Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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9 I Carmi sono stati raggruppati (s’ignora da chi) per "tipo", senza tenere conto del loro ordine cronologico: I carmi 1 - 60, definiti nugae, "coserelle", trattano in tono apparentemente giocoso e spensierato vari temi come l'amore, la politica o le amicizie. Si presentano in versi polimetri. In essi traspare la profonda e quanto mai tormentata personalità del loro autore. Qui si trovano le liriche che più manifestano gli antitetici sentimenti che Catullo provò per Lesbia. Costei, libera dal vincolo matrimoniale dopo l’improvvisa dipartita del marito, amava farsi consolare dai tanti giovani farfalloni della Roma bene, fra cui il poeta, che invece sognava di essere l'unico. La donna, non gli concederà mai tale gioia. I carmi 61 - 68, i cosiddetti carmina docta, sono in esametri. Essi si mostrano più lunghi e più complessi. Gli studiosi vi hanno ravvisato un maggiore impegno compositivo da parte di Catullo, oltre che la forte l'influenza stilistico-letteraria esercitata sul bardo veronese dalla poetessa Saffo di Lesbo, vissuta intorno al VII a.C. I carmi 69 - 116, gli epigrammata, (epigrammi ed elegie) si presentano in distici elegiaci di varia lunghezza ed argomento. Si può dire che le tematiche trattate siano sostanzialmente quelle del primo gruppo. IL carme 95 è da molti considerato il Manifesto Neoterico. L’amore per Catullo Catullo è l’emblema dell'uomo che consapevolmente si lascia risucchiare dai gorghi passionali di una relazione amorosa disagiata con una creatura femminile smodatamente dissoluta. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria attrazione fatale. C’è da dire, poi, che la concezione Catulliana dell’amore è completamente nuova rispetto alla austera tradizione romana, che conferiva dignità solo all’unione matrimoniale, considerando fuggevoli licenze le carnali effusioni extraconiugali (stupri consuetudo). Per il poeta sirmionese il legame con Lesbia, per quanto vissuto con orgogliosa rivendicazione della sua trasgressività contro la rigidezza dei moralisti, poggia in ogni caso su una intesa che implica fedeltà, lealtà, devozione assoluta, amicizia, stima, rispetto. Sicché la sua vicenda sentimentale, per quanto drammaticamente fuggevole possa mostrarsi, possiede per Catullo valenza morale non inferiore a quella di una unione legittima. Va da sé, quindi, che il Foedus, 22 il patto d’amore rotto da Lesbia, trasformi ben presto il suo spasimante in un malato angustiato da febbrile delirio passionale (taetrum morbum - LXXVI). Una patologia a decorso maligno questa, che verosimilmente riuscì a minare e dissipare le sue forze vitali. Con Gaio Valerio, insomma, si afferma quel modo di sentire e rappresentare l’amore come passione esclusiva, globale e irrazionale, che è stata all’origine dell’elegia dei poeti augustei e di tanta parte della poesia moderna. La giovane donna, in atteggiamento pensoso, regge un polittico e porta alle labbra uno stilo Napoli - MN Dipinto rinvenuto a Pompei (Villa dei Misteri). Secondo taluni studiosi l’effigie femminile raffigurata rappresenterebbe la poetessa Saffo di Lesbo. Secondo altri una nobile fanciulla appartenente ad una gens locale (gruppo di famiglie che condividevano lo stesso nomen, ovvero, l’equivalente del nostro cognome) . 22 Cfr. Carme 109. Bitinia, con capitale Nicea – Asia Minore.
Pompei – Terme dell’amore La prima raffigurazione saffica della storia romana. 10 23 Iscrizione con immagine fallica in bassorilievo accanto all’accesso ad un lupanare a Pompei 24 Moneta argentea romana (recto e verso)del I sec. A.D. 25 23 In: http://www.oliari.com/storia/pompei.html. 24 “Lupanare” deriva dalla voce latina “lupa”, ovvero prostituta. Nell’iscrizione è chiaramente leggibile “HIC HABITAT FELICITAS” (QUI DIMORA LA FELICITÀ). 25 Alcuni studiosi hanno ipotizzato che monete del genere fossero gettoni d’ingresso a bordelli e bagni promiscui di prima classe. I gestori delle strutture li distribuivano ai loro raffinati clienti in cambio di un congruo esborso che garantiva loro un trattamento di primissimo ordine.
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