Testo - Storia e Memoria
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JOZEF TISCHNER<br />
L’etica della solidarietà<br />
Pubblicato nel giugno 1981 nella collana CSEO biblioteca, prima della proclamazione dello<br />
stato di guerra (13 dicembre 1981), questo libro raccoglie diversi articoli scritti da J.Tischner<br />
e pubblicati in Polonia per la maggior parte sul settimanale diocesano Tygodnik Powszechny<br />
di Cracovia. In essi Tischner si propone di individuare le parole che possono spiegare il<br />
contenuto autentico degli avvenimenti polacchi, di scriverne il vocabolario. Egli ha condiviso<br />
con gli operai, gli intellettuali e i contadini l’avvenimento di Solidarnosc: “Con loro, operai,<br />
intellettuali, contadini, nei momenti comuni di riflessione, sono nate le pagine di questo<br />
vocabolario, che non sono la teoria di Solidarnosc in rapporto con la sua prassi, ma<br />
l’approfondimento dei contenuti dell’esperienza di Solidarnosc, dunque la coscienza che si<br />
forma nella vita.” (dalla nota di redazione). Qui di seguito la sintesi di alcune di esse.<br />
Comunità<br />
La solidarietà non è un concetto né una teoria etica, ma un’idea. Essa è qualcosa da prendere come<br />
modello che viene ridefinito man mano che si realizza. Mentre la teoria è un sistema di motivazioni,<br />
l’idea si motiva da se stessa. Tuttavia la solidarietà esige di essere compresa.<br />
Essendo queste delle riflessioni di tipo etico, occorre chiedersi: l’idea della solidarietà quali valori<br />
illumina? La coscienza dell’uomo e il naturale legame dell’uomo con quelli che soffrono. L’etica<br />
della solidarietà vuole essere un’etica della coscienza, presuppone che l’uomo sia un essere dotato<br />
di coscienza. La coscienza è il naturale senso etico dell’uomo, una realtà autonoma, come<br />
l’intelletto e la volontà. Esiste anche quando l’uomo non la esercita. Oggi la coscienza richiama<br />
l’uomo ad avere coscienza.<br />
La solidarietà autentica è la solidarietà delle coscienze. Essere solidali con l’uomo è possibile<br />
perché nell’uomo c’è qualcosa di permanente e che non delude e questo qualcosa è la coscienza.<br />
C’è una condizione da rispettare: occorre voler avere coscienza, ossia è sempre possibile avere<br />
coscienza, basta volerlo:“La solidarietà è opera non soltanto di coloro che hanno sempre avuto<br />
coscienza, ma anche di coloro che l’hanno ricostruita in se stessi”.<br />
La nostra solidarietà è rivolta in modo particolare per gli uomini che soffrono per colpa di altri<br />
uomini. Il grido dell’uomo ferito dall’altro uomo è lo stimolo all’insorgere della coscienza.<br />
Lavoro<br />
“La solidarietà si manifesta come comunità degli uomini che lavorano e che si propongono in<br />
comune di liberare il lavoro umano dai pesi e dalle sofferenze di cui è causa l’altro uomo”.<br />
Occorre chiedersi, per riflettere sull’etica della solidarietà, che cosa è l’essenza del lavoro. Da un<br />
punto di vista morale, si può definire il lavoro come una forma particolare di dialogo dell’uomo con<br />
l’uomo, che serve alla conservazione e allo sviluppo della vita umana. La vita non è il valore più<br />
alto, ma il valore fondamentale, perchè solo avendo la vita possiamo tendere ai valori superiori.<br />
Grazie al valore della vita, al cui servizio sta il lavoro, il lavoro acquista valore e dignità. Il lavoro si<br />
ammala quando il peso naturale del lavoro viene accresciuto dall’altro uomo, da chi apparentemente<br />
è un collaboratore. Si parla allora di sfruttamento del lavoro.<br />
Sofferenza<br />
“Il dolore dello sfruttamento è soprattutto una sofferenza morale. Lo sfruttamento fa male come fa<br />
male la menzogna, il tradimento. Attraverso il lavoro è sfruttata la totalità della persona umana,<br />
perché il lavoro è il campo fondamentale in cui si manifesta la buona volontà dell’uomo. L’uomo<br />
non lavora solo per necessità, ma per buona volontà ed è grazie ad essa che il lavoro acquista un<br />
volto umano.<br />
Chi sfrutta il lavoro, colpisce la stessa bontà della volontà umana, che viene così disprezzata,<br />
umiliata, tradita: lo sfruttamento del lavoro è una forma di tradimento dell’uomo.<br />
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