03.06.2013 Views

Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Libri & libri.qxp 06/04/2011 11.24 Pag<strong>in</strong>a 327<br />

to i primi pr<strong>in</strong>cìpi della morale non<br />

sono dedotti, ma sono <strong>in</strong> sé stessi<br />

evidenti ed è da questi che si deducono<br />

le ulteriori verità morali. Secondo<br />

Reid, pertanto, esistono giudizi<br />

o pr<strong>in</strong>cìpi primi logici, matematici,<br />

metafisici e morali, di cui<br />

la natura ha dotato l’<strong>in</strong>telletto umano<br />

e su cui si basa la stessa attività<br />

riflessiva della ragione; essi costituiscono<br />

il senso comune dell’umanità,<br />

rispetto al quale ciò che gli<br />

si oppone si rivela immediatamente<br />

come assurdo. Sul piano etico la<br />

condotta morale umana si basa per<br />

lo più su questo senso comune naturale,<br />

mentre il ragionamento pratico<br />

più tecnico è necessario solo<br />

nei casi morali più complessi, che<br />

però sono poco frequenti. A questi<br />

pr<strong>in</strong>cìpi si contrappongono quelli<br />

animali, che la volontà deve dom<strong>in</strong>are<br />

per non essere sopraffatta. In<br />

Reid, conclude María Elton, la volontà<br />

è mero potere di scelta, mancante<br />

della consistenza metafisica<br />

del concetto scolastico di appetito<br />

quale tendenza al bene <strong>in</strong> generale<br />

capace di muovere la volontà verso<br />

quest’ultimo.<br />

Come osserva Pier <strong>Paolo</strong> Ottonello,<br />

Rosm<strong>in</strong>i considera il pensiero<br />

umano essenzialmente come l<strong>in</strong>guaggio<br />

<strong>in</strong>teriore, formato, perciò,<br />

sui pr<strong>in</strong>cìpi del senso comune, essenzialmente<br />

l’essere e la non contraddittorietà,<br />

sicché <strong>in</strong> opposizione<br />

al soggettivismo sensista ed empirista,<br />

che mette tutto <strong>in</strong> dubbio e,<br />

appunto contro ogni senso comune,<br />

nega ogni nesso anche non arbitrario<br />

tra causa ed effetto, Rosm<strong>in</strong>i<br />

<strong>in</strong>vita gli uom<strong>in</strong>i a porre attenzione<br />

a ciò che essi sanno per<br />

natura anche se non hanno l’abitud<strong>in</strong>e<br />

di riflettervi sopra. Secondo<br />

Jaime Balmes, filosofo della metà<br />

dell’Ottocento, il retto pensare<br />

consiste nel conoscere la verità, la<br />

quale co<strong>in</strong>cide con la realtà delle<br />

cose, sicché la sua esistenza è <strong>in</strong>dubitabile,<br />

anche perché si presenta<br />

all’uomo come evidente. Di<br />

conseguenza, il vero scettico, dubitando<br />

di questa certezza, dovrebbe<br />

smettere di pensare, di comunicare<br />

e di compiere una serie ord<strong>in</strong>ata di<br />

atti, ma è difficile che chi si pro-<br />

clama scettico lo sia f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo.<br />

In altri term<strong>in</strong>i, la conoscenza filosofica<br />

e scientifica non può essere<br />

scissa dal senso comune, che ridà<br />

le leggi dell’<strong>in</strong>telligenza naturale,<br />

che precede quella filosofica e che,<br />

quale condizione necessaria dell’esercizio<br />

delle facoltà <strong>in</strong>tellettive e<br />

senzienti, è posseduta da tutti preriflessivamente,<br />

senza che perciò<br />

si riduca a un ist<strong>in</strong>to irrazionale,<br />

dato che, come evidenzia Eudaldo<br />

Forment, per Balmes è sottoponibile<br />

all’esame della ragione. Il senso<br />

comune è una tendenza che risponde<br />

a una legge naturale delle<br />

facoltà umane che le orienta verso<br />

la verità e le fa rifuggire dall’errore.<br />

Ciò non significa che l’uomo<br />

sia <strong>in</strong> grado <strong>in</strong> tutti gli àmbiti di conoscere<br />

tutta la verità e di raggiungere<br />

la certezza assoluta.<br />

Dall’esame di questi filosofi emerge<br />

come <strong>in</strong> filosofia il concetto di<br />

«senso comune» non <strong>in</strong>dichi, come<br />

nel l<strong>in</strong>guaggio ord<strong>in</strong>ario, l’op<strong>in</strong>ione<br />

