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Testo - Storia e Memoria

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Egli afferma che un socialismo e un comunismo che ignorano e addirittura calpestano i diritti<br />

umani e civili si distruggono da soli.<br />

Il futuro del socialismo dipende secondo lui dalla capacità di riallacciarsi al passato dell’Europa e al<br />

meglio che ha dato al mondo: la democrazia e la libertà. Il socialismo ha però liquidato o svuotato<br />

le strutture democratiche anche laddove c’erano e avevano una propria tradizione.<br />

Era necessario quindi insistere sul rispetto dei diritti umani e gli stati dovevano ammettere le loro<br />

carenze e non solo denunciare quelle altrui.<br />

Hejdanek afferma che la firma della Charta per alcuni è stata una questione di vita o di morte, come<br />

lo fu per il professor Patocka, che dimostrò come questa non si trattasse di qualcosa di temporaneo<br />

o di effimero ma di un impegno totale.<br />

“Charta 77 è l’espressione della coscienza che è necessario rispettare la libera responsabilità che<br />

ogni uomo e ogni cittadino ha nell’impostare e nell’orientare la vita e il pensiero, della coscienza<br />

che ogni uomo è chiamato a questa responsabilità in prima persona e non può rinunciare per ordine<br />

di una istituzione.E’ un esempio eccellente di un’umana solidarietà come società aperta, senza<br />

confini netti e definiti, dalla quale nessuno viene mai escluso se egli stesso accetta questa apertura e<br />

se nel rispetto della libera responsabilità e della libertà responsabile degli altri, resterà unito anche<br />

con chi non è d’accordo con lui, senza soffocare la propria disapprovazione”.<br />

CSEO N°126, MARZO 1978<br />

Gli esclusi<br />

Milos Rejchrt<br />

Milos Rejchrt ha assistito allo scempio dei diritti umani ed è stato condannato ad un’esistenza<br />

degradata per il fatto di essere cristiano.<br />

Egli scrive una lettera indirizzata a Kàrol Tòth, un vescovo che presta la sua collaborazione al<br />

regime con la sua carica di segretario generale della Conferenza cristiana per la pace.<br />

Rejchrt lo informa della tortura e dell’imprigionazione di Hejdanek, portavoce dell’iniziativa di<br />

Charta 77 e della condanna di altri membri di Charta 77 per aver fatto pubblicare articoli che non<br />

potevano essere diffusi nel loro paese o perché pubblicati all’estero in lingua ceca.<br />

Tra questi uomini condannati troviamo anche Alez Brezina, condannato come obbiettore di<br />

coscienza, M.Lojeck, accusato di aver diffuso materiali sovversivi fra i militari di leva, il quale non<br />

ha avuto neanche un difensore.<br />

Lo stesso Milos è stato privato del diritto dell’esercizio dell’attività pastorale. Egli è convinto che il<br />

KMK, la conferenza cristiana per la pace, possa lottare per la giustizia e per la dignità dell’uomo<br />

solo se non si lascia condizionare dagli interessi ideologici e di potere degli stati in cui opera.<br />

Rejchrt rimprovera al vescovo di gridare “ pace” ove questa non c’è perché prevale la guerra dei<br />

potenti contro i senza potere e gli scrive non per chiedere aiuto, ma perché egli sappia e non sia più<br />

vero che non sapeva.<br />

CSEO N°129, GIUGNO1978<br />

Cronache del compromesso<br />

Ma la realtà è un’altra<br />

Alojz Tkac<br />

10 aprile 1978<br />

In una società dove le apparenze hanno vinto sulla realtà, chiunque si presta al gioco del potere<br />

resta contagiato dal suo formalismo e inquinato dalla sua menzogna.<br />

Ne è una prova il documento della Pacem in terris cecoslovacca, l’organizzazione del clero, “leale<br />

verso il socialismo”, emessa per la celebrazione del febbraio vittorioso, data della conquista del<br />

potere da parte del PCC nel 1948.<br />

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