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LUPO 24_9_2012:Layout 1 24/09/12 12.44 Pag<strong>in</strong>a 87<br />
Passarono ancora alcuni m<strong>in</strong>uti quando un signore sulla sessant<strong>in</strong>a<br />
si avvic<strong>in</strong>ò. Sapevamo che la persona mandata da Valerio si chiamava<br />
Igor, che era un ex detenuto e che era fuggito da un campo di prigionia<br />
russo. Mi accostai per verificare che fosse lui e gli dissi <strong>in</strong>dicando<br />
me stessa: “Gigi’s mama”, sapendo che mio figlio si faceva<br />
chiamare così.<br />
Lui ci guardò accennando un sorriso cordiale e rispose scimmiottando<br />
il nostro italiano: “Pàpa! Pàpa! Màma!”.<br />
Non facemmo <strong>in</strong> tempo a presentarci che un urlo ci fece sobbalzare:<br />
“Mammaaa! Papà!”.<br />
Ci voltammo di scatto e vedemmo Valerio tra una moltitud<strong>in</strong>e di persone<br />
che cercava di farsi spazio correndo nella nostra direzione. La<br />
sorpresa ci lasciò per qualche istante senza fiato.<br />
“Ma sei impazzito??”, gli gridammo abbracciandolo forte, “Perché sei<br />
venuto anche tu? Ma come? Abbiamo fatto tanto per non farci seguire<br />
e tu piombi così alla stazione?!”.<br />
“Non vi preoccupate, qui c’è sempre un sacco di gente! Non ci noterà<br />
nessuno. Adesso però andiamo a casa!”.<br />
Valerio <strong>in</strong>dossò un casco <strong>in</strong>tegrale e ci seguì <strong>in</strong> moto, mentre Igor ci<br />
accompagnò <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a f<strong>in</strong>o all’abitazione nella quale <strong>in</strong> quel periodo<br />
viveva nostro figlio. A metà del percorso lasciammo l’auto con<br />
la quale avevamo viaggiato f<strong>in</strong>o a quel momento e salimmo su un’altra<br />
vettura che ci portò a casa. L’appartamento si trovava <strong>in</strong> pieno<br />
centro. Era piccolo, ma accogliente, nel tipico stile lond<strong>in</strong>ese: con<br />
mobili scuri e tubature esterne <strong>in</strong> ogni stanza.<br />
Restammo a Londra una settimana e, nonostante tutta la tensione<br />
per una situazione che di sicuro non rientrava nella nostra normalità,<br />
trascorremmo con Valerio momenti sereni. Lui viveva con una ragazza<br />
svedese. Uscivamo spesso e, con tutta la prudenza che il caso<br />
suggeriva, riuscimmo anche a visitare la città.<br />
Tornammo a Londra quattro mesi dopo, per Natale, portando anche<br />
Paolo. Valerio aveva cambiato casa e ragazza. Adesso viveva a Sa<strong>in</strong>t<br />
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