CSEO documentazione (1977/1982) Raccolta curata da: Flavia Cipolla, Gian Luca Coppeta, Alice Dalla Verità, Anna Ferrari, Elena Gnudi. 16
CSEO N° 117 MAGGIO 1977 Belgrado amara (Editoriale) CSEO N° 122 NOVEMBRE 1977 Il nuovo dialogo (Editoriale) CSEO N° 123 DICEMBRE 1977 Faraone e piramidi (Editoriale) Presentiamo qui di seguito questi tre editoriali per il loro contenuto unitario. Gli occhi con cui la gente guarda a Belgrado (giornalisti, poliziotti, diplomatici, uomini della strada) sono diversi ed hanno fini e scopi diversi. Solo a quelli della vera Chiesa, non cioè quelli dei prelati collaborazionisti, è stata data la possibilità di conoscere chi è veramente l’uomo e quali sono i suoi diritti. Quello che è successo tra Helsinki e Belgrado 34 è qualcosa di più della semplice forma di dissenso ai vecchi regimi comunisti, perché coloro che combattono per il movimento per la difesa dei diritti dell’uomo esprimono una “volontà, un coraggio e una intelligenza: il discernimento di ciò che è essenziale per l’uomo e la decisione di difenderlo”. All’interno di questo coraggio e di questa intelligenza è presente la Chiesa, nella quale “la memoria di ciò che l’uomo è vive nell’esperienza della fede e nella pratica della comunione”. L’unico problema per la Chiesa è quella della sua riforma, cioè il suo continuo rinnovamento, che non è mai in un moto di adattamento alla mentalità del mondo, ma nel ritorno alle origini. A Belgrado siedono gli uomini più potenti della terra, i rappresentanti del capitalismo e “di un mondo che continua a ripetere antiche parole di umanità di cui però ha perduto il senso”. Per questo motivo Belgrado viene definita amara, ma non inutile ai fini della causa dei dissidenti, perché i potenti devono guardare la realtà e fare i conti con questi uomini che non fanno parte “della classe operai o forza lavoro socialista o capitalista”, ma sono soggetti di una reale vita umana, sono uomini che si rapportano con il mondo e pensano, parlano, si esprimono e tentano di vivere in libertà: “libertà dalla schiavitù del potere, ma soprattutto libertà per la costruzione della propria verità umana.” La parola dissenso viene identificata negli oppositori allo stalinismo e così non coglie il significato globale del movimento contro i regimi socialisti del secondo dopo guerra. Questa volta l’ideologia non può sopprimere con la violenza questi uomini, perché “la lotta per i diritti civili si inspira ad una concezione della dignità dell’uomo, del valore della vita umana, della 34 Dal luglio 1973 al luglio 1975 si svolsero (a Helsinki e Ginevra) le trattative per l'elaborazione dell'Atto finale di Helsinki, sottoscritto dai Capi di Stato e di Governo dei 35 Paesi il 1 agosto 1975. A questo insieme di riunioni venne dato il nome di Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE). Gli Stati firmatari dell'Atto Finale furono tutti i Paesi europei, esclusa l'Albania (sottoscritto nel 1990), e comprese le due Germanie, la Santa Sede e il Principato di Monaco, nonché gli Stati Uniti d'America e il Canada. L'Atto Finale si divide in tre sezioni, che raggruppano le principali questioni in oggetto dei negoziati dei tre anni precedenti: sicurezza; cooperazione economica, scientifica, tecnica e ambientale; diritti umani. Esso non costituisce un accordo internazionale vero e proprio e, pertanto, non è stato oggetto, così come i documenti finali dei successivi vertici di Parigi del 1990 e di Helsinki del 1992, di ratifica da parte dei singoli Parlamenti nazionali. A Belgrado, dal 4 ottobre 1977 al 9 marzo 1978, conformemente alle disposizioni dell'Atto Finale relative ai seguiti della Conferenza, si sono incontrati i rappresentanti degli Stati partecipanti alla Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa , designati dai Ministri degli Affari Esteri. 17