Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

Patty Nilla Pollastri Cavalleri.qxp 06/04/2011 10.55 Pagina 309
INTERVISTE
Patty Pravo, in dovere di trasgressione
«Studi Cattolici? È la prima volta.
Un’esperienza che mi mancava»,
sorride e poi ride forte Patty Pravo.
E gioca subito la carta della
provocazione, per ribadire che è
lei la regina incontrastata della
trasgressione e, a 62 anni suonati
(senza stonare, come invece ha
fatto a Sanremo con la canzone Il
vento e le rose), non intende abdicare.
Anzi. Tuta, scarpe da ginnastica
All Star, capelli biondi in
aperta sfida con l’anagrafe cromatica,
prosegue con l’accento romano
innestato in quello originario
di Venezia e le erre che con gli
anni si sono sempre più arrotate
fin quasi a sparire: «Dai, parti con
le domande. Quest’idea mi eccita.
Guarda che non garantisco su
quello che potrebbe uscire».
Correrò questo rischio.
Certe risposte, forse tutte, non saranno
in linea con la morale e i
princìpi del tuo giornale.
Le domande, invece, sì.
È una sfida o una confessione?
Una semplice intervista.
Dai, contala giusta: chi pensi di
trovare? La peccatrice numero
uno? Guarda che non sono Maddalena.
Questo lo diceva Rosanna
Fratello negli anni Settanta.
Lei lo cantava. Io lo vivevo.
Pentita?
Ho fatto quello che mi andava.
Sempre.
Matrimoni, esagerazioni in
tutti i sensi: non si è fatta mancare
niente.
Questa però è solo una faccia.
E l’altra?
Sono sincera. E ingenua.
Poi?
Credo nei valori di una volta.
Difetti?
Istintiva. Pigra. Capocciona. E
testarda.
Pregi?
Gentile con chi se lo merita. Sensibile.
Semplice. Puntualissima.
E ordinata.
Per gli altri, invece?
Rompiscatole. Ma simpatica.
Al pianoforte
per Roncalli
Credente?
Credo in tutte le religioni, in un
Aldilà comune. Eppure avevo
cominciato col piede giusto per
diventare una supercattolica.
Cioè?
A 10 anni suonavo il pianoforte
per Angelo Roncalli, il futuro Papa
Buono.
Un’altra provocazione?
Abitavo con mia nonna, a Venezia.
Roncalli veniva in casa e gli
facevo l’inchino. Qualche volta
suonavo per lui.
Emozionata?
Per niente. Sapevo già il fatto
mio. A 4 anni ho cominciato a
studiare musica. A 10 sono entrata
al Conservatorio: ammessa al
terzo anno.
Che cosa ricorda del patriarca
Roncalli?
Un sorriso dolce, da nonno. Mi
applaudiva e mi diceva: «Brava,
continua così».
Non le ha mai regalato un santino?
Bastava il suo sguardo per dimostrare
la sua fede.
Ha mai pregato con lui?
Una volta abbiamo fatto il segno
della croce insieme. Ma non ricordo
per quale occasione.
Ha più incontrato Angelo Roncalli?
Non c’è più stata l’occasione.
Quando lo vedeva a San Pietro
pensava a quei pomeriggi veneziani?
Sì, e mi veniva da ridere. Lo dicevo
alle mie amiche. Ma non
credevano che avessi suonato
per il Papa.
Incontrare un santo come papa
Giovanni XXIII non è bastato?
A cosa, a non farmi trasgredire?
Il destino non si cambia. Nemmeno
Cristo è sceso dalla croce e
ha seguito quello che stava scritto.
Lo dicevo anche durante l’agonia
di Giovanni Paolo II.
Ha conosciuto il Papa-santosubito?
A un’udienza. E mi aveva stregato.
Un uomo eccezionale. E quando
era al passaggio finale e tutti
pregavano per la sua salvezza, io
ripetevo che doveva compiersi il
suo destino.
Pregava?
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