Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Pansa-Capeder+cruciverba.qxp 06/04/2011 10.40 Pag<strong>in</strong>a 298<br />
298<br />
STORIA<br />
Per i v<strong>in</strong>ti la memoria è di sangue<br />
L’ultimo libro di Giampaolo Pansa<br />
1 aggiunge nuovo orrore a<br />
quanto lo stesso autore aveva già<br />
denunciato nelle opere precedenti,<br />
con un ulteriore elenco di uom<strong>in</strong>i<br />
e donne spesso <strong>in</strong>nocenti,<br />
trucidati dai partigiani comunisti<br />
negli anni f<strong>in</strong>ali della guerra e nei<br />
primi successivi, quando i cosiddetti<br />
v<strong>in</strong>citori perseguirono con<br />
determ<strong>in</strong>azione lo stesso obiettivo<br />
che già era stato di Hitler o di<br />
Erode o di altri come loro: l’elim<strong>in</strong>azione<br />
fisica <strong>in</strong> massa di<br />
quanti avrebbero potuto rappresentare<br />
un pericolo per il proprio<br />
potere. Se tuttavia avessero esam<strong>in</strong>ato<br />
la storia, si sarebbero resi<br />
conto che nessuno mai riuscì <strong>in</strong><br />
una simile impresa: unicamente<br />
gli animali preistorici si est<strong>in</strong>sero,<br />
ma non per <strong>in</strong>tervento umano.<br />
All’<strong>in</strong>izio, solo i parenti e gli<br />
amici delle vittime conoscevano<br />
la verità su quei delitti, mentre la<br />
maggioranza degli italiani ignorava<br />
o aveva preferito bandire<br />
dalla memoria ciò che di tragico<br />
era accaduto, perché era parso<br />
comodo e utile coprire con il silenzio<br />
i ricordi molesti della<br />
guerra civile.<br />
Eppure quei morti, non tutti «colpevoli»<br />
di una simpatia spesso<br />
soltanto ideale verso il Movimento<br />
fascista r<strong>in</strong>ato dopo l’8<br />
settembre, era giusto che fossero<br />
cancellati, quasi che la loro soppressione<br />
rimasta impunita potesse<br />
essere considerata un legittimo<br />
atto di guerra? E la vendetta<br />
verso colpe quasi sempre ipotetiche<br />
poteva e può essere moralmente<br />
accettabile?<br />
Se è vera la seconda parte dell’affermazione<br />
di Anassagora che<br />
«<strong>in</strong> natura nulla si distrugge», co-<br />
me dimostrano i resti degli animali<br />
preistorici che a volte riappaiono<br />
dopo secoli di attesa sotterranea,<br />
non potevano restare<br />
nascoste a lungo le prove concrete<br />
delle sofferenze patite da una<br />
parte <strong>in</strong>giustamente considerata<br />
responsabile di tutti i mali che<br />
l’<strong>in</strong>felice guerra aveva prodotto.<br />
Dopo qualche anno, <strong>in</strong>fatti, qualcuno<br />
trovò il coraggio di denunciare<br />
le troppe realtà celate; sono<br />
qu<strong>in</strong>di apparse opere semiclandest<strong>in</strong>e,<br />
spesso pubblicate a spese<br />
degli autori, f<strong>in</strong>ché altri si sono<br />
fatti avanti, Renzo de Felice tra i<br />
primi, <strong>in</strong>terrogandosi sul recente<br />
passato raccontato da una parte<br />
sola, qu<strong>in</strong>di unilaterale, per giungere<br />
all’«<strong>in</strong>domito» Piero Buscaroli,<br />
così def<strong>in</strong>ito da Cesare Cavalleri<br />
nella sua limpida recensione<br />
su Avvenire del 12 maggio<br />
2010 a proposito del libro Dalla<br />
parte dei v<strong>in</strong>ti, <strong>in</strong> cui Buscaroli<br />
ha analizzato con lucidità la presa<br />
del potere dei comunisti italiani<br />
soprattutto <strong>in</strong> Emilia e Romagna,<br />
denunciando le stragi celate<br />
sotto la «gloriosa epopea rossa».<br />
Giampaolo Pansa, <strong>in</strong>izialmente<br />
collaboratore de L’Espresso e<br />
qu<strong>in</strong>di non certo simpatizzante<br />
per i v<strong>in</strong>ti, dopo essere <strong>in</strong>cappato<br />
<strong>in</strong> prove certe che attestavano<br />
storie di <strong>in</strong>famie ai danni dei perdenti,<br />
per onestà di cronista aveva<br />
<strong>in</strong>iziato a occuparsi nel 2002<br />
di ricerche riguardanti un periodo<br />
sul quale la realtà era stata<br />
mistificata.<br />
Impressionato da un agghiacciante<br />
cumulo di delitti f<strong>in</strong>o a<br />
quel momento ignorati, i cui colpevoli<br />
mai erano stati puniti, si è<br />
dedicato allora alla stesura de Il<br />
sangue dei v<strong>in</strong>ti, ma, essendosi <strong>in</strong><br />
seguito avveduto che c’era ancora<br />
molto da scoprire, si è sentito<br />
sp<strong>in</strong>to a proseguire nella sua <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e,<br />
per l’ist<strong>in</strong>to del giornalista<br />
di razza che non accetta di abbandonare<br />
una traccia, sia pure<br />
ripugnante alla sua sensibilità e<br />
alla sua coscienza. Dopo la pubblicazione<br />
di altri tre volumi sullo<br />
stesso argomento, ha dato<br />
qu<strong>in</strong>di alle stampe I v<strong>in</strong>ti non dimenticano,<br />
un libro sconvolgente<br />
per l’elenco crudo e crudele di<br />
massacri documentati.<br />
Stragi c<strong>in</strong>icamente<br />
programmate<br />
Del resto, scrive Pansa, i partigiani<br />
comunisti «agivano con la<br />
conv<strong>in</strong>zione dell’impunità verso<br />
qualsiasi delitto», con l’avallo<br />
garantista dei capi. Basti citare<br />
Giorgio Amendola, lo stesso che<br />
aveva scientemente provocato a<br />
Roma la strage di via Rasella,<br />
che pubblicò su L’Unità di Tor<strong>in</strong>o<br />
il 29 aprile ’45 un articolo, citato<br />
nel libro a p. 282, contenente<br />
una fredda istigazione a uccidere<br />
i fascisti per «fare pulizia».<br />
I v<strong>in</strong>ti non dimenticano è presentato<br />
sotto forma di colloquio <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotto<br />
con Livia Bianchi, la bibliotecaria<br />
che già aveva collaborato<br />
con l’autore durante la stesura<br />
de Il sangue dei v<strong>in</strong>ti. Con tale<br />
stratagemma letterario, Pansa<br />
riesce ad animare il racconto e a<br />
impedire che la pressante successione<br />
di nomi e date e luoghi potesse<br />
diventare una specie di anagrafe<br />
del male, capace di perdere<br />
la sua forza prorompente nel susseguirsi<br />
delle citazioni, f<strong>in</strong>endo<br />
con anestetizzare nel lettore la