Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Pelaez Pasqua.qxp 05/04/2011 15.57 Pag<strong>in</strong>a 273<br />
f<strong>in</strong>ché essa non sarà perfetta nel<br />
Regno di Dio» (Lc 22, 5).<br />
Si può dire allora che tra la cena<br />
pasquale ebraica e quella perfetta<br />
nel Regno dei cieli il banchetto<br />
eucaristico fa a modo di anello<br />
<strong>in</strong>termedio. Già i Padri della<br />
Chiesa, mettendo <strong>in</strong> risalto il legame<br />
tra il banchetto pasquale<br />
ebraico e la celebrazione eucaristica<br />
facevano riferimento alla<br />
casa, come figura dell’unità della<br />
Chiesa. «Mangerete <strong>in</strong> una casa;<br />
una è la casa, una è la Chiesa, <strong>in</strong><br />
cui è consumato il santo corpo di<br />
Cristo» (Ippolito). La Chiesa si<br />
presenta come la Casa dove il pane<br />
e il v<strong>in</strong>o sono distribuiti non<br />
soltanto <strong>in</strong> figura ma <strong>in</strong> sacramento<br />
delle realtà div<strong>in</strong>e.<br />
Dobbiamo al card. Ratz<strong>in</strong>ger<br />
(Guardare al Crocifisso, Milano<br />
2005, pp. 91 ss.) fondamentali<br />
considerazioni spirituali sul carattere<br />
famigliare della festa di<br />
Pasqua, che riassumo a modo di<br />
conclusione.<br />
La Pasqua di Israele era ed è una<br />
solennità della famiglia; non si<br />
celebra nel tempio, ma <strong>in</strong> casa.<br />
La casa nella storia di Israele è lo<br />
spazio della salvezza e del riparo<br />
<strong>in</strong> quella notte buia nella quale si<br />
aggirava l’angelo della morte. La<br />
notte di Egitto rappresentava<br />
l’immag<strong>in</strong>e delle potenze della<br />
morte, della realtà caotica, le<br />
quali di cont<strong>in</strong>uo irrompono dalle<br />
profondità del mondo e dell’uomo,<br />
distruggono la bontà della<br />
creazione e m<strong>in</strong>acciano di rendere<br />
il mondo una landa desolata.<br />
La casa, la famiglia, è l’arg<strong>in</strong>e di<br />
protezione della vita, <strong>in</strong> cui vi è<br />
la pace, shalom, dell’uno con<br />
l’altro, che permette di vivere e<br />
tiene unito il mondo.<br />
Ogni anno a Pasqua, Israele doveva<br />
muoversi <strong>in</strong> pellegr<strong>in</strong>aggio<br />
verso Gerusalemme per ritornare<br />
di nuovo alle sue orig<strong>in</strong>i e anche<br />
per ricevere di nuovo la salvezza.<br />
Il popolo ha bisogno di ritornare<br />
a ciò che è il suo vero fondamento.<br />
La Pasqua doveva essere questo<br />
ritorno annuale di Israele dai<br />
pericoli di quel caos che è <strong>in</strong> agguato<br />
di ogni popolo, a ciò che lo<br />
fonda e lo sostiene. E poiché<br />
Israele sapeva di avere su di sé la<br />
stella dell’elezione, sapeva anche<br />
che la sua salvezza concerneva il<br />
mondo <strong>in</strong>tero; sapeva che nel suo<br />
rifiuto o nella sua fedeltà all’Alleanza<br />
era <strong>in</strong> gioco il dest<strong>in</strong>o della<br />
creazione.<br />
Siamo la famiglia<br />
di Gesù<br />
Anche all’epoca di Gesù la Pasqua<br />
era celebrata nelle case, dopo<br />
la macellazione degli agnelli<br />
che era compiuta nel tempio. C’era<br />
una prescrizione secondo la<br />
quale non si poteva abbandonare<br />
la città di Gerusalemme nella notte<br />
di Pasqua. L’<strong>in</strong>tera città appariva<br />
come lo spazio della salvezza.<br />
Gesù ha festeggiato perciò la<br />
Pasqua <strong>in</strong> casa con gli apostoli,<br />
ormai diventati la sua famiglia.<br />
Proprio <strong>in</strong> tal modo la Pasqua è<br />
diventata una festa cristiana. Noi<br />
siamo la famiglia di Gesù che<br />
