Testo - Storia e Memoria
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Il cardinale dichiara che il diritto di associazione è un diritto naturale e lo Stato ha il compito di<br />
salvaguardarlo e di tutelarne il rispetto. Quest'ultimo è un diritto individuale e tutti i lavoratori<br />
hanno diritto di associarsi. L'episcopato ha difeso i proletari costretti ad abbandonare le loro terre<br />
(es. Kampinos ). Anche i contadini hanno diritto individuale di associarsi. Se le associazioni che<br />
esistono non garantiscono una risposta alle loro esigenze e non soddisfano i loro bisogni, possono<br />
creare nuove associazioni. Attualmente ciò che più conta è unirsi al servizio della terra che è<br />
servizio alla Nazione, alle famiglie e a tutti. Quello che unisce tutti i lavoratori è il legame con la<br />
terra da cui sono nati e in cui lavorano (da soli o in cooperativa). Inoltre il cardinale sottolinea che<br />
in un paese agricolo come la Polonia, dove i contadini sono stati maltrattati, non vi è<br />
un'alimentazione sufficiente per tutta la Nazione. Ora in Polonia il grano è importato,<br />
contrariamente al passato. A causa di una politica sbagliata è necessaria una riabilitazione<br />
dell'uomo che lavora in campagna. Il sistema in cui vive la popolazione polacca persegue gli schemi<br />
della grande industria, secondo la quale tutto dev'essere “una grande macchina”. Questa ossessione<br />
della grande industria è il " peccato originale" di una scorretta interpretazione del socialismo.<br />
Wyszynski non è contrario alla meccanizzazione nell'agricoltura, ma obbietta la mania di<br />
apparecchiature che costano enormemente e che rimangono il più delle volte inutilizzate. Questo è<br />
il peccato di interpretazione di una dottrina che si è impostata sulla linea della grande industria.<br />
Il movimento professionale, sociale e morale , Solidarnosc , è fondamentale per la popolazione<br />
polacca (operaia e contadina) e per il soddisfacimento dei loro bisogni, senza l' intromissione di<br />
uomini disinteressati ai problemi della Polonia.<br />
Pane, pace e liberta'<br />
Comunicato del Consiglio di presidenza dell'episcopato polacco che prende posizione sul dibattito<br />
sociale riguardante i problemi della Nazione - Varsavia 10 febbraio 1981<br />
1) La Nazione sta affrontando una prova difficile della sua storia e di fronte ai problemi del paese<br />
ogni cittadino ha la responsabilità di affrontarli e di risolverli, sempre però seguendo " i principi<br />
dell'ordine morale ". Quindi per eliminare le radici del male non si possono compiere nuovi errori e<br />
ingiustizie che ostacolino i diritti legittimi. A queste azioni basate sui principi morali sono tenuti<br />
tutti i cittadini, ma soprattutto i politici, che hanno la responsabilità di occuparsi del bene comune.<br />
Ogni azione di forza, pressione, minaccia o propaganda irritante non conduce alla pace interna,<br />
perchè provoca nuove tensioni e forme di protesta.<br />
2) Poichè " senza la pace è difficile costruire un avvenire nuovo ", la Chiesa si adopera per creare le<br />
condizioni della pace interna perchè si risolvono le tensioni solo con un limpido e costante dialogo<br />
tra le autorità e i cittadini, dialogo che deve mirare alla verità. Nulla si ottiene con l'imposizione, la<br />
propaganda opprimente che " discredita " la controparte " .<br />
3) Gli accordi sociali, già firmati dalle parti devono essere scrupolosamente adempiuti e ogni altro<br />
problema urgente dev'essere risolto su questa base.<br />
4) La politica sbagliata del passato ha comportato il rischio della fame nel nostro paese,quindi oggi<br />
il problema fondamentalmente è l'alimentazione. Risolverlo richiederà un processo lungo e gli<br />
sforzi di tutti.<br />
Anzitutto si deve garantire agli agricoltori la sicurezza della proprietà della terra e il loro diritto ad<br />
associarsi liberamente, al di fuori delle preesistenti organizzazioni: è un diritto naturale. Solo dopo<br />
Wyszyński infatti fu pronto a concordare con Gomulka un modus vivendi tra Stato e Chiesa evitando atteggiamenti che<br />
avrebbero potuto accrescere la tensione nel paese e favorire un intervento armato sovietico. La moderazione del<br />
Cardinale venne giudicata eccessiva dagli ambienti più conservatori della Curia romana. Fu maestro e grande amico di<br />
Karol Wojtyla.<br />
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