Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Pelaez Pasqua.qxp 05/04/2011 15.57 Pag<strong>in</strong>a 272<br />
272<br />
schiavitù <strong>in</strong> Egitto; nella Pasqua<br />
cristiana si commemora il passaggio<br />
di Cristo, Figlio di Dio<br />
che discese dal Cielo, passò <strong>in</strong><br />
mezzo agli uom<strong>in</strong>i facendo del<br />
bene, fu crocifisso, risorse ed è<br />
asceso <strong>in</strong> Cielo.<br />
In entrambe le pasque il significato<br />
allegorico consiste nel passaggio<br />
dell’uomo dalla schiavitù<br />
dei vizi alla libertà della virtù.<br />
«Schiavi fummo<br />
<strong>in</strong> Egitto»<br />
I giudei celebravano la Pasqua<br />
istituita da Mosè (Es 12) come la<br />
festa più grande dell’anno. Commemoravano<br />
il giorno della partenza<br />
dalla schiavitù <strong>in</strong> Egitto<br />
quando ogni famiglia nella propria<br />
casa, aveva immolato, per<br />
ord<strong>in</strong>e di Yahvé, un agnello.<br />
L’unzione degli stipiti delle porte<br />
con il sangue dell’agnello aveva<br />
ottenuto loro grazia, quando l’angelo<br />
aveva sterm<strong>in</strong>ato, di notte,<br />
tutti i primogeniti degli egiziani.<br />
Soltanto così essi avevano potuto<br />
abbandonare la terra della schiavitù,<br />
passare a piedi asciutti il mare,<br />
e partire per la Terra promessa.<br />
Ogni anno, di generazione <strong>in</strong> generazione,<br />
i genitori narrano ai figli<br />
il significato della festa di<br />
Pasqua come memoria dell’evento<br />
che tiene unito non solo etnicamente,<br />
ma soprattutto religiosamente<br />
il popolo di Israele. Durante<br />
la cena pasquale il figlio<br />
doveva rivolgersi al padre dicendo:<br />
«Perché diversa è questa notte<br />
da tutte le notti? Infatti tutte le<br />
notti noi mangiamo lievitato e<br />
azzimo; questa notte tutto quanto<br />
azzimo». Il padre rispondeva:<br />
«Schiavi fummo <strong>in</strong> Egitto del faraone,<br />
e il Signore Dio nostro ci<br />
fece uscire di là con mano forte e<br />
braccio disteso».<br />
La celebrazione della Pasqua tiene<br />
viva la memoria identitaria del<br />
pio israelita il quale, educato religiosamente,<br />
è reso consapevole<br />
della sua dignità di uomo libero,<br />
di essere proprio lui uscito dalla<br />
schiavitù <strong>in</strong> Egitto. La liberazione<br />
non riguarda il passato, è un avvenimento<br />
che cont<strong>in</strong>ua ora e sempre<br />
a esercitare il suo <strong>in</strong>flusso.<br />
Tutto il cristianesimo è realizzazione<br />
del mistero pasquale. La<br />
morte e la risurrezione di Cristo<br />
sono i momenti più solenni della<br />
nostra redenzione.<br />
La passione di Cristo è stata raffigurata<br />
dal popolo ebraico quando<br />
ha ricevuto l’ord<strong>in</strong>e di contrassegnare<br />
le porte delle casa<br />
con il sangue dell’agnello. Il<br />
mondo è oppresso dal peccato, il<br />
giudizio deve colpire i peccatori,<br />
ma Dio risparmia quanti sono segnati<br />
con il sangue di Cristo. Distrutto<br />
il peccato <strong>in</strong> virtù di Cristo,<br />
il battesimo genera l’uomo<br />
nuovo (l’unzione fatta sulla fronte<br />
del battezzando mette <strong>in</strong> fuga<br />
il demonio). Questo segno visibile<br />
opera un effetto <strong>in</strong>visibile. Lo<br />
Spirito è disceso <strong>in</strong> colui che è<br />
stato contrassegnato sulla fronte<br />
come su una porta: sigillo della<br />
croce, sigillo dello Spirito.<br />
