Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina
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“Ma se, per contro, liquidata costei, nulla rimanga <strong>in</strong> piedi né dell'accusa, né dei mezzi a cui si appoggia, che altro dovremmo<br />
fare noi, avvocati di Celio, se non resp<strong>in</strong>gere chi ci aggredisce? Ed io lo farei anche con maggior violenza, se non mi<br />
trattenesse la mia <strong>in</strong>imicizia col marito ... volevo dire col fratello: sempre lo stesso errore!” 16<br />
La donna dei sogni di <strong>Catullo</strong> fu moglie del primo cug<strong>in</strong>o Q. C. Metello Celere, (e anche fratellastro di P.Clodio per parte di<br />
madre) proconsole del territorio cisalp<strong>in</strong>o tra il 62 e il 61 e console nel 60. Una “seditiosa” col marito (“Ribelle”. Cic. op. cit.,<br />
II, 1), che morì nel 59. Aveva conosciuto <strong>Catullo</strong> nel 61. Lei trentatreenne, lui di dieci anni più giovane. “Occhi di bue” 17 fu<br />
una matrona dell’alta società, dis<strong>in</strong>ibita e sicura di sé. Si concesse al poeta, ma si può dire che lo tradisse senza soluzione di<br />
cont<strong>in</strong>uità. Uno fra i tanti per lei: Egnazio, Gellio, Marruc<strong>in</strong>o … Eppure il verseggiatore nutrì per lei una passione<br />
assurda, più che mai ardente, totalizzante, cagione della sua morte, dicono, avvenuta quando egli non aveva ancora<br />
trent’anni. 18<br />
Nel 57 l’amore per Lesbia è ormai ridotto <strong>in</strong><br />
Nel colpire l’onorabilità della quasi 40enne Clodia,<br />
durante il processo a carico del 24enne Celio Rufo,<br />
Cicerone volle di fatto sfogare il suo rancore nei<br />
confronti del di lei fratello, Clodio, Tribuno della<br />
Plebe. Costui, <strong>in</strong>fatti, lo aveva fatto esiliare per<br />
avere mandato a morte non pochi cospiratori di<br />
Lucio Sergio Catil<strong>in</strong>a con uno processo sbrigativo.<br />
(Legge Clodia, 58 a.C, conosciuta anche come<br />
“Acquae et <strong>in</strong>gnis <strong>in</strong>terdicio”). Lo stesso Cicerone<br />
tentò <strong>in</strong> seguito di difendere Tito Annio Milone,<br />
Intimidito dalle m<strong>in</strong>acce di morte di G. Pompeo<br />
(sostenitore di Clodio) e più volte <strong>in</strong>terrotto dalla<br />
folla, M. Tullio non riuscì per la tensione a<br />
pronunciare la sua arr<strong>in</strong>ga <strong>in</strong> Senato. Sicché<br />
Milone venne imprigionato e poi costretto all’esilio<br />
a Marsiglia. Sarà elim<strong>in</strong>ato da Clodio il 22<br />
Gennaio del 52 durante una lite montata ad arte.<br />
Affreschi Pompeiani<br />
I sec. A.D.<br />
cenere. Per vari motivi, non ultimo il volere<br />
dimenticare la femme fatale, <strong>Catullo</strong> parte<br />
per la Bit<strong>in</strong>ia (Asia M<strong>in</strong>ore nord occidentale –<br />
cfr. la cart<strong>in</strong>a geografica della regione a pag.<br />
9.) <strong>in</strong> qualità di membro della cohors<br />
amicorum, al seguito dell’amico propretore<br />
<strong>Gaio</strong> Memmio. In tale occasione andrà a<br />
visitare <strong>in</strong> Troade (antica regione dell’Asia<br />
M<strong>in</strong>ore <strong>in</strong> parte prospiciente l’isola di Lesbo) la<br />
tomba del suo carissimo fratello, scomparso<br />
<strong>in</strong>aspettatamente. Ritornato prima a Verona,<br />
e poi nel 56 a Roma, cont<strong>in</strong>uano a giungergli<br />
notizie sulla condotta lasciva dell’ancora<br />
avvenente vedova. Forse lei vuole rimettersi<br />
con lui e manda a dirglielo tramite comuni<br />
amici, Furio e Aurelio (c.11). Non gliene<br />
importa più nulla. È davvero f<strong>in</strong>ita per<br />
sempre.<br />
16 Ibidem, XXXII. “S<strong>in</strong> ista muliere remota nec crimen ullum nec opes ad oppugnandum Caelium illis rel<strong>in</strong>quuntur, quid est<br />
aliud quod nos patroni facere debeamus, nisi ut eos, qui <strong>in</strong>sectantur, repellamus? Quod quidem facerem vehementius, nisi<br />
<strong>in</strong>tercederent mihi <strong>in</strong>imicitiae cum istius mulieris viro-- fratre volui dicere; semper hic erro.” Lo conferma anche nelle Epistulae<br />
ad Atticum. [Noli, <strong>in</strong>quam, de uno pede sororis queri; licet etiam alterum tollas. (Non lamentarti del fatto che tua sorella ti concede<br />
un solo piede; puoi prenderti anche l’altro). Op. cit., 21 (II,1)].<br />
17 Epiteto omerico riservato alla dea Era. Cicerone lo utilizzò <strong>in</strong> senso dispregiativo per denunziare maliziosamente i rapporti <strong>in</strong>cestuosi che si vociferava lei avesse con il<br />
fratello. (Epistulae ad Atticum, op. cit., II, 9). Lo stesso <strong>Catullo</strong> sembra confermarlo nel Carme LXXIX.<br />
18 Si dice che morì consunto dalla tisi o di crepacuore. Ignoro su quale base, dato che le pr<strong>in</strong>cipali fonti storiche non fanno alcuna menzione <strong>in</strong> merito alla cattiva salute<br />
del poeta. Risulta <strong>in</strong>vece più facile ritenere che una condotta di vita piena di stravizi gli avesse causato qualche malore improvviso, portandolo all’immatura scomparsa.