Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Fanzaga Paradiso.qxp 11/04/2011 12.07 Pag<strong>in</strong>a 276<br />
276<br />
stante questo dono immenso di<br />
amore deve essere accolto. I due<br />
malfattori crocifissi con Gesù,<br />
osserva sant’Agost<strong>in</strong>o, sono il<br />
simbolo dell’umanità che si apre<br />
alla grazia della vita eterna e che<br />
la rifiuta. Né il Paradiso né l’Inferno<br />
sono imposti: sono una libera<br />
scelta dell’uomo.<br />
Il Salvatore porta<br />
le anime <strong>in</strong> Cielo<br />
Il malfattore pentito, al quale Gesù<br />
ha promesso che <strong>in</strong> quello stesso<br />
giorno sarebbe stato con Lui <strong>in</strong><br />
Paradiso, non vi è entrato da solo,<br />
ma si è unito a una moltitud<strong>in</strong>e<br />
immensa di anime, «che nessuno<br />
poteva contare, di ogni nazione,<br />
razza, popolo e l<strong>in</strong>gua» (Ap 7, 9).<br />
Si tratta delle anime dei giusti che,<br />
<strong>in</strong> attesa del compimento della redenzione,<br />
non potendo entrare <strong>in</strong><br />
Paradiso, attendevano nel soggiorno<br />
dei morti. La discesa agli Inferi<br />
è un articolo del Credo denso di<br />
significato, che va approfondito<br />
alla luce della Sacra Scrittura e del<br />
Magistero della Chiesa. Sono<br />
straord<strong>in</strong>ari, <strong>in</strong>fatti, gli <strong>in</strong>segnamenti<br />
che se ne possono trarre per<br />
comprendere la portata della redenzione<br />
operata da Gesù Cristo.<br />
Prima del compimento della redenzione<br />
le anime di coloro che<br />
sono morti nell’impenitenza vanno<br />
all’Inferno, come conferma<br />
anche Gesù nella p<strong>arabo</strong>la del<br />
Ricco Epulone e del Povero Lazzaro<br />
(cfr Lc 16, 19-31), che colloca<br />
il ricco cattivo «negli Inferi dei<br />
tormenti» (Ibidem 16, 23). Il povero,<br />
<strong>in</strong>vece, viene portato dagli<br />
angeli «accanto ad Abramo» <strong>in</strong><br />
una condizione radicalmente diversa,<br />
anche se non è il Paradiso<br />
<strong>in</strong> senso proprio. Questa realtà<br />
viene chiamata dalla tradizione il<br />
«Limbo dei padri»: <strong>in</strong> esso si trovavano<br />
le anime dei giusti <strong>in</strong> attesa<br />
del Salvatore. A loro riguardo<br />
il Libro della Sapienza così si<br />
esprime nella certezza della prossima<br />
redenzione: «Le anime dei<br />
giusti sono nelle mani di Dio,<br />
nessun tormento li toccherà» (Sap<br />
3, 1). Il quadro dell’aldilà prima<br />
della redenzione si completa con<br />
il Purgatorio, la cui esistenza viene<br />
chiaramente affermata nel libro<br />
dei Maccabei. Giuda Maccabeo,<br />
<strong>in</strong>fatti, «fece offrire il sacrificio<br />
espiatorio per i morti, perché<br />
fossero assolti dal peccato» (2<br />
Mac 12, 45). Prima del compimento<br />
della redenzione le anime,<br />
a seconda del loro stato spirituale,<br />
o attendevano nella speranza<br />
presso il Limbo dei padri, o venivano<br />
purificate <strong>in</strong> Purgatorio, o<br />
precipitavano nell’Inferno eterno.<br />
Lo spartiacque<br />
del Venerdì Santo<br />
Fa meditare il fatto che prima della<br />
morte redentrice di Gesù Cristo<br />
il Paradiso, per il quale l’uomo è<br />
stato creato, fosse <strong>in</strong>accessibile,<br />
anche nel caso delle grandi anime<br />
di cui è popolato l’Antico Testamento:<br />
dal momento della cacciata<br />
del Paradiso terrestre f<strong>in</strong>o al<br />
