Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Milward Corti.qxp 06/04/2011 10.46 Pag<strong>in</strong>a 302<br />
302<br />
LETTERATURA<br />
Eugenio Corti, Shakespeare d’Italia<br />
Peter Milward (foto) è nato a Londra nel 1925; gesuita e professore emerito<br />
di Letteratura <strong>in</strong>glese presso la Sophia University di Tokyo, è stato il pioniere<br />
degli studi sul «cattolicesimo» di William Shakespeare; tra le sue opere più recenti<br />
si segnalano Shakespeare the Papist (Sapientia Press, 2005), Shakespeare’s<br />
Apocalypse (Sa<strong>in</strong>t Aust<strong>in</strong> Press, 2000) e The Catholicism of Shakespeare’s<br />
Plays (Sophia University, 1997). Pubblichiamo il suo omaggio a Eugenio<br />
Corti tenuto alla Villa Reale di Monza il 15 novembre 2010 durante il<br />
convegno <strong>in</strong>ternazionale «Cantare l’universale nel particolare – L’epica del<br />
quotidiano nell’opera di Eugenio Corti».<br />
Innanzitutto ho un’importante domanda<br />
da porre: perché sono qui?<br />
Perché io, un gesuita <strong>in</strong>glese, sono<br />
qui a Monza per una conferenza?<br />
Cos’ho da spartire con Eugenio<br />
Corti e con il suo Il cavallo<br />
rosso? E perché sono venuto non<br />
dall’Inghilterra, ma dal Giappone?<br />
Per rispondere devo partire<br />
da un nome, quello di Benedetto<br />
Riva, che ho <strong>in</strong>contrato per la prima<br />
volta non <strong>in</strong> Italia, bensì <strong>in</strong><br />
Giappone. È stato lui a <strong>in</strong>trodurmi<br />
al romanzo di suo zio. Devo<br />
confessare che non so leggere né<br />
parlare l’italiano. Sotto questo<br />
aspetto sono un <strong>in</strong>glese <strong>in</strong>sulare;<br />
tuttavia vivo da 56 anni <strong>in</strong> Giappone<br />
e so almeno leggere e parlare<br />
il giapponese. Perciò, quando<br />
si è richiamata la mia attenzione<br />
su questo romanzo di Eugenio<br />
Corti, ho dovuto leggerlo non <strong>in</strong><br />
italiano, ma nella sua traduzione<br />
<strong>in</strong>glese. Già dall’esordio mi ha affasc<strong>in</strong>ato<br />
e così ho letto tutte le<br />
sue mille pag<strong>in</strong>e con crescente<br />
piacere s<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e. L’ho trovato<br />
davvero grande. Successivamente<br />
sono venuto a conoscenza<br />
della sua traduzione giapponese<br />
curata da Kyoko Masuyama e mi<br />
è stato chiesto di dare un mano a<br />
trovare un editore giapponese.<br />
Non è stata un’impresa facile,<br />
considerando la lunghezza del libro<br />
e la mancanza di <strong>in</strong>teresse per<br />
la realtà italiana nei lettori giapponesi.<br />
Naturalmente, <strong>in</strong> Giappone<br />
tutti conoscono il Vaticano e<br />
Roma, Firenze e i grandi artisti<br />
del R<strong>in</strong>ascimento italiano. Invece,<br />
un romanzo sul ruolo svolto<br />
dall’Italia nella seconda guerra<br />
mondiale e le sue conseguenze<br />
non <strong>in</strong>teressa il giapponese medio,<br />
a meno che al romanzo non<br />
venga assegnato il premio Nobel.<br />
Il «Cavallo rosso»<br />
<strong>in</strong> Giappone<br />
Sono riuscito a trovare un buon<br />
editore cattolico di nome Seiji<br />
Kishimura, che pubblica libri con<br />
il nome di Nansosha e che ha<br />
stretti legami con la Sophia University.<br />
Invero, ha richiesto un<br />
considerevole contributo economico<br />
per la pubblicazione del<br />
primo volume, Il cavallo rosso 1<br />
(<strong>in</strong> giapponese Akai Uma), e il risultato<br />
delle vendite è stato m<strong>in</strong>imo<br />
(come aveva previsto).<br />
Ancor prima che il libro fosse f<strong>in</strong>almente<br />
pubblicato (<strong>in</strong> forma<br />
parziale) nel febbraio 2004, per<br />
la nostra rivista universitaria Sophia<br />
ho assunto l’impegno di<br />
scrivere una recensione, quale<br />
promozione previa del libro, che<br />
è stata puntualmente pubblicata<br />
nell’autunno del 2003, natural-<br />
Peter Milward<br />
mente <strong>in</strong> traduzione giapponese.<br />
Ora ho il piacere di scoprire che<br />
è stata tradotta anche <strong>in</strong> italiano<br />
ed edita proprio nel 2010 nel libro<br />
<strong>in</strong>titolato: Presenza di Eugenio<br />
Corti (Ares). Mi dispiace solo<br />
di dover dire che il mio testo<br />
orig<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese attende ancora<br />
di essere pubblicato. È a proposito<br />
di questa recensione e del<br />
romanzo che devo parlare oggi; o<br />
meglio, per quanto riguarda la recensione<br />
devo <strong>in</strong>iziare con lo<br />
scusarmi con Eugenio Corti. In<br />
essa osservo che parecchi recensori<br />
de Il cavallo rosso lo hanno<br />
paragonato a Guerra e Pace di<br />
Tolstoj e anche a quello che è stato<br />
proclamato il romanzo del secolo<br />
(da molti che non lo hanno<br />
pers<strong>in</strong>o mai letto), l’Ulisse di James<br />
Joyce, e io stesso ho aggiunto<br />
un terzo romanzo parimenti<br />
epico, Il signore degli anelli di<br />
J.R.R. Tolkien, che, nonostante<br />
tutta la sua lunghezza, ha divertito<br />
un più ampio numero di lettori<br />
rispetto a Guerra e Pace e all’Ulisse.<br />
Tuttavia, ora devo scusarmi<br />
con Eugenio Corti per aver paragonato<br />
il suo romanzo con quelli<br />
che ho appena menzionato, dal<br />
momento che il suo è completamente<br />
diverso. Quelli possono