egli ha fondato ricorrendo ai suoi<br />
amici che con lui percorrono la<br />
strada del Vangelo attraverso la<br />
storia. In quanto suoi amici, noi<br />
siamo la sua casa; così la Chiesa<br />
è la nuova famiglia e la nuova<br />
città che è per noi ciò che era Gerusalemme,<br />
quella casa vivente<br />
che scaccia le forze del caos e dà<br />
spazio alla pace. Il suo muro è<br />
consolidato dal sangue del vero<br />
agnello, Gesù Cristo, vale a dire,<br />
mediante l’amore, che giunge s<strong>in</strong>o<br />
alla f<strong>in</strong>e ed è senza f<strong>in</strong>e. Questo<br />
amore è la vera forza contraria<br />
al caos, è la forza creatrice<br />
che fonda sempre di nuovo il<br />
mondo, che fonda di nuovo le famiglie<br />
e <strong>in</strong> tal modo ci dà lo spazio<br />
della pace, nel quale noi possiamo<br />
vivere l’uno con l’altro,<br />
l’uno per l’altro e l’uno <strong>in</strong>sieme<br />
all’altro.<br />
Esistono molte ragioni, concludiamo<br />
ancora con parole del<br />
card. Ratz<strong>in</strong>ger, per riflettere oggi<br />
su queste connessioni; percepiamo<br />
<strong>in</strong> modo tangibile come<br />
nel mezzo di una società progredita<br />
le forze orig<strong>in</strong>arie del caos si<br />
ribellano proprio contro ciò che<br />
essa chiama il suo progresso. Noi<br />
vediamo come un popolo dotato<br />
di dom<strong>in</strong>io scientifico del mondo<br />
possa essere distrutto dall’<strong>in</strong>terno,<br />
come la creazione possa essere<br />
m<strong>in</strong>acciata dalle forze del<br />
caos. Tutto ciò può essere evitato<br />
solo dal muro di c<strong>in</strong>ta del sangue<br />
dell’agnello che protegge la nuova<br />
famiglia che il Signore ha<br />
creato per noi.<br />
La solennità pasquale, che dai<br />
nomadi attraverso Israele giunge<br />
a noi attraverso Cristo, deve servirci<br />
a difendere e ricostruire i<br />
fondamenti spirituali della famiglia<br />
e della comunità politica se<br />
non vogliamo perderci nell’autodistruzione.<br />
Anche oggi dovrebbe<br />
essere di nuovo solennità della<br />
famiglia, la quale è il vero muro<br />
di difesa della creazione e dell’umanità.<br />
La famiglia può essere questo<br />
spazio dell’umanità e difesa della<br />
creazione, solo se essa stessa è difesa<br />
dalla forza della fede suscitata<br />
dall’amore di Gesù Cristo. La<br />
famiglia s<strong>in</strong>gola si sfascia se non<br />
trova rifugio nella più grande e<br />
nuova famiglia di Cristo, la Chiesa,<br />
che le dà stabilità e pace. Da<br />
questa famiglia di Cristo impariamo<br />
a conoscere la famiglia umana<br />
e <strong>in</strong> essa l’umanità <strong>in</strong> generale<br />
che ci difende e ci sostiene.<br />
La Pasqua era festeggiata <strong>in</strong> casa.<br />
Anche Gesù l’ha fatto. Ma dopo<br />
il pasto si alzò e uscì, oltrepassò i<br />
conf<strong>in</strong>i di Gerusalemme, oltrepassò<br />
i conf<strong>in</strong>i del torrente Cedron.<br />
Non ha avuto paura del<br />
caos, ma è penetrato s<strong>in</strong>o alle<br />
fauci della morte. Ciò vuol dire<br />
che, essendo la fede e l’amore di<br />
Gesù Cristo il muro della Chiesa,<br />
la Chiesa non è un fort<strong>in</strong>o. Essa è<br />
una città aperta. Credere significa<br />
sempre: uscire con Gesù Cristo,<br />
non temere il caos, perché<br />
egli è il più forte. Credere significa<br />
uscire dalle mura e nel mezzo<br />
del mondo caotico costruire<br />
spazi di fede e spazi di amore <strong>in</strong><br />
virtù di Gesù Cristo.<br />
Michelangelo Peláez<br />
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