Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Negri Opportune.qxp 05/04/2011 16.44 Pag<strong>in</strong>a 278<br />
278<br />
«OPPORTUNE ET IMPORTUNE» di mons. Luigi Negri<br />
Le responsabilità dei cristiani<br />
C’è una presenza che accompagna <strong>in</strong>esorabilmente<br />
la vita della società e la devasta: la violenza. Una<br />
violenza irresistibile e irrefrenabile: sempre più<br />
spesso com<strong>in</strong>cia nell’àmbito delle famiglie ma poi<br />
dilaga a tutti i livelli della vita sociale.<br />
Noi vi assistiamo <strong>in</strong> un modo che sembra rassegnato,<br />
quando non come se fosse un elemento obiettivo<br />
della vita concreta e quotidiana. Mentre siamo a tavola,<br />
nel silenzio che caratterizza la vita di troppe<br />
famiglie, segno di sostanziale estraneità, la televisione<br />
ci mette sotto gli occhi la violenza <strong>in</strong>audita<br />
delle masse sulle masse: urla, percosse, ferimenti,<br />
omicidi con tutto un accompagnamento di sangue,<br />
di lacrime e di disperazione. Che cosa non abbiamo<br />
visto nella vicenda libica e nelle altre cosiddette rivoluzioni?<br />
E poi c’è la violenza nella nostra vita quotidiana, nelle<br />
nostre città e nei nostri paesi. E il volto limpido, solare,<br />
lieto, della piccola Yara ci accompagnerà per sempre.<br />
Questa ragazz<strong>in</strong>a cui una o più belve umane hanno<br />
impedito una vita che non poteva non essere sentita<br />
e desiderata come piena di fiducia e di bellezza.<br />
Le belve sono fra di noi. La violenza entra nell’àmbito<br />
della normalità quotidiana.<br />
Violenza su tutti, <strong>in</strong>nanzitutto sui bamb<strong>in</strong>i, nei modi<br />
più terribili e deviati, usati sempre più spesso come<br />
oggetti; violenza sui gruppi sociali m<strong>in</strong>oritari e che<br />
non accettano di omologarsi alla vita della società<br />
violenta. E qui si apre il capitolo terribile dell’odio<br />
verso i cristiani e verso i segni della tradizione cristiana<br />
nei Paesi a maggioranza non cristiana.<br />
Violenza contro i disabili, i malati: violenza <strong>in</strong> molti<br />
casi giustificata da troppa «cattiva scienza», contro<br />
la vita umana e la sua strutturale <strong>in</strong>disponibilità a<br />
qualsiasi potere umano.<br />
Chiediamoci se <strong>in</strong> questa perversione del nostro mondo<br />
noi cristiani abbiamo una qualche responsabilità.<br />
Consiglio a tutti di rileggere lo straord<strong>in</strong>ario volume<br />
di Jacques Marita<strong>in</strong>, Il contad<strong>in</strong>o della Garonna:<br />
contributo fondamentale per la comprensione della<br />
storia e delle difficoltà della Chiesa dagli anni ’50<br />
del secolo scorso f<strong>in</strong>o a oggi.<br />
Secondo Marita<strong>in</strong>, l’errore fondamentale dei cristiani<br />
è di essersi <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiati davanti al mondo. «In<br />
larghi settori del clero e del laicato, ma l’esempio<br />
viene dal clero, non appena la parola mondo è pronunciata,<br />
una luce d’estasi passa negli occhi degli<br />
uditori». Ing<strong>in</strong>occhiarsi di fronte al mondo ha signi-<br />
ficato e significa per troppa cultura cristiana condividere<br />
sostanzialmente l’idea della naturale bontà dell’uomo<br />
e del mondo. Se l’uomo è strutturalmente<br />
buono, allora non c’è assolutamente bisogno della redenzione.<br />
Una miscela di pelagianesimo, manicheismo<br />
e catar<strong>in</strong>ismo fa sì che i cristiani accett<strong>in</strong>o l’antropologia<br />
mondana senza nessuna istanza critica.<br />
Si è persa la verità del peccato orig<strong>in</strong>ale, conf<strong>in</strong>ato<br />
nell’àmbito della mitologia, e i limiti dell’uomo vengono<br />
dirottati nell’àmbito delle patologie psicologiche,<br />
oggetto di terapie psicoanalitiche che alla f<strong>in</strong>e li<br />
elim<strong>in</strong>eranno totalmente.<br />
Anche noi cristiani abbiamo dato il nostro contributo,<br />
teorico e pratico, a quell’«irrealismo antropologico»,<br />
di cui ha così spesso e pert<strong>in</strong>entemente parlato<br />
<strong>Giovanni</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>II</strong>.<br />
Ma se il mondo è strutturalmente buono e la storia<br />
dell’umanità è la storia di un progresso def<strong>in</strong>itivamente<br />
positivo, anche se attuato con gradualità, allora<br />
qual è la funzione della Chiesa: quella di scomparire<br />
nel mondo, perché il mondo possa, senza più<br />
nessuna obiezione dall’esterno, raggiungere la sua<br />
piena maturità?<br />
Ben altro era quello che ci era stato messo nel cuore<br />
e come responsabilità da assumere di fronte a<br />
Dio, alla nostra coscienza, al cuore e alla storia degli<br />
uom<strong>in</strong>i. Infatti, la novità della vita dell’uomo è<br />
solo Cristo – <strong>in</strong> cui si è reso e si rende def<strong>in</strong>itivamente<br />
presente la misericordia di Dio – che accoglie<br />
l’uomo, lo libera dal suo male profondo, e lo fa<br />
camm<strong>in</strong>are verso un dest<strong>in</strong>o di verità, di bellezza,<br />
di bene e di giustizia. Siamo stati <strong>in</strong> silenzio, cioè<br />
non siamo stati testimoni, testimoni della verità e<br />
della liberazione. Soltanto un’umile e certa testimonianza<br />
di Cristo <strong>in</strong>contra l’uomo di oggi come<br />
l’uomo di ogni tempo: alla luce del volto di Cristo<br />
emerge tutta l’<strong>in</strong>esorabile positività del cuore dell’uomo,<br />
ma <strong>in</strong>sieme emerge anche l’<strong>in</strong>esorabile<br />
tendenza al male e all’odio che caratterizza anch’essa<br />
il cuore dell’uomo. L’uomo ha bisogno di<br />
essere educato. La testimonianza cristiana è un fattore<br />
fondamentale di educazione che favorisce, con<br />
il suo stesso esserci, una vita umana più positiva e<br />
più buona sulla terra. Se la Chiesa sta <strong>in</strong> silenzio,<br />
non annuncia Gesù Cristo, non co<strong>in</strong>volge la libertà<br />
degli uom<strong>in</strong>i nel grande evento della salvezza cristiana,<br />
allora questa assenza favorisce il dilagare<br />
del male, nel cuore dell’uomo e della società.