106), per i quali la Parola<br />

di Dio deve essere accolta come un dono che aiuta<br />

a «scoprire che proprio nella loro condizione possono<br />

partecipare <strong>in</strong> modo particolare alla sofferenza<br />

redentrice di Cristo per la salvezza del mondo»; nonché<br />

i «poveri e bisognosi» (n. 107), spesso vittime di<br />

<strong>in</strong>giustizie e di egoismi. Si segnala <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e che anche<br />

grazie alla Parola di Dio nell’uomo si genera «un<br />

modo nuovo di vedere le cose, promuovendo un’ecologia<br />

autentica»: solo essa può aiutare veramente<br />

l’uomo a riscoprire con stupore la bellezza autentica<br />

che si cela <strong>in</strong> tutte le creature (n. 108).<br />

Parola di Dio<br />

& culture<br />

I numeri dedicati al rapporto fra la Parola di Dio e<br />

le culture, recentemente sviluppato nel dibattito<br />

contemporaneo e ripreso più volte <strong>in</strong> alcuni <strong>in</strong>terventi<br />

magisteriali 9 , riflettono sul valore della cultura<br />

per la vita dell’uomo e sul suo rapporto con l’evangelizzazione,<br />

e ciò <strong>in</strong> un doppio aspetto: <strong>in</strong><br />

quanto la Parola di Dio ha ispirato lungo i secoli diverse<br />

culture e stili di vita, «generando valori morali<br />

fondamentali, espressioni artistiche eccellenti e<br />

stili di vita esemplari»; e osservando che ogni cultura,<br />

se autentica, non può non rimanere aperta alla<br />

trascendenza e ultimamente a Dio (n. 109). Per questo<br />

motivo, il documento esorta specialmente gli<br />

«operatori culturali» a recuperare il ruolo della sacra<br />

Scrittura come «grande codice» per tutte le<br />

espressioni umane artistiche e spirituali, mostrando<br />

a tutti, credenti e non credenti, i «valori antropologici<br />

e filosofici che hanno <strong>in</strong>fluito positivamente su<br />

tutta l’umanità» (n. 110). In questa prospettiva, il<br />

documento ribadisce il dovere di favorire la conoscenza<br />

della Parola di Dio nelle scuole e nelle università,<br />

con un esplicito riferimento all’<strong>in</strong>segnamento<br />

della religione cattolica (n. 111), ed esorta aff<strong>in</strong>ché<br />

si promuova nella Chiesa una solida formazione<br />

degli artisti (n. 112), i quali, lungo i secoli,<br />

hanno contribuito efficacemente (nella letteratura,<br />

nella musica, nell’arte, nella decorazione delle chiese<br />

ecc.) a rendere percepibile nel tempo e nello spazio<br />

le realtà <strong>in</strong>visibili ed eterne. Collegato con questo<br />

àmbito è il tema della «massmedialità», <strong>in</strong> quanto<br />

il processo di <strong>in</strong>culturazione della Parola passa<br />

sempre di più attraverso i mezzi di comunicazione<br />

sociale: è un’esigenza sempre più rilevante far risuonare<br />

la Parola div<strong>in</strong>a f<strong>in</strong>o ai conf<strong>in</strong>i dei mezzi di<br />

comunicazione, con la consapevolezza però che il<br />

mondo virtuale non potrà mai sostituire il mondo<br />

reale della comunicazione personale (n. 113).<br />

Alla Chiesa urge qu<strong>in</strong>di il delicato compito dell’<strong>in</strong>culturazione,<br />

cioè dell’«evangelizzazione della cul-<br />

tura», il cui paradigma è rappresentato dal «pr<strong>in</strong>cipio<br />

dell’<strong>in</strong>carnazione» (n. 114). Così come Dio si è<br />

comunicato agli uom<strong>in</strong>i «<strong>in</strong> una storia concreta, assumendo<br />

i codici culturali iscritti <strong>in</strong> essa», anche la<br />

Parola div<strong>in</strong>a, che supera i limiti della cultura (n.<br />

116), è chiamata a trasformare le culture dal di dentro:<br />

«La Chiesa è fermamente persuasa dall’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca<br />

capacità della Parola di Dio di raggiungere tutte<br />

le persone umane nel contesto culturale <strong>in</strong> cui vivono»<br />

(n. 114). Certamente, l’<strong>in</strong>culturazione «non<br />

va scambiata con processi di adattamento superficiale<br />

e nemmeno con la confusione s<strong>in</strong>cretista che<br />

diluisce l’orig<strong>in</strong>alità del Vangelo per renderlo più<br />

facilmente accettabile» (ibidem). Questo processo<br />

si attua anzitutto nella consegna e nella presentazione<br />

della Parola di Dio e particolarmente del «Libro<br />

sacro» <strong>in</strong> tutta la sua ricchezza, a partire dal delicato<br />

lavoro di traduzione dei testi e dal conseguente<br />

impegno di diffusione presso quei popoli<br />

che non possono ancora accedere alla ricchezza della<br />

Sacra Scrittura e alle sue mediazioni (n. 115).<br />

Parola di Dio & dialogo<br />

<strong>in</strong>terreligioso<br />

Inf<strong>in</strong>e, il documento tratta del rapporto tra Parola di<br />

Dio e dialogo <strong>in</strong>terreligioso (nn. 117-120), il cui alto<br />

significato deriva dal fatto che «la Chiesa riconosce<br />

come parte essenziale dell’annuncio della Parola<br />

l’<strong>in</strong>contro, il dialogo e la collaborazione con<br />

tutti gli uom<strong>in</strong>i di buona volontà», evitando sempre,<br />

certamente, per la fedeltà alla stessa Parola div<strong>in</strong>a,<br />

«forme di s<strong>in</strong>cretismo e di relativismo» (ibidem).<br />

Questo dialogo ha conosciuto <strong>in</strong> tempi più recenti<br />

un grande sviluppo dovuto soprattutto al rapido<br />

processo di globalizzazione <strong>in</strong> atto. Poiché dell’ebraismo<br />

si è trattato nella prima parte dell’esortazione<br />

(n. 43), nel nostro contesto si fa riferimento al<br />

dialogo tra cristiani e musulmani (n. 118) nonché al<br />

confronto con religioni quali il buddismo, l’<strong>in</strong>duismo<br />

e il confucianesimo (n. 119). Il Pontefice esorta<br />

al rispettoso e costruttivo confronto con tutte le<br />

realtà religiose, consapevole che anche <strong>in</strong> esse si <strong>in</strong>contrano<br />

«testimonianze dell’<strong>in</strong>timo legame esistente<br />

tra il rapporto con Dio e l’etica dell’amore<br />

per ogni uomo» (n. 117). La breve trattazione si<br />

conclude segnalando che il dialogo potrà essere fecondo<br />

solo nella misura <strong>in</strong> cui si realizza «un autentico<br />

rispetto per ogni persona, perché possa aderire<br />

liberamente alla propria religione» (n. 120).<br />

Quattro impegni<br />

conclusivi<br />

Nella conclusione emergono come s<strong>in</strong>tesi quattro<br />

raccomandazioni:<br />

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