Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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Catullo ricalca le orme di Priapo!
La pena che il dio riserva ai ladri di campi
sarà la medesima per chi osasse rubargli il suo Giovenzio
Carme 15
A te come me stesso raccomando il mio amore,
Aurelio. Chiedo un favore riservato,
che, se hai adocchiato qualcosa col tuo cuore,
e la vorresti casta ed integra,
serbami pulito questo mio ragazzo,
non dico dal popolo - per nulla temo
quelli, che in piazza ora qua ora là
passano occupati in loro faccende -
ma di te temo e del tuo fallo
nefasto per ragazzi buoni e cattivi.
Tu maneggia chi ti piace, dove ti piace,
quanto vuoi, fuori, quando sarà ritto e pronto:
questo solo ti proibisco, come credo, riservatamente.
Che se una brutta intenzione ed un furore pazzo
ti spingerà a sì grave colpa, disgraziato,
da aggredire con insidie la stessa mia persona …
oh allora povero te, per la sorte che ti viene!
Divaricate le gambe, per quella porta
ti attraverseranno ravanelli e cefali. 108
Testa maschile
I sec. a. C.
108 Al marito si concedeva tacitamente la facoltà di punire così chi avesse insidiato le propria consorte. Questo
porterebbe alla ipotesi non troppo azzardata che il legame affettivo con Giovenzio aveva per Catullo il valore di vincolo
matrimoniale. Cfr. Catullo, Le poesie, op. cit., pag. 300, nota al carme 15.