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Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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44<br />

<strong>Catullo</strong> … al di là di Lesbia<br />

L’<strong>in</strong>terpretazione obiettiva dei rapporti di <strong>Catullo</strong> con Lesbia rimane sempre cosa ardua, data l’esiguità<br />

delle fonti storiche attendibili a nostra disposizione. La stessa problematica si ripropone con<br />

veemenza anche quando si tenta di ricostruire il relazionarsi quotidiano del poeta con altra gente del<br />

suo tempo, l’Umanità al di là di Lesbia, <strong>in</strong>somma. La Storia desumibile dal Liber, <strong>in</strong> buona sostanza il<br />

pensiero emozionale, sociale, politico ed economico del suo creatore, si presenta sovente come<br />

distillato di mito, per via delle legittime esigenze stilistico-poetiche dell’autore. Sicché è lecito<br />

mantenere una certa dose di prudenza nell’<strong>in</strong>terpretare l’<strong>in</strong>carnato di vita desumibile dai carmi extra<br />

Clodiani, anche quando la realtà <strong>in</strong> essi contenuta sembra offrirsi <strong>in</strong>controvertibile al lettore.<br />

Feroce con … <strong>Gaio</strong> Giulio Cesare<br />

<strong>Catullo</strong> seguì le vicende delle campagne belliche condotte da Cesare <strong>in</strong> Gallia e Britannia. Di lui fu<br />

censore feroce e all’occorrenza non esitò ad attaccarlo apertamente. Pari sorte ebbe Mamurra, uno<br />

stretto collaboratore del condottiero <strong>in</strong>sieme con Nonio, Vat<strong>in</strong>io e Sufficio. Egli usò l’arma astiosa della<br />

satira scurrile nei confronti dell’aspirante tiranno di Roma, def<strong>in</strong>endolo senza mezzi term<strong>in</strong>i con i<br />

peggiori epiteti: 74 “improbus c<strong>in</strong>aedus” (svergognato omosessuale), “morbosus” (depravato),<br />

“eruditulus”(letteratucolo), “vorax adulter”(adultero <strong>in</strong>saziabile), “aleo” (biscazziere), capace soprattutto<br />

di “uncta devorare patrimonia” (divorare consistenti patrimoni):<br />

"Caesaris visens monimenta magni,/ Gallicum Rhenum horribile aequor/ ultimosque Britannos..." (Carme XI,10-<br />

12); " … imperator unice, / fuisti <strong>in</strong> ultima occidentis <strong>in</strong>sula,/ ut ista vestra diffututa mentula/ ducenties comesset<br />

aut trecenties?" (Carme XXIX, 11-14); “… Aut quid hic potest nisi uncta devorare patrimonia?”(Carme XXIX, 21-<br />

22). “irascere iterum meis iambis/ <strong>in</strong>merentibus, unice imperator.” (Carme LIV, vv.6-7) 75<br />

Denario d’argento (3.92 g.) 44 a.C. Recto.<br />

Profilo di G. Cesare laureato con iscrizione da<br />

ds. CAESAR.IM (PERATOR) [Cesare Generale<br />

vittorioso]. A sn. Luna crescente (simbolo di<br />

buon auspicio) fra P(ONTIFEX) e M(AXIMUS)<br />

[Pontefice Massimo - capo del collegio dei<br />

sacerdoti ]. Uno dei primi ritratti di Cesare <strong>in</strong> vita.<br />

Denario d’argento – Verso.<br />

Venere porta lo scettro e impalma la Vittoria<br />

Alata. Da ds. a sn. del campo:<br />

L(UCIUS)AEMILIUS BUCA<br />

[QUATTUORVIR <strong>in</strong> carica. Ovvero uno dei<br />

quattro magistrati autorizzati dal Senato a<br />

sovr<strong>in</strong>tendere congiuntamente la coniatura<br />

ed emissione delle monete nella zecca<br />

mobile al seguito del Generalissimo.]<br />

Busto di G. G. Cesare 13 Qu<strong>in</strong>tile (luglio) 100 - 15 marzo 44 a.C<br />

74 Lo fece anche il suo amico M.F. Bibaculo (n. 103 a.C.?), come ci ricorda il tardo grammatico Diomede (IV sec. A.D.). Cfr.: Grammatici<br />

Lat<strong>in</strong>i ex recensione Henrici Keilii, a cura di He<strong>in</strong>rich Keil/Hermann Hogan, ed. B. G. Teubneri, Lipsia,1857-1880, vol.1,48.<br />

75 “Visitando le opere del grande Cesare,/ il gallico Reno, il mare orrendo/ e gli ultimi Britanni …”. “ … Generale unico/ fosti <strong>in</strong> quell’ultima<br />

isola dell’occidente,/ perché questa vostra fottuta m<strong>in</strong>chia/ mangiasse duecentomila o trecentomila sesterzi?”. [Qui “vostra” si riferisce a<br />

Cesare e Mamurra di Formia. Quest’ultimo, appartenente all’ord<strong>in</strong>e equestre e soprannom<strong>in</strong>ato “mentula”o“magna mentula”(cazzone, ma<br />

ricco, e perciò potenzialmente deleterio a tutto tondo) dal poeta (Carm<strong>in</strong>a, CXIV/CXV). Fu Praefectus Fabrum, cioè capo del genio militare<br />

(Gaius Secundus Pl<strong>in</strong>ius, Naturalis Historia, XXXVI, 48). Il ricchissimo e fidato collaboratore del condottiero stette al suo seguito nelle<br />

campagne di guerra di Gallia e Spagna. Morì nel Dicembre 45 a.C. Cesare accolse impassibile la notizia, mentre era nella sala da bagno della<br />

villa di Cicerone a Pozzuoli. (M. T. Cicero, Epistulae ad Atticum, op. cit., XIII, 52)]“ …O cosa può costui(Cesare)/se non divorare grassi<br />

patrimoni?”. “Arrabbiati ancora per i miei giambi/ <strong>in</strong>nocenti, generalissimo.”

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