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Testo - Storia e Memoria

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una società autonoma e di un potere monopolistico” 46 Inoltre “la nascita di Solidarnosc accentuò<br />

sia le divisioni interne del Partito comunista che l’estrema fragilità delle sue basi” 47 .<br />

Ma in realtà il potere, che sembrava aver accettato i ventun punti, si stava semplicemente<br />

riorganizzando. Il 5 settembre fu sostituito il capo del partito: Kania, un classico uomo dell'apparato<br />

e rappresentava la crescente voglia di rivincita presente in ogni dirigente. La reazione del partito fu<br />

immediata e puntò a mantenere i privilegi della casta dirigente, seguendo quindi una linea di<br />

conservatorismo più sociale che ideologico.<br />

Il verdetto sospeso<br />

Intanto, un milione di membri del POUP,ossia un terzo dei suoi effettivi, abbandonarono il partito<br />

per unirsi al sindacato , che ormai aveva assunto proporzioni inusitate (dieci milioni di aderenti).<br />

Il sindacato, che era stato ufficializzato nel settembre del 1980, si ramificava, trovando l'appoggio<br />

di molti strati della società. Importante fu la fondazione di Solidarnosc dei contadini, che si<br />

ribellarono alle leggi del partito che osteggiava le loro piccole proprietà private (i polacchi erano gli<br />

unici a non aver adottato la collettivizzazione forzata delle proprietà terriere).<br />

Mentre si profilava una lunga guerra di posizione, in Polonia in febbraio si formava un nuovo<br />

governo con a capo il generale Jaruzelski. Intanto la situzione economica si aggravava ed il regime<br />

cercava di trovare un capro espiatorio in Soldarnosc, affermando che con gli scioperi bloccava la<br />

produttività. In autunno, durante un congresso del sindacato, emerse una inevitabile divisione<br />

interna all'organizzazione: i moderati o evoluzionisti rifiutavano di contendere il monopolio del<br />

potere al partito, mentre i radicali esigevano una ferma azione di conquista del potere, andando<br />

quindi contro ai principi per cui Solidarnosc era nato. L'organizzazione si trovava quindi ad un<br />

crocevia, avendo notato per la prima volta che la classe operaia, seppur non riuscendo a ribaltare<br />

completamente il regime, poteva almeno metterlo alle corde. Con un successo del genere era<br />

normale che alcuni membri aspirassero ad ottenere traguardi più sostanziosi dei “semplici” accordi<br />

di Danzica.<br />

Una “dròle de guerre” civile<br />

In ottobre Jaruzelski divenne primo segretario del POUP, concentrando nelle sue mani tutto il<br />

potere dello stato e distaccamenti speciali dell'esercito iniziarono ad assediare il paese. Il partito<br />

aveva capito che Solidarnosc voleva mettere in discussione il monopolio del potere del regime e “il<br />

sindacato veniva accusato di violare lo spirito degli accordi di Danzica e di fomentare una<br />

controrivoluzione” 48 . La situazione era davvero problematica, ma il partito aveva un'arma in più: la<br />

polizia e l'esercito. Così nella notte tra il 12 ed il 13 dicembre il generale Jaruzelski mise in atto un<br />

colpo di stato che, guidato dall'esercito e dalle forze dell'ordine, si incaricò di portare a termine la<br />

ripresa dell'ordine in Polonia. È interessante come l'intervento militare in Polonia sia stato assegnato<br />

ai generali polacchi (Jaruzelski) e non alle forze armate del Patto di Varsavia. Il gesto di Jaruzelski<br />

fu infatti progettato e messo a punto con l'appoggio dell'URSS.<br />

Il lavoro di mantenimento dell'ordine fu gestito dagli ZOMO (distaccamenti speciali dell'esercito)<br />

ed il potere fu affidato al WRON (Consiglio militare per la salvezza nazionale). Jaruzelski dichiarò<br />

che il colpo di stato militare era stato una scelta obbligata per preservare il potere comunista dalle<br />

insidie degli “estremisti controrivoluzionari” di Solidarnosc. Gli obiettivi che il generale si era posto<br />

furono quindi la distruzione e “pulizia” di Solidarnosc ed una minima riforma economia, entrambi<br />

poi falliti. Infatti l'effetto a sorpresa voluto dai comunisti fece sprofondare i dissidenti in confusione<br />

totale, tanto che, non sapendosi riorganizzare, l'organizzazione fu dichiarata prima sospesa e poi<br />

soppressa. Essa però continuò il suo lavoro in totale clandestinità, opponendosi a quel tentativo di<br />

“normalizzazione” che i ciechi accettarono inspiegabilmente. I militanti clandestini, organizzati nel<br />

TKK (direzione clandestina del movimento), mantennero contatto con Walesa (agli arresti<br />

46 Ivi.p.128<br />

47 Ivi p.129<br />

48 F.Fejtò,op.cit. p.132<br />

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