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Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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65<br />

Il veronese racconta: usi e quotidianità del suo tempo. 109<br />

Figura maschile<br />

II-I sec. a.C.<br />

Museo di Tarqu<strong>in</strong>ia<br />

Il Liber fornisce una grande quantità d’<strong>in</strong>formazioni <strong>in</strong> merito a curiosità, fatti ed usanze di<br />

vita nell’Urbe, nella penisola italica e nelle terre di conquista romane del I sec. a.C. Eccone<br />

alcuni:<br />

Tavoletta romana per<br />

scrivere e due stiletti.<br />

250 a.D.<br />

Dalla parte appuntita<br />

<strong>in</strong>cidevano la tavoletta<br />

di cera, dall’altra<br />

cancellavano.<br />

• Le donne romane usavano profumi assiri per essere più seducenti. (c. 6).<br />

• La Bit<strong>in</strong>ia – Asia M<strong>in</strong>ore – era famosa fra le nobildonne romane per fornire prestanti<br />

portatori di lettighe e pizzi (c.10/25).<br />

• Setabi, città della Spagna, era r<strong>in</strong>omata per la produzione di stoffe di l<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>emente<br />

ricamate (c.12/25).<br />

• Sembra che a Roma e <strong>in</strong> certe zone della penisola italica si praticasse una rozza forma<br />

di riciclaggio della carta ai tempi di <strong>Catullo</strong>. Essa era riutilizzata per avvolgere il pesce<br />

acquistato (c.95).<br />

• La Thynia era una regione dell’Asia m<strong>in</strong>ore sulle rive del Mare di Marmora.<br />

Conf<strong>in</strong>ava con la Bit<strong>in</strong>ia dalla quale era divisa dal fiume Psilio (c.25).<br />

• I Saturnali, erano una sorta di Carnevale. Si celebravano il 17 dicembre alla f<strong>in</strong>e delle<br />

sem<strong>in</strong>e di autunno. Erano occasione per fare baldoria, scambiarsi doni e scherzi (c.14).<br />

• La sposa veniva presa <strong>in</strong> braccio da chi l’accompagnava perché non <strong>in</strong>ciampasse sulla<br />

soglia della nuova casa. Inciampare era considerato di cattivo auspicio. Il novello<br />

marito l’accoglieva porgendole acqua e fuoco, simboli della vita futura. Poi andava a<br />

sdraiarsi su un talamo di porpora, dove l’attendeva per consumare la prima notte di<br />

matrimonio ( c.61).<br />

• <strong>Catullo</strong> amava bere il Falerno amaro, cioè, <strong>in</strong>vecchiato e non mescolato con acqua ( c. 27).<br />

• La Fede era una div<strong>in</strong>ità venerata sul Campidoglio (c. 30).<br />

109 La ricerca delle curiosità ritrovate nei versi Catulliani deve tanto a: <strong>Catullo</strong>, Le poesie, op., cit., pagg. 295-326.

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