Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina
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D'altronde lo stesso Svetonio ce lo conferma più di una volta. Durante la campagna di Britannia, ad<br />
esempio, Cesare acquistava schiavi raff<strong>in</strong>ati di bella presenza, spendendo forti somme di denaro. Per una<br />
sorta di pudore personale ord<strong>in</strong>ava poi di non <strong>in</strong>cludere tali spese nel suo bilancio ufficiale:<br />
“…servitia rectiora politioraque <strong>in</strong>menso pretio, et cuius ipsum etiam puderet, sic ut rationibus vetaret<br />
<strong>in</strong>ferri.”(Svetonius. I, xlvii)<br />
Ci parla poi del love affair con Nicomede IV Filopatore, re di Bit<strong>in</strong>ia. Il romano, allora sedicenne, era<br />
stato <strong>in</strong>viato dal console Marco M<strong>in</strong>ucio Termo <strong>in</strong> quella piccola regione dell’Asia M<strong>in</strong>ore (cfr. cart<strong>in</strong>a<br />
geografica pag.9) al f<strong>in</strong>e di richiedere un supporto navale per la riconquista dell’isola di Lesbo. Fu amore<br />
a prima vista. Il “discendente di venere” tornò ad <strong>in</strong>contrare la sua fiamma qualche tempo dopo,<br />
adducendo la scusa del recupero di un credito presso un liberto. 83<br />
Pers<strong>in</strong>o le legioni di Cesare vittorioso <strong>in</strong> Gallia nei carm<strong>in</strong>a triumphalia 84 pervenutici facevano<br />
riferimento al “vizietto” del loro comandante supremo, che canzonavano sguaiatamente:<br />
“Gallico denique triumpho milites eius <strong>in</strong>ter cetera carm<strong>in</strong>a, qualia currum prosequentes ioculariter canunt,<br />
etiam illud vulgatissimum pronuntiaverunt:<br />
Gallias Caesar subegit, Nicomedes Caesarem: ecce Caesar nunc triumphat qui subegit Gallias,<br />
Nicomedes non triumphat qui subegit Caesarem” 85<br />
Legionari <strong>in</strong> marcia - monete romane risalenti all’epoca di Cesare Ottaviano Augusto<br />
Durante la dittatura di G. Cesare le prov<strong>in</strong>ce romane divennero 18. Dieci <strong>in</strong> occidente (Sicilia, Sardegna, Corsica, Gallia Cisalp<strong>in</strong>a, Illirico, Gallia Narbonese, Gallia Comata,<br />
Spagna Citeriore, Spagna Ulteriore, Africa Vetus, Africa Nova) e 8 <strong>in</strong> oriente (Macedonia, Acaia ed Epiro, Creta, Asia, Bit<strong>in</strong>ia e Ponto, Cilicia e Cipro, Siria, Cirenaica. Tali<br />
territori furono distribuiti ai veterani e <strong>in</strong> essi vennero stabilite numerosissime colonie militari. Cfr.: “Storia d’Italia” di Luisa Gabbiani Flynn, <strong>in</strong>:<br />
http://www.italystl.com/storia.htm.<br />
83 Svetonius, op. cit: II. Lo storico tratta di Cesare anche nei paragrafi XLVII, XLIX, L, LI, LII,LVII.<br />
64 Erano canti che i legionari romani <strong>in</strong> marcia improvvisavano a conclusione di imprese militari vittoriose da parte del loro comandante.<br />
Tali motivetti contenevano <strong>in</strong>sieme espressioni di elogio e di sbeffeggiamento nei confronti del v<strong>in</strong>citore. Pare che la loro funzione fosse<br />
quella di mitigare con il riso l'esaltazione della vittoria, per non <strong>in</strong>durre alla superbia il protagonista della spedizione militare. Cfr.:<br />
http://it.wikipedia.org/wiki/Fescenn<strong>in</strong>i. G.S. Curione Padre (m. 53 a.C.), citato anche da Svetonio, ebbe a dire nei suoi “Discorsi” che<br />
Cesare era “la moglie di tutti i mariti e il marito di tutte le mogli”.<br />
85 Svetonius, op. cit. XLIX. Si allude addirittura all’omosessualità passiva di Cesare: “Inf<strong>in</strong>e nel suo (di Cesare) trionfo <strong>in</strong> Gallia i di lui<br />
soldati - tra le canzonc<strong>in</strong>e sfottenti che di solito venivano cantate da quanti erano al seguito del carro (del vittorioso condottiero) -<br />
stornellavano un motivetto ben noto ancora oggi: Cesare ha sottomesso le Gallie, Nicomede ha sottomesso Cesare: ecco, Cesare che ha<br />
sottomesso le Gallie, ora trionfa, Nicomede che ha sottomesso Cesare non riporta nessun trionfo”. Ma cantavano anche: “Urbani, servate<br />
uxores: moechum calvom adducimus./ Aurum <strong>in</strong> Gallia effutuisti, hic sumpsisti mutuum.” [“Cittad<strong>in</strong>i, sorvegliate le vostre donne: vi<br />
portiamo l’adultero calvo; / In Gallia, o Cesare, hai dissipato con le donne il denaro che qui hai preso <strong>in</strong> prestito.”]. (Svetonius , o.c. I, LI).