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Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

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spadaro poesia5.qxp 05/04/2011 15.41 Pag<strong>in</strong>a 264<br />

264<br />

Il poeta giovane<br />

& ardente<br />

L’<strong>in</strong>teresse di Wojtyla per la poesia risale alla sua<br />

prima giov<strong>in</strong>ezza. Nel 1934, all’età di 14 anni, egli<br />

v<strong>in</strong>ce il secondo premio nella gara di lettura di un<br />

poema filosofico di Cyprian Norwid, autore polacco<br />

tra i suoi più amati. Proseguirà con letture di altri<br />

classici polacchi, ma anche dell’Antigone di Sofocle<br />

e della Div<strong>in</strong>a Commedia. Fondamentale fu<br />

l’<strong>in</strong>contro con M. Kotlarczyk, professore di l<strong>in</strong>gua<br />

polacca nel g<strong>in</strong>nasio di Wadowice, con il quale <strong>in</strong><br />

seguito avrebbe dato vita al teatro rapsodico.<br />

Wojtyla ne era entusiasta e lo considerava un pioniere,<br />

capace di esprimere con il suo teatro il cuore<br />

delle tradizioni letterarie nazionali. Nel 1938<br />

Wojtyla scelse il corso di laurea <strong>in</strong> Filologia polacca<br />

presso l’Università Jagellonica di Cracovia. Qui<br />

si confermò la sua «chiara predisposizione verso la<br />

letteratura», grazie alla frequentazione del corso di<br />

recitazione offerto dall’Università, ma soprattutto<br />

grazie al contatto <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotto con Kotlarczyk, che<br />

<strong>in</strong> quella città animava <strong>in</strong>contri di giovani appassionati<br />

di poesia e teatro. Durante questi <strong>in</strong>contri i partecipanti<br />

condividevano l’idea che l’arte non sia<br />

«soltanto verità realistica, o solo gioco ma sia soprattutto<br />

un’elevazione architettonica, sia uno<br />

sguardo <strong>in</strong> avanti e <strong>in</strong> alto, sia una compagna della<br />

religione e la guida sulla via verso Dio; abbia la dimensione<br />

dell’arcobaleno romantico: dalla terra e<br />

dal cuore umano f<strong>in</strong>o all’Inf<strong>in</strong>ito».<br />

Ballate dei Beschidi, la prima raccolta poetica composta<br />

da Wojtyla, non è mai stata pubblicata ed è<br />

andata perduta. I versi erano ballate popolari. Egli<br />

coltivava <strong>in</strong>tanto il teatro unendosi al gruppo teatrale<br />

semiprofessionale Studio 39. Cont<strong>in</strong>uava a trovarsi<br />

con amici per appassionanti <strong>in</strong>contri di lettura<br />

e scrittura poetica. In questi contesti avverranno le<br />

uniche letture pubbliche delle sue poesie. Tra la primavera<br />

e l’estate del 1939 Wojtyla scrive una raccolta<br />

nota con due nomi diversi: Salterio r<strong>in</strong>ascimentale<br />

e Libro slavo. Essa comprende 17 sonetti e<br />

altre 7 composizioni. Poco dopo, il 1° settembre,<br />

Hitler <strong>in</strong>vade la Polonia. Wojtyla avverte le contraddizioni<br />

del momento. Nella figura del gigante<br />

Golia si concentra simbolicamente tutto il male dei<br />

suoi tempi, l’ombra del nazismo che avanza. La sua<br />

vocazione tuttavia non è alla spada, ma alla parola,<br />

densa di dolore, presentimenti, responsabilità, <strong>in</strong>vocazioni.<br />

