Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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d’ogni costa, dove potrà spingersi in profondità per 70 km. (imperium infinitum). Ha tre anni di tempo per chiudere i
conti con i masnadieri e uno stanziamento di 144 milioni di sesterzi per le spese belliche, quasi l’intero ammontare del
tesoro romano. Il sogno del figlio di Strabone diviene realtà! Plutarco 63 ci fa sapere che l’imperator divide il
Mediterraneo, il Tirreno, i mari della Sardegna, della Sicilia e della Corsica in 13 quadranti operativi, ognuno sotto il
monitoraggio sistematico di un legato a cui viene affidato un contingente di navi, fanti e cavalleria. In tal modo
l’intercettazione di unità ostili è resa altamente probabile. La strategia corale si rivela efficace, tanto che nel volgere di
tre mesi Pompeo debella i predoni e cattura loro 800 navigli. Va a sconfiggerli persino a casa, in Cilicia, presso il
promontorio di Coracesium (oggi Alanya, in Turchia), quando con sessanta triremi sorprende le navi superstiti riuniti in
quel tratto di mare per opporgli l’ultima e disperata resistenza. Alla fine della campagna militare 20.000 prigionieri
sono utilizzati come manodopera per il lavoro delle terre incolte di Roma e della penisola Italica sotto il suo dominio
(Taranto inclusa! Virgilio, Georgiche, IV, vv.116-148). Proprio in Cilicia egli fonda una città che porta il suo nome,
Pompeiopolis, a mo’ di sovrano ellenistico (aveva per modello Alessandro Magno!). Dopo la strabiliante impresa il
Senato non richiama Pompeo in patria. Gli assegna, invece, un altro delicatissimo compito (Lex Manilia): il comando
della guerra contro Mitridate VI Eupatore (132-66 a.C.), re del Ponto (zona nordorientale dell’Asia Minore). Pompeo,
non solo sconfigge Mitridate, ma assoggetta anche una parte consistente del Medio Oriente. Il 29 settembre del 61,
giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, e ancora il dì successivo, il generalissimo si gode il trionfo nell’Urbe!
Il massimo onore concessogli per le vittorie riportate contro i nemici esterni di Roma. Le insegne poste alla testa
dell’imponente corteo – seguite da schiavi, forzieri zeppi d’oro e tanti altri splendidi bottini di guerra - indicano genti
e paesi sottomessi:
[CN. POMPEIVS CN.F. SEX.N. MAGNVS III] PRO COS.
CUM ORAM MARITIMAM PRAEDONIBVS LIBERASSET
ET IMPERIVM MARIS POPVLO ROMANO RESTITVISSET
EX ASIA PONTO ARMENIA PAPHLAGONIA CAPPADOCIA CILICIA SYRIA
SCYTHIS IVDAEIS ALBANIS HIBERIA INSVLA CRETA BASTERNIS
ET SVPER HAEC DE REGE MITHRIDATE ATQVE TIGRANE TRIVMPHAVIT. 64
"Avendo liberato le coste dai pirati e avendo restituito il dominio del mare al popolo romano, ha
trionfato su Asia, Ponto, Armenia, Paflagonia, Cappadocia, Cilicia, Siria, Sciti, Giudei, Albani,
Iberia, sull’isola di Creta, sui Basterni e, inoltre, sul re Mitridate e su Tigrane”
63 (Lucius?) Mestrius Plutarchus ( 46 - 120 A.D.). Vite parallele. Agesilao – Pompeo, Rizzoli - Collana: BUR - Classici
Greci e Latini, 2000. Le informazioni sono tratte dal V, capp. 24 - 25 i pirati; cap. 25 la Legge Gabinia e l’appoggio di
Cesare; cap. 26 pieni poteri a Pompeo e la vittoria; cap. 28 la vittoria presso il promontorio di Coracesium in Cilicia, Il
Mediterraneo è ripulito dai pirati in tre mesi.
64 Gaio Plinio Secondo (23-79 A.D.), Naturalis Historia, VII, 98, Guardini, Pisa, 1984. L’affresco è di Cesare
Maccari, Roma, Palazzo Madama, sala Maccari. “Cicerone denuncia Catilina in Senato”, 1880.