Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina
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Pillole …<br />
Ai tempi di <strong>Catullo</strong> si viaggiava così …<br />
“Raeda” - Bassorilievo funerario – Virunum (Zollfeld) – Car<strong>in</strong>zia(Austria)<br />
La raeda, <strong>in</strong>sieme al cisium, all’essedum, al cov<strong>in</strong>us, e al carpentium, divenne la vettura di uso più comune a Roma per il<br />
trasporto di persone e/o bagagli su lunghe distanze. Coperta e abbastanza confortevole per quei tempi, era <strong>in</strong> genere tra<strong>in</strong>ata da<br />
due as<strong>in</strong>i/onagri. I benestanti ambivano ad acquistarne una con due cavalli da tiro per meglio ostentare la loro agiatezza:“Hic<br />
Vedius mihi obviam venit cum duobus essedis et raeda equis iuncta et laectica et familia magna …” [“Questo Vedio (Publio Vedio<br />
Pollione?) mi è venuto <strong>in</strong>contro con due calessi, una carrozza da viaggio tirata da cavalli, una lettiga ed un seguito imponente di schiavi…”<br />
Cic., Aepistulae ad Atticum, VI, 1, 24]. Era noleggiabile, anche con raedarium (vetturale), presso le mansiones, ossia le stazioni postali<br />
situate ad una giornata di viaggio le une dalle altre, dove era possibile effettuare un cambio di pariglia di bestie da tra<strong>in</strong>o ben<br />
riposate ed allogate negli stabula (magazz<strong>in</strong>i e scuderie). Tale operazione era eseguibile anche presso le mutationes (luoghi di tappa<br />
e di rifornimento viveri ogni 5 miglia romane. 1 miglio romano = 1478,5 m.). Il vettur<strong>in</strong>o/passeggero poteva effettuare una sosta di<br />
riposo presso gli hospitia (alberghi) e i deversorioli (alberghetti, locande. Cic., ibidem, XIV, 8 ) dissem<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> buon numero lungo i percorsi.<br />
Una raeda tirata da due spediti destrieri era <strong>in</strong> grado di raggiungere l’<strong>in</strong>credibile velocità di sei miglia romane all’ora (circa 9 km.<br />
all’ora). Svetonio ci racconta che <strong>in</strong> Gallia Giulio Cesare era solito noleggiarne una per trasferirsi più celermente - “<strong>in</strong>credibili<br />
celeritate”- da un luogo all’altro del territorio, riuscendo a percorrere “centena passuum milia <strong>in</strong> s<strong>in</strong>gulos dies”[(“100.000 passi al<br />
giorno”, pari a 100 km al giorno, dato che 1 passo romano equivaleva ad 1 metro.) - De vita Caesarum, Divus Julius, Liber I, LVII.].<br />
Cicerone - che da Governatore della Cilicia aveva viaggiato <strong>in</strong> raeda (ad Atticum, V, 16, 1 - 51 a.C.) - <strong>in</strong> un certo senso, avalla quanto<br />
asserisce Svetonio allorché Clodio, lo scapestrato fratello di Lesbia, afferma di aver percorso la distanza Mess<strong>in</strong>a-Roma <strong>in</strong> sette<br />
giorni [691 km., più il tempo della “traiectio” (traghettamento)]. È molto probabile, qu<strong>in</strong>di, che egli si fosse servito dello stesso<br />
mezzo di trasporto:“Ex Sicilia septimo die Romam” [(“Dalla Sicilia a Roma ce l’hai fatta <strong>in</strong> sette giorni”) – Cic., ad Atticum II, 1, 5].<br />
La raeda era orig<strong>in</strong>aria della Gallia e della Britannia, usata anche come carro da guerra. Gli artigiani Romani <strong>in</strong>iziarono a<br />
produrla per il mercato <strong>in</strong>terno dopo che numerosi esemplari erano stati portati nell’Urbe come bott<strong>in</strong>o di guerra.