corrente, bensì, specialmente<br />

nell’accezione di Antonio Livi, che<br />

Mesolella qualifica come il maggiore<br />

teorico contemporaneo della<br />

filosofia del senso comune, le certezze<br />

dell’esperienza immediata, la<br />

cui primarietà assoluta e <strong>in</strong>controvertibilità<br />

le colloca nell’àmbito<br />

dei giudizi esistenziali, il primo dei<br />

quali, presupposto da ogni altro, è:<br />

le cose sono. Si tratta, <strong>in</strong> altri term<strong>in</strong>i,<br />

di quelle certezze universali<br />

che sono alla base di ogni ricerca<br />

della verità attraverso la scienza e<br />

la fede. A mio parere, l’importanza<br />

della filosofia del senso comune e<br />

delle sue ascendenze storiche si rivela,<br />

così, <strong>in</strong>nanzitutto sul piano<br />

storico-filosofico. Anche se m<strong>in</strong>oritaria,<br />

la corrente dei realisti metafisici<br />

dell’età moderna ha contribuito<br />

al recupero dell’<strong>in</strong>tenzionalità<br />

<strong>in</strong> gnoseologia, che ha riaperto<br />

nel secolo scorso la possibilità della<br />

teoresi metafisica. Nel contempo<br />

la filosofia del senso comune<br />

non si è esaurita <strong>in</strong> questa sua funzione<br />

storica, ma cont<strong>in</strong>ua ad avere<br />

un fondamentale rilievo teoretico<br />

soprattutto perché sradica sia il<br />

pregiudizio diffuso, secondo cui la<br />

filosofia è <strong>in</strong>utile <strong>in</strong> quanto consta<br />

di disquisizioni slegate dalla realtà<br />

e per di più <strong>in</strong> contrasto l’una con<br />

l’altra, sia il pregiudizio neopositivista<br />

e scientista, secondo cui la<br />

metafisica, concernendo ciò che<br />

trascende l’esperienza, non è<br />

scientifica e perciò è irrazionale,<br />

senza senso.<br />

Al contrario, essa evidenzia come<br />

la filosofia sia una riflessione critica<br />

che non deduce i propri contenuti<br />

da pr<strong>in</strong>cìpi puramente formali,<br />

ma che att<strong>in</strong>ge all’esperienza, ossia<br />

alle certezze del senso comune,<br />

il quale costituisce la prima soluzione<br />

spontanea (nel senso di prefilosofica)<br />

dei problemi che l’esperienza<br />

pone, e mira a giustificarle<br />

razionalmente. Invero, la metafisica<br />

riguarda l’ente <strong>in</strong> quanto ente e<br />

perciò è saldamente ancorata alla<br />

realtà, che considera nella sua totalità,<br />

poiché reale è tutto ciò che è.<br />

Inoltre, il significato ben preciso e<br />

«tecnico» che la nozione di senso<br />

comune assume <strong>in</strong> filosofia permette<br />

di dist<strong>in</strong>guerlo dal «senso religioso»,<br />

che ricomprende l’<strong>in</strong>sieme<br />

ancora confuso sotto la formalità<br />

del religioso degli elementi del<br />

mondo umano e che trova espressione<br />

nei miti e nel l<strong>in</strong>guaggio simbolico-metaforico.<br />

Invece, il senso<br />

comune è già il piano formale dei<br />

pr<strong>in</strong>cìpi comuni orig<strong>in</strong>ari e delle<br />

soluzioni razionali (sia pure pre-filosofiche)<br />

ai problemi dell’esistenza<br />

umana, ossia esso è già critico<br />

nei confronti della spontaneità del<br />

senso religioso.<br />

Matteo Andolfo<br />

Aule di regime<br />

Paola Quadrelli, Il partito è il nostro<br />

sole. La scuola socialista nella<br />

letteratura della Ddr, <strong>Aracne</strong>, Roma<br />

2011, pp. 244, euro 15.<br />

Paola Quadrelli, dottore di ricerca<br />

<strong>in</strong> Germanistica e già autrice di<br />

una monografia sulla narrativa di<br />

Hiemito von Doderer (La Nuova<br />

Italia 1999) e di uno studio sulla<br />

poesia tedesca del Novecento<br />

327

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!