Venerdì Santo, le porte del Paradiso<br />
sono rimaste chiuse. Considerando<br />
il lungo camm<strong>in</strong>o che<br />
l’umanità ha percorso durante i<br />
millenni, non possiamo non essere<br />
grati per essere venuti al mondo<br />
nel tempo di grazia della redenzione.<br />
Ma ciò deve anche far<br />
riflettere sulla gravità del peccato<br />
commesso dai progenitori, ribadito<br />
e aggravato dai peccati personali<br />
di tutti gli uom<strong>in</strong>i. Nel medesimo<br />
tempo mette <strong>in</strong> luce il valore<br />
<strong>in</strong>estimabile della croce di Gesù<br />
Cristo, dalla quale è venuta la<br />
salvezza del mondo. Il Venerdì<br />
Santo segna lo spartiacque nella<br />
storia dell’umanità. Il dolore di<br />
Maria e dei discepoli, presenti nel<br />
momento <strong>in</strong> cui Gesù rende lo<br />
spirito al Padre, sono il momento<br />
straziante di un dramma che sta<br />
per capovolgersi <strong>in</strong> un grido di <strong>in</strong>dicibile<br />
esultanza: quello delle<br />
anime che, dopo aver tanto atteso<br />
il Salvatore, lo vedono venire loro<br />
<strong>in</strong>contro per portarle <strong>in</strong> Cielo.<br />
La discesa di Gesù negli Inferi è<br />
una verità di fede. Ma quali sono<br />
il significato e la portata? Innan-<br />
zitutto significa che Gesù è morto<br />
e la sua morte consiste nella<br />
separazione dell’anima dal corpo,<br />
pur rimanendo entrambi uniti alla<br />
sua div<strong>in</strong>ità. Il fatto che Cristo è<br />
«risuscitato dai morti» (1 Cor 15,<br />
20) implica che, «prelim<strong>in</strong>armente<br />
alla risurrezione, egli abbia dimorato<br />
nel soggiorno dei morti<br />
(cfr Eb 13, 20). È questo il senso<br />
primo che la predicazione apostolica<br />
ha dato alla discesa di Gesù<br />
negli Inferi: Gesù ha conosciuto<br />
la morte come tutti gli uom<strong>in</strong>i e li<br />
ha raggiunti con la sua anima nella<br />
dimora dei morti. Ma egli vi è<br />
disceso come Salvatore, proclamando<br />
la Buona Novella agli spiriti<br />
che vi si trovavano là prigionieri<br />
(cfr 1 Pt3, 1-19)» (CCC<br />
632). Compiuta l’opera della redenzione,<br />
Gesù porta il lieto annuncio<br />
della salvezza e della vita<br />
eterna nel soggiorno dove le anime<br />
dei giusti attendevano nella<br />
speranza. Possiamo immag<strong>in</strong>are<br />
la felicità di tutti coloro che vedono<br />
venire <strong>in</strong>contro il Redentore,<br />
con la sua anima e la sua div<strong>in</strong>ità,<br />
per liberarli dalla loro prigionia.<br />
Gesù stesso ne fa accenno<br />
quando afferma: «Abramo, vostro<br />
Padre, esultò nella speranza<br />
di vedere il mio giorno; lo vide e<br />
fu preso di gioia» (Gv 8, 56).<br />
E i giusti vedranno<br />
la gloria di Dio<br />
La discesa agli Inferi del Messia<br />
è da alcuni <strong>in</strong>terpretata come se<br />
Egli si fosse calato nell’Inferno<br />
dei tormenti, dove si trovano le<br />
anime perdute... È una variante<br />
degli <strong>in</strong>numerevoli tentativi, di<br />
matrice ereticale, per sostenere<br />
che la redenzione riguarderebbe<br />
anche i demoni e le anime che si<br />
trovano con loro, e comporterebbe,<br />
di conseguenza, anche la cessazione<br />
dell’Inferno. Tale <strong>in</strong>terpretazione<br />
non ha nessun fondamento<br />
nella Sacra Scrittura e nell’<strong>in</strong>segnamento<br />
del Magistero<br />
della Chiesa. Non si vede perché<br />
Gesù avrebbe più volte parlato<br />
del «fuoco eterno» (Mt 25, 41),