Dal costato squarciato di Cristo<br />
l’evangelista <strong>Giovanni</strong> vide uscire<br />
sangue e acqua. È Gesù che dà<br />
la sua vita umana, versando il suo<br />
sangue. E nello stesso istante ci<br />
sommerge con la sua vita div<strong>in</strong>a,<br />
di cui l’acqua è il simbolo. Tutti i<br />
sacramenti, come altrettanti canali<br />
di grazia, sono usciti dal mistero<br />
pasquale. La cosa appare<br />
evidente <strong>in</strong> quell’acqua, sacramento<br />
del battesimo, e <strong>in</strong> quel<br />
sangue, sacramento dell’eucaristia<br />
istituito il Giovedì santo durante<br />
il banchetto pasquale, che<br />
sgorgano dal costato di Cristo appeso<br />
alla croce.<br />
L’<strong>in</strong>iziazione alla vita cristiana,<br />
l’<strong>in</strong>gresso nella famiglia di Dio<br />
che è la Chiesa, si realizza nella<br />
notte di Pasqua ricevendo i sacramenti<br />
del battesimo, della confermazione<br />
e dell’eucaristia, perciò<br />
la liturgia dell’<strong>in</strong>iziazione<br />
della veglia pasquale è piena di<br />
rem<strong>in</strong>iscenze della schiavitù <strong>in</strong><br />
Egitto e dell’esodo del popolo<br />
d’Israele. Cristo è ora l’agnello<br />
sacrificato per i nostri peccati.<br />
Colui del quale parla la Pasqua<br />
cristiana, Gesù Cristo, è realmen-<br />
te «sceso nel regno dei morti».<br />
Egli ha risposto – è stato autorevolmente<br />
detto – alla richiesta del<br />
ricco Epulone: «manda su qualcuno<br />
dal mondo dei morti, così<br />
noi crederemo» (cfr Lc 16, 27<br />
ss.)! Egli è il vero Lazzaro, è venuto<br />
di qua aff<strong>in</strong>ché noi credessimo.<br />
Non giunse portando emozionanti<br />
descrizioni dell’Aldilà.<br />
Ci ha detto <strong>in</strong>vece che «prepara<br />
delle dimore» per noi (Gv 14, 23).<br />
Nell’attesa che gli uom<strong>in</strong>i possano<br />
attraverso la morte, ricongiungersi<br />
con Cristo, ogni ricorrenza<br />
della Pasqua vuole immettere<br />
sempre più ognuno di noi e l’umanità<br />
<strong>in</strong>tera nel mistero cristiano,<br />
mistero di morte al peccato<br />
mediante il sacramento della penitenza<br />
riconciliatrice e di risurrezione<br />
a una vita nuova nutrita<br />
dall’eucaristia.<br />
Un banchetto<br />
per tutte le genti<br />
Il famigliare banchetto pasquale<br />
è stato considerato dal giudaismo<br />
come figura del Regno a venire,<br />
come fest<strong>in</strong>o messianico. Daniélou<br />
(Bibbia e liturgia, Milano<br />
1959, pp. 204 ss.) ha sottol<strong>in</strong>eato<br />
come nei conviti evangelici di<br />
Gesù, oltre che segnare l’avvento<br />
dei tempi messianici, si esprimano<br />
profondi significati di <strong>in</strong>timità<br />
sociale con tutti gli uom<strong>in</strong>i, anche<br />
con pubblicani e peccatori<br />
(cfr Lc 7, 33-34). Ciò che costituisce<br />
il carattere essenziale del<br />
convito evangelico <strong>in</strong> rapporto al<br />
banchetto ebraico è l’essere aperto<br />
a tutte le genti. Se ciò vale per<br />
i banchetti di Cristo, vale anche<br />
per l’eucaristia, mistero pasquale,<br />
di cui quei conviti erano la figura.<br />
La cena pasquale consumata<br />
da Cristo con i suoi discepoli<br />
prima della Passione, istituzione<br />
dell’eucaristia, è una riunione di<br />
famiglia figura del banchetto<br />
messianico cui Cristo <strong>in</strong>vita i<br />
suoi nel Regno del Padre: «Ho<br />
ardentemente desiderato di mangiare<br />
questa Pasqua… prima di<br />
soffrire... non ne mangerò più