Giovanni Paolo II, beato Mondo arabo in rivolta ... - Aracne editrice
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Venuti-Liszt+land<strong>in</strong>i.qxp 06/04/2011 11.01 Pag<strong>in</strong>a 316<br />
316<br />
MUSICA<br />
Il pellegr<strong>in</strong>o Liszt<br />
Che relazione c’è tra un tavol<strong>in</strong>o<br />
donato da Pio IX a Massimiliano<br />
Ferd<strong>in</strong>ando Arciduca d’Asburgo,<br />
oggi al Castello del Belvedere a<br />
Trieste, e una partitura per pianoforte<br />
scritta da Franz Liszt?<br />
Per saperlo dobbiamo ripercorrere<br />
uno dei più sorprendenti tragitti, o<br />
per meglio dire «pellegr<strong>in</strong>aggi»,<br />
della storia musicale. Si tratta dei<br />
tre livelli, a tutti noti sotto la titolazione<br />
di «Anni», degli Années<br />
de pèler<strong>in</strong>age che Liszt elaborò<br />
per pianoforte nell’arco di quasi<br />
mezzo secolo, se consideriamo<br />
l’anno def<strong>in</strong>itivo di pubblicazione,<br />
il 1883, e i primi brani di Suisse,<br />
che risalgono al 1835. Si tratta<br />
di un’opera tecnicamente e concettualmente<br />
imponente, per eseguire<br />
la quale occorrono pianisti<br />
di grande tecnica, nervi saldi,<br />
grande capacità di concentrazione.<br />
Una cosa non per tutti, se addirittura<br />
fatti <strong>in</strong> una sola serata.<br />
I primi due Anni, Suisse e Italie,<br />
furono <strong>in</strong> parte scritti e rielaborati<br />
tra il 1855 e il 1858 durante il<br />
cosiddetto periodo di Weimar,<br />
quando Franz compì la grandiosa<br />
revisione di quasi tutto quello che<br />
aveva scritto f<strong>in</strong>o a quel momento:<br />
a volte aumentandone le difficoltà<br />
tecniche, a volte semplificandole,<br />
come nel caso degli Studi<br />
trascendentali. Nella sua elegante<br />
casa di Altenburg, ottenuta<br />
grazie ai buoni uffici dell’amante<br />
baronessa Carolyna Wittgenste<strong>in</strong>,<br />
Liszt era responsabile del teatro<br />
di corte, alle dipendenze del<br />
Granduca di Weimar, Carl Alexander,<br />
figlio di Maria Paulova,<br />
sorella dello zar. Furono anni rivoluzionari.<br />
Il teatr<strong>in</strong>o di prov<strong>in</strong>cia<br />
fu smobilitato dal suo ristretto<br />
pubblico a <strong>in</strong>viti nobiliari, e asse-<br />
condando il socialismo radicale<br />
del suo Maestro di Cappella divenne<br />
uno dei centri artistici pubblici<br />
(con pagamento aperto a tutti,<br />
una cosa <strong>in</strong>audita) più importanti<br />
d’Europa. Quarantaquattro<br />
opere diverse <strong>in</strong> dieci anni, delle<br />
quali ventotto di autori contemporanei:<br />
Beethoven, Verdi, Berlioz,<br />
Schumann, Mendelssohn,<br />
Wagner, Bell<strong>in</strong>i, avrebbero faticato<br />
molto di più a entrare nella storia<br />
se non ci fosse stato Liszt.<br />
Molti italiani non sarebbero stati<br />
sdoganati <strong>in</strong> Germania senza la<br />
cassa di risonanza di Weimar.<br />
Metafora dell’anima<br />
& della vita Franz Liszt<br />
In questi anni completa la terza<br />
versione def<strong>in</strong>itiva di Suisse. È il<br />
primo livello del viaggio, il più<br />
visivo ma anche il più empirico:<br />
il camm<strong>in</strong>o nel mondo come metafora<br />
dell’anima e della vita. I<br />
nove episodi (tra i quali «Chappelle<br />
de Guillaume Tell», «Au lac<br />
de Wallenstadt», «Les cloches de<br />
Genève»...), alludono a immag<strong>in</strong>i<br />
simboliche, già per altro verso<br />
esplorate dai W<strong>in</strong>terreise di<br />
Schubert o dall’Harold en Italie<br />
di Berlioz. Basti vedere la «Vallée<br />
d’Obermann», schizzo apparentemente<br />
pittorico, ma <strong>in</strong> realtà<br />
trasposizione dell’omonimo diario<br />
di Étienne Senancour dedicato<br />
a un depresso che, tra funeste<br />
angosce e furiose esaltazioni, anticipa<br />
la patologia bipolare delle<br />
moderne osservazioni cl<strong>in</strong>iche. O<br />
le campane di G<strong>in</strong>evra, che diventano<br />
il simbolo della nascita.<br />
Il secondo livello del viaggio, Italie,<br />
è concluso nel ’58 sulla base<br />
di una prima edizione del 1837-<br />
38. Qui aumenta l’astrazione: il<br />
viaggio nell’arte è <strong>in</strong> ogni caso un<br />
viaggio nella musica. Tutta l’arte<br />
è musica e <strong>in</strong> quella viene tradotta.<br />
I quadri <strong>in</strong> primo luogo. L’esempio<br />
è «Sposalizio» di Raffaello,<br />
opera che Liszt ammirò a Brera,<br />
qui tradotta <strong>in</strong> una bella melopea<br />
diatonica quasi gregoriana,<br />
con un f<strong>in</strong>ale che pare getti fiori<br />
sulla coppia come nella Nascita<br />
di Venere di Botticelli. Poi il secondo,<br />
l’arte plastica. La petrosa<br />
sensazione della statua di Giuliano<br />
dei Medici (massacrato nel<br />
1478 durante la congiura dei Pazzi)<br />
di Michelangelo è risolta dal<br />
pianoforte con blocchi di accordi<br />
su un ritmo di marcia funebre che<br />
paiono davvero scolpiti nella roccia;<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, un Rondò su una Canzonetta<br />
di Salvatore Rosa, ancora<br />
pittura e musica.<br />
Inf<strong>in</strong>e, musica e poesia, con i tre<br />
sonetti di Petrarca. Qui, la capaci-