La fonte biblica è cont<strong>in</strong>uamente richiamata,<br />

dai Salmi all’Apocalisse. La parola poetica è anch’essa<br />

salvaguardia della patria: l’amore per la l<strong>in</strong>gua,<br />

il culto per la storia e la tradizione polacca<br />

emergono con forza e decisione.<br />

Il 1939 è un anno di <strong>in</strong>tensa ispirazione. Nella primavera<br />

di quell’anno Wojtyla compone una raccolta<br />

di sonetti. Qui il compito del poeta è quello di costruire<br />

ponti, vie di salvezza per «chi ha ali legate»<br />

(Sonetto <strong>II</strong>). Così si <strong>in</strong>seguono tra i sonetti immag<strong>in</strong>i<br />

di albe, di cascate, di zolle fresche, di fiori e pascoli,<br />

di «liberazioni primaverili» (Sonetto VI), che<br />

si uniscono a quelle della storia della civiltà occidentale<br />

per generare una visione d<strong>in</strong>amica e cosmica<br />

di risurrezione. Wojtyla ha appena compiuto 19<br />

anni. È il tempo della giov<strong>in</strong>ezza ardente e passionale<br />

nella quale il compito e la vocazione del poeta<br />

si chiarifica maggiormente. Nel poema Parola–Logos<br />

la poesia è un offertorio <strong>in</strong>fuocato, come un forno<br />

che cuoce mattoni; l’anima dell’artista è una pietra<br />

<strong>in</strong>fuocata. L’anima dell’artista è:<br />

carbone degli arroventamenti,<br />

sasso al rosso <strong>in</strong>fuocato.<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>II</strong>, <strong>beato</strong><br />

Le figure del sacerdote, del saggio, del poeta e dell’attore<br />

sembrano fondersi proprio nella potenza<br />

della parola/Logos: «Nelle parole sono le potenze».<br />

Il crescendo di attenzione e co<strong>in</strong>volgimento nella<br />

potenza della parola ha una sua tappa importante <strong>in</strong><br />

Magnificat, uno splendido <strong>in</strong>no nel quale Wojtyla si<br />

identifica <strong>in</strong> Maria che, cantando il suo <strong>in</strong>no al «Padre<br />

d’immensa Poesia», preannuncia il compimento<br />

della Parola. Maria così diviene figura del poeta<br />

e del sacerdote, entrambi servitori della parola/Logos.<br />

È così un canto gioioso, segnato dall’ispirazione<br />

poetica, a giungere quando «Dio si ch<strong>in</strong>a sull’arpa».<br />

Le immag<strong>in</strong>i idilliche delle composizioni<br />

precedenti ritornano <strong>in</strong> questa, creando un’atmosfera<br />

solenne e prorompente, un salmo al Dio «Intagliatore<br />

di querce» denso di esultanza primordiale,<br />

robusta e colorata:<br />

Egli ha c<strong>in</strong>to la mia giov<strong>in</strong>ezza di un ritmo stupendo,<br />

ha forgiato il mio canto sopra un’<strong>in</strong>cud<strong>in</strong>e di quercia.<br />

Nell’autunno, dopo quel tragico 1° settembre, giorno<br />

dell’<strong>in</strong>vasione della Polonia, Wojtyla compone il<br />

salmo <strong>in</strong> tre stanze dal titolo … E quando Davide<br />

giunse alla sua terra madre. Ormai è il buio. Wojtyla<br />

è costretto dal vento ostile e freddo che spira a litigare<br />

con il proprio verso, con la propria ispirazione,<br />

con il senso stesso della poesia:<br />

Il vento d’autunno tagliò i miei desideri,<br />

come con uno slancio, <strong>in</strong> un colpo di spada,<br />

abbattè le statue, spezzò le visioni, –<br />

e mi ord<strong>in</strong>ò di litigare col mio canto.<br />

Da questo momento Wojtyla com<strong>in</strong>cerà ad allontanarsi<br />

dalla struttura della ballata, e si sp<strong>in</strong>gerà al<br />

verso libero, aff<strong>in</strong>ando anche un certo ermetismo<br />

che lo conduce a una poesia analogica, simbolica e<br />

visionaria. Le poesie degli anni tra il 1938 e il 1940

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