Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice

Basili.qxp 06/04/2011 9.41 Pagina 291
PIAZZA QUADRATA di Dino Basili
Notizia, gossip, maldicenza
Le stanche nuvole che avvolgono nel Bel Paese le
narrazioni politiche sono causate spesso dall’addensarsi
di stereotipi e tormentoni. Ne stazionano
decine in mezza pagina di giornale. Dalla «irritazione
del Colle» alla «Lega forza egemone». Dal
Cavaliere «al tramonto» all’opposizione che «insorge»
stabilmente («insorgenzialismo»: movimento
rivolto a coprire i vuoti del post comunismo).
Si affacciano nuove retoriche, furbastre e
intolleranti. Miti solo in apparenza. I polemisti
campano per settimane sopra una battuta infelice,
magari subito emendata. Procedono per sindromi
ansiogene e doppiopesismi mirati. Prediligono le
risse rituali, i lanci di spiccioli giustizialisti, le
trappole da feuilleton, i corteggi machiavellosi, le
piazze più livide che viola. Si stressano sugli storici
stress di sistema, senza l’ombra di un rimedio
spendibile. Si crogiolano in trovatine. Un caso?
La geremiade sul «Papa straniero». Così è stato a
lungo chiamato il fantomatico leader, estraneo alle
sinistre tradizionali, capace di dare al neofrontismo
una screziatura di centro, preziosa alle urne.
Espressione via via accantonata, in contrasto con
la «svolta tricolore» del Piddì. Però, durante la ricerca
tra le dune, chi non ha fiutato all’opera una
sorta di Légion étrangère?
Sarà dimagrita la «Nazione illetterata» che affliggeva
Ippolito Nievo all’avvio unitario, ma il
«volgo svogliato» non è più un’esclusiva del
contado. Oggi risiede ovunque, grazie a una comunicazione
politica malaticcia e oscura, nonostante
i falò di budget (ultimamente hanno sollevato
scandalo le spese propagandistiche eccessive
dei democrat). Un’insofferenza diffusa, a dispetto
delle chiassose tifoserie. Riguardi le Fineidi
in chicchere e piattini, o il linguaggio Barocco-Baricco
di Nichi Vendola, percorso da romanticherie
pop, con risultati complessivi di
«roccoccò», accezione non comune di roccocò.
Quanti miliardi dovremmo aggiungere al nostro
disavanzo conteggiando anche le scorpacciate di
veline e la corruzione del vocabolario? Il lessico
è impoverito, le parole perdono senso. Tuttavia
emerge il desiderio di forzare gli standard. Metti
inventarsi un «altercole», campione dell’alterco
muscolare, a proposito di Antonio Di Pietro.
(L’accenno all’ex pm molisano riporta a quei magistrati
inquirenti che pretendono di essere i legislatori
di sé stessi, con tanti saluti al barone di Montesquieu.
Un gran numero di cittadini non si sente
garantito quando l’azione penale è, diciamo, capricciosa
o quando manca un adeguato castigo per
i gravi errori delle toghe, politicizzate o negligenti.
Sollecita invece un giudice imparziale, sganciato
dall’accusa, realmente terzo. Obiettivo urgente,
raggiungibile con altri interventi, la maggiore celerità
delle sentenze che pregio avrebbe senza un
processo davvero giusto?).
Per riconquistare l’attenzione dei lettori-elettori
le strade sono obbligate. Editoriali, cronache e
interviste devono «debanalizzarsi», rinunciando
alle stucchevoli partigianerie e alle opacità tartufesche
del politically correct. Essenziali i robusti
freni all’enfasi, all’eterodirezione, al gossip:
è «notizia» o approfondimento la pura e
semplice maldicenza? Impressione personale.
Certe paginate sembrano la rimodulazione di
dossier (o controssier) a uso del «gentile pubblico»,
raptim coinvolto in aliene lotte di potere.
Un discorso a parte meriterebbero le dissacrazioni
del sacro, spesso accompagnate dai
tentativi di sacralizzare ciò che non lo è; le intemerate-remake
contro la Chiesa nella ricorrenza
centocinquantenaria; la dimenticanza, tra
i patrioti, di coloro che sconfissero il Pci-Pcus
nelle storiche elezioni del 1948.
Divagazione finale. Nessun sondaggio, ahimè,
misura la scarsa efficacia dei copiosi appelli che
solcano i media. Siano autorevoli richiami alle
tregue e alle condivisioni, quanto mai necessarie;
o siano scombiccherate iniziative alla Bersani &
C. (le milionate di sottoscrizioni senza valore legale
a sostegno di grida pro-legalità…). Forse è
il momento di rimeditare contenuti, format e
tempistiche. Siccome, posto un qualsiasi argomento,
le adesioni significative sono sempre le
solite, sarebbe sufficiente citarne a rotazione due
o tre; quindi risparmiare spazio e noia con un
secco «segue lista», omettendo le parate fotocopia.
Eventualmente, aggiungere le rare new entry
a effetto. Ahi, se va in tilt il nobile genere «appello»,
che si fa?
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