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LUPO 24_9_2012:Layout 1 24/09/12 12.44 Pag<strong>in</strong>a 28<br />
LUPO<br />
perché era un ribelle all’ennesima potenza e rifiutava qualsiasi genere<br />
di regola. Lo tenevamo d’occhio per la sua passione smodata per<br />
i motori e per le armi, prevedendo qualche bravata. Ma non potevamo<br />
immag<strong>in</strong>are quello che stava per accadere.<br />
È il 6 gennaio 1972, e una visita, quella matt<strong>in</strong>a, avrebbe stravolto<br />
per sempre la nostra vita.<br />
Un uomo suona il campanello e chiede di parlarci. Sono sola <strong>in</strong> casa,<br />
non lo conosco ma sembra una brava persona e lo lascio entrare. Mi<br />
accorgo subito che è molto scosso.<br />
Trema e non riesce a scandire le parole.<br />
Parla con il fiatone, un po’ per le scale che ha appena fatto di corsa,<br />
un po’ per il peso enorme che si porta dentro e che sta per scaricarmi<br />
addosso.<br />
“Signora la cava! Sono stati alla cava!!”.<br />
Cont<strong>in</strong>ua a ripetere che è <strong>in</strong> un grosso guaio.<br />
Capisco a fatica di cosa sta parlando ma, dopo qualche m<strong>in</strong>uto di domande<br />
e risposte sibill<strong>in</strong>e, la realtà arriva come un pugno <strong>in</strong> faccia:<br />
l’uomo è il custode di una cava di travert<strong>in</strong>o che si trova a qualche<br />
chilometro da Ascoli, sulla strada per Acquasanta.<br />
Mi racconta che <strong>in</strong> nottata è sparito dal cantiere un grosso quantitativo<br />
di esplosivo e che se non viene ritrovato subito, lui rischia una<br />
denuncia pesantissima e di perdere il lavoro <strong>in</strong> tronco. Ha famiglia. È<br />
<strong>in</strong> preda al terrore.<br />
“Qui ci vado di mezzo io! Bisogna ritrovare i candelotti! Subito!”.<br />
Gli chiedo cosa è venuto a fare a casa nostra. Risponde con un gesto,<br />
cont<strong>in</strong>uando a sudare vistosamente. Mi guarda, poi abbassa gli occhi<br />
e mette una mano <strong>in</strong> tasca. Tra una bestemmia e l’altra riesce a<br />
biascicare: “Quando sono arrivato alla cava stamatt<strong>in</strong>a l’esplosivo<br />
non c’era più. Ma c’era questa”.<br />
Allunga il braccio verso di me. In mano ha una carta d’identità. La<br />
prendo, la apro. Il cuore perde colpi mentre guardo la foto. È quella di<br />
Valerio.<br />
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