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Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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61<br />

Aufilena<br />

Il poeta deplora la donna, che ha <strong>in</strong>tascato monete sonanti promettendo di darsi a lui. La promessa non<br />

è stata mantenuta. Aufilena è pertanto scesa al livello di una <strong>in</strong>gorda meretrice.<br />

Pompei, Casa dei casti amanti: gallo che becca una melagrana<br />

Pompei, Casa del Centurione - Cubicolo di lupanare 102<br />

Le buone amiche, Aufilena, sono sempre da lodare:<br />

accettano denaro per le cose che si impegnano a fare.<br />

Tu che mi hai promesso sapendo di mentire, non sei un’amica,<br />

e visto che non dai mai e prendi spesso, commetti una malvagità.<br />

Il fare è da nobildonna, il non promettere, Aufilena, sarebbe stato<br />

da virtuosa: ma prendere quanto è stato dato<br />

sottraendosi ai doveri, è peggio dell’agire di una puttana <strong>in</strong>gorda<br />

che si prostituisce con tutto il suo corpo.<br />

Carmen CX.<br />

Aufilena, bonae semper laudantur amicae:<br />

accipiunt pretium quae facere <strong>in</strong>stituunt.<br />

tu, quod promisti, mihi quod mentita, <strong>in</strong>imica es,<br />

quod nec das et fers saepe, facis fac<strong>in</strong>us.<br />

aut facere <strong>in</strong>genuae est, aut non promisse pudicae,<br />

Aufilena, fuit: sed data corripere<br />

fraudando officiis plus quam meretricis avarae est,<br />

quae sese toto corpore prostituit. 103<br />

Pompei – Coppia<br />

Affresco <strong>in</strong> mostra presso il<br />

museo statale dell’Hermitage<br />

San Pietroburgo<br />

Dicembre 2007<br />

102 Il term<strong>in</strong>e lupanare deriva da "lupa", l’appellativo delle meretrici. Come lupi nella notte al chiaro di luna, sembra che esse ululassero per<br />

attirare la clientela. Anche la mitologia romana fa notare che gli stessi fondatori di Roma, Romolo e Remo, erano stati adottati da una "lupa",<br />

un nome alquanto ambiguo. Infatti, Acca Laurentia, la moglie del pastore che li aveva trovati, era una "lupa", cioè una prostituta. Altri nomi<br />

ancora oggi conosciuti, s<strong>in</strong>onimi di lupa sono "puttana", dal lat<strong>in</strong>o putere, puzzare e "troia", altra radice dispregiativa che fa riferimento alle<br />

femm<strong>in</strong>e del maiale, e qu<strong>in</strong>di "troiaio", porcile, ovvero, il luogo sporco e fetido dove <strong>in</strong> genere erano costrette a soggiornare le prostitute.<br />

103 Il poeta ci parla di Aufilena anche nei carmi C e CXI. In quest’ultimo la diffama con la sua consueta feroce ironia, <strong>in</strong>s<strong>in</strong>uando che la<br />

donna non disdegna fornicare con il di lei zio, dal quale è stata addirittura resa gravida … “Accontentarsi di un uomo solo, Aufilena,/ è fra le<br />

lodi la lode d’ogni donna;/ ma meglio è concedersi come e a chi tu vuoi/ che partorire cug<strong>in</strong>i al proprio zio.”

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