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LUPO 24_9_2012:Layout 1 24/09/12 12.44 Pag<strong>in</strong>a 53<br />
scappa un colpo vengono subito a cercare me. Allora se proprio uno<br />
deve muoversi da solo che almeno mi avverta, così mi preparo un alibi.<br />
Ci manca solo che vado <strong>in</strong> galera per colpa di un altro e per qualcosa<br />
che non ho fatto!”.<br />
Nessuno, naturalmente, provava a contraddirlo anche se c’erano cont<strong>in</strong>ue<br />
liti all’<strong>in</strong>terno del gruppo ascolano e facendo leva proprio su<br />
quei dissapori alla f<strong>in</strong>e riuscimmo a disgregare la banda.<br />
Negli anni ’80 lo stesso Viccei entra ed esce dal carcere <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uazione.<br />
Quello che ha contribuito alla f<strong>in</strong>e del sodalizio sono stati proprio<br />
i dissapori e le gelosie che puntualmente portavano uno del<br />
gruppo a tradire gli altri. Proprio perché di base non c’era un’ideologia<br />
per la quale “combattere e morire”, ma il solo tentativo di arricchirsi<br />
con facilità.<br />
La banda aveva fatto del Meletti il proprio punto di appoggio, tanto<br />
che per mesi mettemmo il telefono pubblico del bar sotto controllo.<br />
Non c’erano ancora i cellulari e tutti si servivano di quell’apparecchio<br />
per comunicare.<br />
Negli anni della contestazione, i giovani comunisti si scontravano regolarmente<br />
con la banda dei fascisti per cercare di difendere il loro<br />
spazio nella piazza. Mentre lo stesso Meletti era stato letteralmente<br />
diviso <strong>in</strong> due: da una parte i neri, dall’altra i rossi. Ma dopo un po’ i<br />
ragazzi di s<strong>in</strong>istra lasciarono campo libero: quando capirono che l’altro<br />
gruppo era andato oltre. Passando <strong>in</strong> piazza del Popolo mi trovavo<br />
spesso davanti Valerio. Aveva poco più di vent’anni e con l’aria di<br />
chi ti sta sfidando alla luce del sole per dimostrare chi comanda, mi<br />
guardava dritto negli occhi e mi diceva a denti stretti: “Tu mi stai<br />
troppo addosso! Smettila di rompermi i coglioni!”.<br />
La testa biondissima, quasi completamente rasata come quella di<br />
Nardi, il fisico forgiato da ore di palestra, lo sguardo da duro, perché<br />
duro se voleva lo era davvero. Ma non riusciva a spaventarmi. Preoccuparmi<br />
sì, perché sapevo che era capace di tutto e non avevo la certezza<br />
di cosa avrebbe comb<strong>in</strong>ato da lì a qualche m<strong>in</strong>uto. Valerio ave-<br />
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