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Testo - Storia e Memoria

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fatti approvati in parlamento (Dieta) nel 1975, che legalizzavano “il monopolio del potere del<br />

Partito Comunista e proclamavano irreversibilità dell'alleanza con l'URSS” 41 . Alcuni intellettuali si<br />

schierarono a favore dei preti e dei credenti maltrattati dai comunisti e danno origine ad una sorta di<br />

alleanza tra episcopato ed elite laiche anticomuniste che si schiera contro la revisione della<br />

costituzione. “Tale dialogo fra la Chiesa e la sinistra non comunista rappresentava uno dei<br />

fondamenti della grande alleanza sociale che, l’estate del 1980, avrebbe dato vita a Solidarnosc” 42 .<br />

Nel 76 gli intellettuali costituirono il KSS-KOR (Comitato per la difesa degli operai) per difendere<br />

gli operai incarcerati. Gli intellettuali si fecero quindi portavoce della società civile. Nell'autunno<br />

del 1977 apparve un' ”università volante”, dove alcuni intellettuali davano corsi di storia, filosofia<br />

ed economia e “altre materie censurate dall’ideologia ufficiale” 43 . Intanto sia gli intellettuali che<br />

l'episcopato cercavano di avvertire il governo di fare grande attenzione all' “esplosione<br />

dell'insoddisfazione della popolazione” 44 . Il governo non se ne curò, nemmeno quando il popolo fu<br />

rincuorato dall'elezione di un papa polacca, Giovanni Paolo II. In occasione del suo primo<br />

pellegrinaggio un'infinita folla di persone diede dimostrazione di unità nazionale e di<br />

determinazione. Molti interpretarono questa manifestazione come un chiaro segno di dignità della<br />

nazione, unito ad una profonda sconfitta spirituale del regime comunista.<br />

L'estate di tutte le speranze<br />

“La nascita di Solidarnosc segnò una svolta nella storia dei paesi socialisti. Più che una semplice<br />

crisi limitata alla Polonia (…), assestò un colpo ancor più grave al mito della irreversibilità della<br />

dominazione comunista.(…). Nato dalle riflessioni dei teorici del Comitato per la difesa degli<br />

operai, la strategia di Solidarnosc tendeva tuttavia ad evitare un confronto con le autorità, alle quali<br />

non voleva contendere il monopolio del potere, ma solamente reclamare il pluralismo sindacale” 45<br />

Voleva rendere autonomo il corpo sociale dall'oppressione dello Stato-partito. Solidarnosc ha come<br />

etica la solidarietà., voleva migliorare le condizioni umane, denunciare le menzogne del governo e<br />

dei mass media, lottando contemporaneamente per la libertà di coscienza e per i fondamentali diritti<br />

dell'uomo. Quello che era nato con Solidarnosc, era un movimento popolare: quello che fece<br />

scalpore fu che non si basava affatto su principi marxisti, poiché la sua base era prettamente<br />

cattolica.<br />

Il movimento vero e proprio scoppiò nell'estate nel 1980 e si tradusse in uno sciopero generale<br />

provocato dall'annuncio dell'aumento dei prezzi della carne. I cantieri di Danzica diventano sede dei<br />

Comitato di sciopero interimprese(MKS) e Walesa, un'elettricista appena licenziato, ne diviene il<br />

capo. Questo movimento, ben supportato dall'intellighenzia contestatrice polacca, elaborò un<br />

documento, i “ventun punti”, che fece da base per le trattative con il potere. In questo documento<br />

l'organizzazione chiedeva l'istituzione di sindacati liberi e il riconoscimento dei diritti civili della<br />

popolazione; solo alla fine comparivano alcune rivendicazioni di tipo economico.<br />

Il partito ovviamente tentò la strategia già usata più volte dopo le rivolte operaie: promise aumenti<br />

di salari e miglioramenti delle condizioni lavorative. La bravura di Solidarnosc consistette nel non<br />

accettare queste soluzioni parziali, tanto che il governo fu costretto a scendere a un compromesso<br />

con la firma degli Accordi di Danzica (agosto 1980).<br />

Il riconoscimento del pluralismo sindacale da parte del governo fu un avvenimento incredibile: non<br />

solo rappresentava un forte segno di debolezza da parte del regime, ma con questi accordi si apriva<br />

“una nuova prospettiva di evoluzione di un regime comunista: quello della coesistenza pacifica di<br />

41 Ivi p.124<br />

42 F.Fejtò,op.cit.p.124<br />

43 Ivi p.125<br />

44 Ibidem<br />

45 Ivi. P.126<br />

43

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