Gaio Valerio Catullo &“Lesbia” - Taranto in cartolina

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goliardico motteggio - prerogativa che contesta con forza la cultura ormai stantia e immobile della vecchia
aristocrazia
( “… his pilosis/ qui duros nequeunt movere lumbos.” - c. XVI, vv.10-11/… rumoresque senum severiorum/omnes
unius aestimemus assis. - c.,V, vv. 2-3 ) – non potrebbe che ampliare lo spazio del campo di osservazione di un
grande della letteratura italica del primo secolo. Alla luce dei predetti riscontri, allora, il lemmario sboccato
sparso nell’opera a macchia di leopardo non può intaccare in alcun modo il carisma poetico del creatore. Esso,
piuttosto, va considerato come innesto in poesia colta, frutto di originale sperimentazione fortemente auspicata
e portata a termine con successo in un “saeclum insapiens et infacetum”(c. XLIII, v.8) a detta dello stesso autore.
La riflessione trova sostegno nella constatazione che il linguaggio poetico osceno è ravvisabile in ben 41 dei 116
carmi e 3 frammenti pervenutici, pari al 34,45% del Liber (6, 10, 14, 15, 16, 21, 23, 25, 28b, 29, 32, 33, 36, 37,
39, 41, 42, 53 54, 55,56 57, 59, 67,69,71, 74, 77, 78b, 80, 88, 89, 94, 97, 98, 105, 110, 112, 113, 114, 115) 72 . Una
parte consistente, dunque, che in assoluto non può passare sotto silenzio. Di certo a non pochi intellettuali,
anche al di fuori della cerchia del poeta, piacque tutelare “la novità” Catulliana, che un illustre esegeta italiano
ha definito a buona ragione “goliardia e snobismo pubblicizzati in poesia colta dai circoli raffinati
dell’avanguardia … arcadia rovesciata”. 73 Se così non fosse stato, mi domando come sarebbe potuta giungere
sino a noi tanta esibizione di singolari impudiche turbolenze.
Riflessioni di un uomo senza maschera?!
Affresco Pompeiano
Se tutto questo ti risulta difficile da capire, se consideri il turpiloquio
e la scurrilità in ogni caso sconvenienti e inammissibili, allora, ti
prego, non valicare questo limite e lasciamoci qui, senza rancore!
72 In rosso i più scurrili, a mio modesto avviso.
73 Luca Canali, in: Gaio Valerio Catullo, Le poesie, op. cit., pag. LX.