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LUPO 24_9_2012:Layout 1 24/09/12 12.44 Pag<strong>in</strong>a 152<br />

LUPO<br />

m<strong>in</strong>uto c’erano gazzelle dei carab<strong>in</strong>ieri dappertutto che avevano<br />

bloccato la circolazione su tutta via Tornasacco e un via vai di militari<br />

<strong>in</strong> giro per il quartiere che di certo non passava <strong>in</strong>osservato.<br />

Il bl<strong>in</strong>dato che trasportava Valerio arrivò per ultimo e si piazzò all’<strong>in</strong>izio<br />

della via chiudendo def<strong>in</strong>itivamente l’accesso alla zona. Aspettammo<br />

che lui scendesse contando i m<strong>in</strong>uti. L’emozione mi aveva<br />

chiuso lo stomaco ma solo quando lo vidi capii f<strong>in</strong>o a che punto avevo<br />

desiderato quel momento.<br />

Valerio scese dal bl<strong>in</strong>dato come <strong>in</strong> trance.<br />

Aveva i polsi ammanettati e l’espressione spaesata.<br />

Durante il viaggio aveva sofferto il mal d’auto e il viso era bianco come<br />

la carta. Il buio della gabbia <strong>in</strong> cui era rimasto richiuso e <strong>in</strong>catenato<br />

per un paio d’ore non aveva migliorato la situazione. Mentre<br />

aveva stentato a riconoscere la strada di casa per i tanti cambiamenti<br />

che <strong>in</strong> quegli anni avevano modificato il volto della viabilità.<br />

Primo fra tutti la galleria di Porta Cartara.<br />

Quando lui era fuggito a Londra, la galleria non c’era ancora. E vedendo<br />

scemare quella poca luce che filtrava nel bl<strong>in</strong>dato si era chiesto<br />

se lo stessero portando davvero a casa o se avessero sbagliato<br />

strada.<br />

Appena mise i piedi a terra si voltò immediatamente verso la nostra<br />

casa e alzò lo sguardo al terrazzo di mamma. Ci vide. Ci guardò a<br />

lungo senza riuscire a staccare gli occhi dai nostri.<br />

E noi i nostri dai suoi.<br />

Ci sorrise, str<strong>in</strong>gendoci il cuore. Perché aveva l’espressione di chi si<br />

sveglia improvvisamente da un <strong>in</strong>cubo e non crede a quello che vede.<br />

Di chi, anche se fa di tutto per non farlo capire, ha tanta paura di addormentarsi<br />

di nuovo e veder sparire di colpo qualcosa che per troppo<br />

tempo ha sognato e desiderato. Pochi secondi e uno sguardo per<br />

ciascuno di noi con tanti messaggi non detti, lanciati direttamente al<br />

centro del cuore. Poi un’occhiata a Sara, giusto il tempo di emozionarsi<br />

ancora di più. E il gesto fulm<strong>in</strong>eo, più veloce dei pensieri, per<br />

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