Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina
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“Quando una fiamma feroce mi bruciava il cuore”(c. C,7)<br />
“Da mi basia mille…”<br />
Dip<strong>in</strong>to murale con didascalia . Lui dice: “Nolo cum Myrtale/Non voglio farlo con Myrtale” - Pompei – Taverna di Salvius - I sec. A.D.<br />
Napoli – M.N.A.<br />
Il bacio era comunemente <strong>in</strong>dicato con tre vocaboli differenti:<br />
- Osculum/osculari - il bacio di saluto ufficiale fra membri di una famiglia, alle statue raffiguranti<br />
gli dei, alle mulieres <strong>in</strong> pubblico.<br />
- Savium/saviari - il bacio della sfera <strong>in</strong>tima, quello erotico e passionale.<br />
- Basium/basiare - il bacio espressione degli affetti più cari. Secondo gli studiosi il term<strong>in</strong>e non<br />
solo imita il suono naturale che si orig<strong>in</strong>a con il gesto di preparazione delle labbra e l’atto del<br />
baciare vero e proprio, ma sembra anche riprodurre le prime articolazioni verbali dei bamb<strong>in</strong>i<br />
verso madri e nutrici. <strong>Catullo</strong> ha il merito di riutilizzare tale voce, più popolare, ma<br />
probabilmente più congeniale alla sua estetica poetica, <strong>in</strong> direzione di un atto dolce nei confronti<br />
della sua Lesbia-Clodia, per giunta farcito con l’<strong>in</strong>tensa carica passionale ed erotica riscontrabile<br />
nel savium.