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Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

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Milward Corti.qxp 06/04/2011 10.46 Pag<strong>in</strong>a 303<br />

essere considerati romanzi epici<br />

sulla Russia o sull’Irlanda o sul<br />

passato mitico dell’uomo, mentre<br />

il suo è un romanzo unico, concernente<br />

il cristianesimo, sia pure<br />

visto, per ammissione dello stesso<br />

autore, da una prospettiva italiana<br />

o milanese. Perciò, a mio<br />

parere, l’unico paragone appropriato<br />

è quello tra Eugenio Corti<br />

e William Shakespeare.<br />

Tale paragone è proprio ciò che<br />

noi <strong>in</strong>glesi chiamiamo: «La mia<br />

tazza di tè». Siccome ho trascorso<br />

molti dei miei ultimi c<strong>in</strong>quant’anni<br />

<strong>in</strong> Giappone sulle opere di<br />

William Shakespeare, ho imparato<br />

a vedere tutto attraverso i suoi<br />

occhi e posso aggiungere che mi<br />

è stato particolarmente facile leggere<br />

Il cavallo rosso attraverso<br />

gli occhi di Shakespeare. D’altro<br />

canto, devo ammettere che non<br />

ho mai letto l’Ulisse, se non parzialmente,<br />

e da tali passi non lo<br />

qualificherei mai come un grande<br />

romanzo. Quanto a Guerra e Pace,<br />

l’ho letto una sola volta e l’ho<br />

dimenticato quasi tutto. Invece,<br />

grazie a un mio ex professore di<br />

Oxford, nei primi anni C<strong>in</strong>quanta<br />

ho letto e apprezzato Il signore<br />

degli anelli, ma non sono stato<br />

capace di discernere <strong>in</strong> esso alcun<br />

elemento shakespeariano (e<br />

di conseguenza ho capito che<br />

neanche l’autore era così <strong>in</strong>teressato<br />

a Shakespeare). Invece, riguardo<br />

a Il cavallo rosso di Eugenio<br />

Corti non sono sicuro <strong>in</strong><br />

che misura possa essere denom<strong>in</strong>ato<br />

shakespeariano o <strong>in</strong> che misura<br />

l’autore sia stato <strong>in</strong>fluenzato<br />

dalle opere di Shakespeare nella<br />

stesura del suo romanzo, ma ciò<br />

che affermo è che esso è degno di<br />

essere paragonato a tali opere<br />

nella loro totalità quale epica del<br />

cristianesimo. Allora, mi si può<br />

chiedere, che cosa <strong>in</strong>tendo come<br />

cristianesimo, al quale essi portano<br />

s<strong>in</strong>golarmente testimonianza?<br />

S<strong>in</strong> dall’esordio de Il cavallo rosso<br />

si nota la presenza di un piccolo<br />

cavallo sauro, a cui l’autore riserva<br />

una speciale e compiaciuta<br />

attenzione. Non è frequente che un<br />

autore presti una tale attenzione a<br />

un così piccolo animale, ma come<br />

lettore <strong>in</strong>glese ciò mi ha divertito.<br />

Infatti, come tutti sanno, noi <strong>in</strong>glesi<br />

siamo molto appassionati di animali:<br />

più piccoli sono e meglio è,<br />

e i cavalli <strong>in</strong> particolare, specialmente<br />

se si tratta di piccoli cavalli<br />

di colore castano, sono animali<br />

davvero affettuosi, gentili e umili.<br />

Interrompo così la mia lettura e mi<br />

soffermo ancora una volta sul titolo:<br />

«Il cavallo rosso». Non è forse<br />

questo cavallo sauro l’animale su<br />

cui l’autore scrive il proprio romanzo?<br />

Ma «castano» non è propriamente<br />

identico a «rosso».<br />

Inoltre, il cavallo rosso è equiparato<br />

al terribile cavallo rosso dell’Apocalisse,<br />

per non parlare del simbolo<br />

del moderno comunismo che<br />

ha devastato il mondo nel corso<br />

del ventesimo secolo dalla Russia<br />

alla Spagna e al Messico come all’Italia<br />

<strong>in</strong> Occidente e dopo la seconda<br />

guerra mondiale s<strong>in</strong>o alla<br />

C<strong>in</strong>a, al Vietnam, alla Cambogia e<br />

alla Corea settentrionale <strong>in</strong> Oriente.<br />

Che contrasto tra il piccolo cavallo<br />

sauro della Brianza e il terribile<br />

cavallo rosso dell’Apocalisse!<br />

Quale modo più impressionante di<br />

<strong>in</strong>iziare un romanzo epico!<br />

Colui che nom<strong>in</strong>a<br />

ogni cosa<br />

Comunque, questo contrasto è appena<br />

evidente nell’esordio e si affaccia<br />

alla riflessione solo quando,<br />

capitolo dopo capitolo, si avanza<br />

nella lettura di questo romanzo<br />

epico che scorre lentamente, ma<br />

tocca profondamente. Come diciamo<br />

noi <strong>in</strong>glesi, «le acque chete <strong>in</strong><br />

superficie scorrono <strong>in</strong> profondità»<br />

e le acque di questo romanzo sono<br />

sia chete sia profonde: chete nel<br />

senso che si muovono lentamente,<br />

ma senza posa dalla pace della<br />

Brianza, di Milano e di Rim<strong>in</strong>i<br />

verso la guerra. Lungo il percorso<br />

l’autore osserva così tante piccole<br />

cose, fiori e alberi che sa nom<strong>in</strong>are<br />

<strong>in</strong> modo così preciso e amorevole<br />

da poter rilevare, con il poeta<br />

<strong>in</strong>glese Oliver Goldsmith, che<br />

«queste piccole cose significano<br />

molto per un piccolo uomo». Questa<br />

è, paradossalmente, la qualità<br />

ideale di un vero cristiano, sicché<br />

si potrebbe parlare di romanzo <strong>in</strong>carnazionista.<br />

Infatti, tutta l’essenza<br />

dell’<strong>in</strong>carnazione consiste nel<br />

fatto che il Verbo di Dio divenne<br />

un bimbo, nato dalla Verg<strong>in</strong>e Maria<br />

nella stalla di Betlemme.<br />

Questa è anche una delle molteplici<br />

qualità de Il cavallo rosso<br />

che mi fanno pensare alle opere<br />

di Shakespeare. Ecco le parole<br />

che egli mette <strong>in</strong> bocca a frate<br />

Lorenzo <strong>in</strong> Romeo e Giulietta (a<br />

Verona): «Oh, grande è la virtù<br />

che risiede / nell’erbe, nelle piante,<br />

nelle pietre e nelle loro facoltà<br />

più segrete: / poiché non v’è<br />

nulla su questa terra che sia tanto<br />

vile / da non restituire alla terra<br />

un qualche suo beneficio» 2 . In<br />

qualità di erborista del proprio<br />

monastero frate Lorenzo apprezza<br />

così profondamente tutto ciò<br />

che proviene dal grembo della<br />

madre Terra e lo stesso impara ad<br />

apprezzare l’esule duca di Come<br />

vi piace, allorché tra «i vantaggi<br />

cui si può piegare l’avversità»<br />

scopre «l<strong>in</strong>gue negli alberi, libri<br />

da leggere nella corrente de’ ruscelli,<br />

e sermoni da ascoltare nelle<br />

pietre e, <strong>in</strong>somma, qualcosa di<br />

buono <strong>in</strong> ogni cosa» 3 . Poi vi è il<br />

poeta regale del Riccardo <strong>II</strong> che,<br />

a causa della sua totale follia di<br />

re, al ritorno al sicuro da una futile<br />

spedizione <strong>in</strong> Irlanda apprezza<br />

la terra del suo regno. Là si <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhia<br />

e solleva la terra tra le<br />

sue mani, <strong>in</strong>dirizzandole appassionatamente<br />

le seguenti parole:<br />

«Così come una madre che sia<br />

stata a lungo separata dal suo figliuolo<br />

/ si compiace di trastullarsi<br />

con le lagrime e con le risa<br />

al momento dell’<strong>in</strong>contro: / così,<br />

piangendo e ridendo, io ti saluto,<br />

o mia terra!» 4 . È proprio questo<br />

che spesso provo quando ritorno<br />

nella mia cara Inghilterra, che è<br />

la mia terra natia, anche se ho trascorso<br />

gli ultimi 56 anni esiliato<br />

<strong>in</strong> Giappone! Non che io abbia<br />

trovato alcun passo parallelo ne<br />

Il cavallo rosso, ma tale è, palesemente,<br />

il sentimento dell’auto-<br />

303

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